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Destiny 2: I Rinnegati – I Sogni dell’Asso, i Desideri della Regina – Recensione

30 Set 2018 | Recensioni Videogiochi, PC, PlayStation 4, Recensioni, Videogiochi, Xbox One

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Avviso ai naviganti: questa è una recensione entusiasta.

Alcuni potranno leggere tra queste pagine un gigantesco “ve l’avevo detto”, altri ci vedranno la rivalsa di un fan che si era sentito prendere in giro più di una volta per l’impiego del suo tempo, altri ancora, arrivando solo adesso, troveranno un resoconto quanto più descrittivo possibile di quello che ad oggi è Destiny 2.

Da parte mia, ho sempre trovato difficile recensire un MMORPG, perchè un’avventura nella quale butti più di 600 ore della tua vita non puoi analizzarla freddamente e solo dal punto di vista di qualità oggettiva. Questo è un rescoconto della mia esperienza. Un racconto di cosa ho visto e vi voglio riportare.

Tutto qui. Transmat pronto.

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Oltre l’Asso

Sono ormai passati mesi dalla prima volta che Bungie e Activision hanno presentato I Rinnegati, l’espansione di Destiny 2 fondamento per il secondo anno di vita dello Shooter MMORPG, e già da allora intorno al contenuto ha gravitato un interesse come probabilmente mai visto dal lancio del primo capitolo della saga. L’anno 1 aveva diviso il fandom del gioco, e con l’avvento di settembre 2018 gli sviluppatori hanno ben pensato di catalizzare l’attenzione di tutti nella maniera più devastante: con la morte di Cayde-6. Presente già da Destiny 1, l’avanguardia dei cacciatori era uno dei personaggi più amati dalla community, e la scelta narrativa operata da Bungie di toglierlo dalla scena ha di certo colpito nel segno, riportando a casa la curiosità anche dei giocatori più disamorati. Per di più, e di certo non è un lato secondario, la morte dell’Exo è stata perfetta per portare il comparto legato alla storia su un campo drammatico come mai prima d’ora e tutta l’atmosfera di gioco su toni più cupi e darkeggianti.

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C’è di fatto però che nella narrazione di Forsaken, la morte di Cayde agisce solamente da overtoure per qualcosa di infinitamente (ma davvero) più grande. La promozione del contenuto insomma può essere definita semplicemente uno specchietto per le allodole, e in questo caso non si tratta di una cosa negativa: certo, passeremo le nostre circa 10 ore di campagna a dare la caccia a Uldren Sov, fratello della Regina degli insonni Mara Sov e colpevole di aver premuto il grilletto di Asso di Picche per togliere la vita a Cayde, ma il nostro inseguimento (durante il quale ci faremo strada sui cadaveri dei baroni caduti che si sono sottomessi al principe degli insonni dopo essere stati liberati dalla Prigione degli Anziani), ci guiderà solamente attraverso un metaforico cunicolo, per poi aprirci gli occhi al vero succo dell’espansione, un contenuto end game vastissimo e tutto da esplorare, con una portata di materiale tranquillamente paragonabile all’amato The Taken King, espansione dell’anno 2 del primo Destiny.

All’interno di Forsaken troveremo nuove conoscenze e volti nuovi dell’universo narrativo dello sparatutto di Bungie, insieme in un contesto del tutto inedito e che perfettamente si presta per avere esperienza di qualcosa di nuovo, alla faccia di un brand che si addentra ora nel suo quinto anno di vita.

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Quali sono gli oscuri motivi che hanno portato Uldren a sporcarsi del sangue del nostro amico? Quali le conseguenze del suo gesto? E soprattutto a cosa può attribuirsi questa cupa sensazione che pervade ogni cosa, come se ogni nostro movimento fosse parte di un disegno più grande?
Ora più che mai, su Destiny, dovremo lottare per tenerci strette le redini del nostro destino.

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“Questo è il mio fucile. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio.”

Specificare quale sia l’essenza del gameplay di Destiny 2, ancora oggi a fine 2018 è ai limiti del ridicolo, eppure se anche in questa recensione c’è un capitolo su questo, vuol dire che qualcosa di nuovo si sta muovendo in direzione di una piccola rivoluzione, e in effetti è proprio così.
Certo, abbiamo di fronte a noi sempre il solito sparatutto MMORPG , che unisce in una maniera impossibile da non amare le componenti più canoniche del first person shooter, del gioco di ruolo e dell’MMO (Massive Multiplayer Online), e questo è chiaro. Con Forsaken però, tutto il comparto videoludico si arricchisce di una miriade di dettagli che potrebbero sembrare piccoli ad un primo sguardo, ma che riescono a cambiare non di poco non solo la percezione del giocare, ma il giocare stesso.

Se Destiny 2 era un GDR, con Forsaken è ancora più GDR: le possibilità di personalizzazione dello stile di gioco di ognuno di noi sono almeno quintuplicate, e anche il “metagame” non sembra più limitante come lo era prima. Ad attuare questo cambiamento radicale sono stati gli aggiornamenti al sistema di equipaggiamento delle armi, che ora non è più rigidamente legato ad un vincolare un determinato tipo di armi (fucili a pompa, automatici, cecchini) ad un singolo slot, ma che permette di avere in uso anche tre tipi di arma uguali, o comunque adeguati al nostro stile di gioco e piacere personale. A queste armi tra l’altro, va ad aggiungersi con l’espansione un nuovo arrivo: l’arco, che unendo notevole gittata ad un importante impatto, sacrifica non poco la velocità di esecuzione del colpo, ma sembra essere un mix perfetto tra un fucile da cecchino e un ricognizione, perfettamente funzionale sia in pve che (meno) in pvp.

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Entrando ulteriormente nello specifico poi, le armi di Forsaken non cambiano le loro caratteristiche solo nella tipologia e nella disposizione dell’equipaggiamento, ma in maniera ancora più viscerale nei loro sistemi di perk e modifiche. Uno dei comparti più controversi di Destiny 1 infatti torna qui in veste rinnovata, migliorata e, si, anche edulcorata.

Se infatti le modifiche per le armi, già presenti da prima dell’espansione, hanno approfondito la loro utilità offrendo caratteristiche più specifiche e peculiari di prima (addio ad un classico “aumento velocità di ricarica delle granate”, che fa posto a più particolari “aumenta il danno sui nemici semplici” o “incrementa i danni in una determinata area”), il sistema di perk delle armi, prima fissi, ora presenterà caratteristiche casuali su quasi ogni pezzo d’armamento, rendendo il farming dell’equipaggiamento tanto più complicato quanto più divertente, e lasciando spazio ancora maggiore alla personalizzazione dello stile di gioco, che permetterà ai guardiani di scegliere la stessa arma in vesti diametralmente opposte, a seconda del proprio piacere. Meglio un ricognizione con “libellula” o “autofuoco”? Un cannone portatile con “caricatore assassino” o “fuorilegge”? Non esiste una risposta corretta.

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Cambiando lato, se Destiny 2 era un MMO, con Forsaken è ancora più MMO: certo il titolo è sempre stato supportato con nuovo materiale di gioco, reso disponibile via via che l’universo di gioco si ampliava, ma ora Bungie ha voluto strafare. Alle attività settimanali che il progetto proponeva a tutti vanno ad aggiungesi con questo contenuto nuovi obiettivi, pattuglie, missioni giornaliere e taglie sia quotidiane che settimanali, le quali di fatto portano le cose da fare ad essere più che raddoppiate: chi vorrà collezionare tutti i set di armatura, le armi e trovare le sue predilette con i perk preferiti avrà il suo bel da fare, ma anche quelli che semplicemente vorranno essere accompagnati attraverso la proposta delle attività di ogni reset, avranno pane per i loro denti per un numero di ore più che notevole e di qualità soddisfacente. Ogni settimana.

Nel momento in cui scrivo questa recensione, al quinto reset settimanale dall’uscita di Forsaken, aggiungo che il materiale nuovo è ben lungi dall’essere tutto scoperto, e le continue infornate di quest inedite, segrete e non, stanno portando il mondo di gioco ancora oggi a mutare, facendo proseguire i giocatori all’inteno di una narrazione che ancora non è finita, e che si può definire tranquillamente parte di un comparto di story telling sapiente, capace di stregare e del tutto assuefacente. In una parola: succulento.

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Il vero Atollo

Le ambientazioni proposte in Forsaken, esattamente come il comparto narrativo, sono forse viziate dalla promozione di cui l’espansione è stata protagonista, facendo risultare quindi in parte fuorviante l’idea che ci si può fare dei territori esplorabili nel DLC guardando solo i trailer pre-lancio.

Presentata infatti già durante il primo reveal del contenuto, la prima zona inedita dove si svolge la campagna de I Rinnegati è la Riva Contorta, una regione ai margini della cintura di asteroidi e rovine che costella l’Atollo, terra dei misteriosi insonni. La riva è un area vasta più o meno come le altre presenti nel gioco base (Z.M.E., Io, Nessus e affini), nasconde le tipiche casse regionali, settori perduti, vendor inediti e due nuove varietà di eventi pubblici: i guardiani potranno qui muoversi combattendo contro unità dei caduti, cabal, alveare e Infami, una nuova variante di nemici.

Se la maggior parte della campagna si giocherà però sulla riva contorta, il suo epilogo e le sue conseguenze principali si svolgeranno su un’altra zona, ancora migliore: La Città Sognante. Roccaforte dei segreti degli insonni, la Città Sognante è, come suggerisce il nome, un sogno.
La cupezza delle aree buie e la sensazione opprimente che provocano i relitti nell’oscurità della desertica Riva Contorta sparisce totalmente qui, e lascia spazio ad un territorio magifico, che unisce altipiani erbosi e laghi di nebbia costellati delle strutture tipiche dell’architettura insonne: statue imponenti di figure avvolte nel mistero e cattedrali bagnate di luce attraverso vetrate colorate e pavimenti di ametista. La Città Sognante unisce in maniera sorprendente elementi topografici canonici del genere fantasy e Sci-Fi, creando un’amalgama sublime e incapace di stancare. Ogni scorcio è perfetto per essere salvato tra gli screenshot della vostra console e ogni panorama è degno di un wallpaper.

Menzione importante però nel campo delle ambientazioni va però anche data al Piano Ascendente: importantissima dimensione oscura che si appoggia su quella reale, il Piano Ascendente ospita i Mondi Trono, concetto introdotto con Il Re Dei Corrotti e fondamentale ora più che mai nella lore di Destiny. Si tratta di luoghi immersi nell’oscurità, dove la logica e la geometria (figurarsi la morfologia del territorio) sono stabilite dal loro creatore.

All’interno della Città Sognante troveremo ben più di un portale che ci guiderà in questo piano oscuro, la cui esplorazione richiederà sia un grande impegno a livello di abilità, che una curiosità fuori dall’ordinario per carpire i segreti celati nell’ombra.

I coraggiosi colgano la sfida.

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Germoglia la Luce

Con l’aumentare delle minacce nella galassia, o forse solamente dell’ampliamento dei nostri orizzonti come guardiani dell’umanità, è chiaro già da un po’ come sia necessario ottenere nuovi poteri per fronteggiare le forze del male che pian piano stanno prendendo nome e forma. Alla stessa maniera quindi con l’aumentare dell’universo di Destiny sia narrativo che di gioco, con Forsaken Bungie è riuscita a potenziare non di poco l’arsenale delle possibilità offerte dal gioco, regalando così a tutti gli utenti più che una ventata di freschezza, una vera e propria bufera di novità.

Tra le implementazioni più in vista del DLC c’è sicuramente quella relativa all’aggiunta di 9 nuove super abilità, tre per ogni classe di personaggi e conseguentemente una per ogni sottoclasse (solare, da vuoto, ad arco). Apprendibili tramite brevi quest e con l’utilizzo di particolari “semi di luce”, oggetti esotici reperibili in varie attività in game, questi poteri finora inediti daranno la possibilità, similmente a quella proposta nell’anno 2 di Destiny 1, di sfruttare nuovi tipi di ultimate, per variare ancora in maniera maggiore la caratterizzazione dei nostri personaggi e per sbrigliare situazioni intricate con mezzi nuovi. Le super saranno tutte sottomesse alle stesse sottoclassi di sempre, ma saranno ottenibili sbloccando una terza armonizzazione all’interno di ognuna delle sopracitate sottoclassi: lo stregone Lama dell’Alba, ad esempio, avrà dunque ora, oltre all’armonizzazione del Fuoco e del Cielo, anche quella della Grazia, con nuovi perk, abilità passive, attive e ovviamente, super abilità. Così sarà anche per ogni altra classe e sottoclasse quindi, e questo porterà i giocatori a poter dare davvero ruoli nuovi all’interno del team al proprio personaggio, in un contesto dove le meccaniche e componenti GDR si fanno sempre più profonde e importanti. Figure come l’Healer, il Tank e il “Debuffer” acquistano ancora un senso maggiore all’interno di un videogioco nato ormai un lustro fa con il difetto di essere un GDR dove di fatto ogni classe era DPS.

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Sempre parlando di componenti tipiche del GDR come dell’MMO, all’interno del menù di Destiny 2 sono state aggiunte con Forsaken la sezione “Trionfi” e quella dei “Collezionabili”: se la prima offre una vasta gamma di quelli che sono di fatto degli achievements in game che andranno ad aumentare un punteggio, la seconda è semplicemente un “catalogo” di ogni pezzo di equipaggiamento ottenibile all’interno del gioco, utile ai completisti incalliti per stabilire quale pezzo inseguire per poter dire di “avere davvero tutto”. Alla sezione trionfi è però già stata collegata sul sito ufficiale di Bungie la pagina “Bungie Rewards”, attraverso la quale gli sviluppatori concederanno determinate ricompense (in game e non) a seconda del raggiungimento di determinati obiettivi trionfali, lo sblocco di stemmi o il completamento di classi di collezionabili, in una ulteriore dimostrazione dell’incredibile supporto di cui il titolo gode e godrà nel futuro, nonché del continuo apporto di stimoli alla community dei giocatori.

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Rose, Azzardi e Luce Ribelle

Ulteriore aggiunta al vasto panorama di Destiny 2, al fronte di un naturale quanto gradito aumento delle attività PVE, anche nell’ambito degli assalti per tre persone e il raid da sei (di cui parleremo di seguito), gli sviluppatori hanno provveduto ad arricchire anche il comparto PVP del titolo, che oltre a venire ovviamente stravolto dall’arrivo delle nuove armi e abilità si è visto aggiungere anche una nuova modalità: Azzardo.

Azzardo porta con se una vera rivoluzione (l’ennesima) tanto nell’universo di gioco quanto in quello narrativo di Destiny 2, ma ora ci soffermeremo nell’ambito del gameplay. La nuova modalità si caratterizza infatti come mai prima d’ora in un ibrido tra meccaniche PVE e PVP: i giocatori saranno dunque divisi in squadre di quattro guardiani ognuna su un suo campo di gioco, dove si troveranno di fatto impegnati in uno scontro a “uccisione confermata” contro orde di mob. Il raccoglimento e il depositare le “piastrine” ottenute dai nemici aumenterà il punteggio della squadra, che avrà l’obiettivo di raggiungere 75, tenendo ben presente che alla morte di un guardiano, questi perderà le piastrine che porta; toccato questo punto, per la squadra che ha completato questa fase spawnerà un grosso boss e la prima squadra che lo sconfiggerà si porterà a casa il round della partita che vedrà come vincitore chi riuscirà a imporsi in due manche.

La chiave della vittoria è dunque la velocità di esecuzione nel “pulire” le ondate di mob e la correttezza delle scelte strategiche da compiere per mettere i bastoni tra le ruote agli avversari.

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Perché si, Azzardo non finisce qui. Depositando infatti determinati quantitativi di particelle (le piastrine che dicevo prima) potremo inviare sul campo avversario un nemico maggiore di diverse tipologie, in grado di bloccare la banca dei nemici e impedirgli di depositare i loro token, oltre che si, sparargli anche un po’, giusto per gradire. Per ultimo Azzardo offre la possibilità, abusata e da abusare, di “visitare” il campo dei nemici col nostro guardiano, che si troverà dunque in mezzo agli avversari come invasore, dotato di cattive intenzioni, uno scudo e un consistente buff a salute e danni. Qui potrà tentare di uccidere quanti più avversari possibili per far perdere le loro particelle e curare una porzione di vita del loro boss, nel caso lo abbiano già evocato. Solo pensieri carini insomma.

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Azzardo si figura dunque come il perfetto punto d’incontro tra giocatori PVE e PVP, per dare soddisfazioni ad entrambi: i veterani di entrambi gli ambiti avranno qui un peso specifico del tutto diverso da quello che possono sfoggiare in un singolo campo, e guardiani esperti sia nell’uno che nell’altro potranno dire la loro e fare la differenza tra vittoria e sconfitta nel modo più personale possibile. Chiunque può divertirsi giocando Azzardo, sia i pro player della playlist competitiva del crogiolo, sia i veterani degli assalti, che si mangiano a colazione in tempo zero un qualunque boss di fine attività.

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Le Mille Voci, i duemila suoni

La Original Soundtrack di Destiny 2: Forsaken è stata protagonista della prima tornata di ricompense ufficiali della sezione Bungie Rewards del sito degli sviluppatori. Ottenendo infatti il trionfo relativo alla fine della campagna del contenuto entro settembre, i guardiani hanno potuto scaricare gratuitamente in formato digitale sia la colonna sonora relativa alla missione segreta “Sussurro del Verme”, resa disponibile durante la season 3, quella di warmind, sia la OST appunto di Forsaken nella sua interezza.

Questa iniziativa del tutto lodevole e apprezzata da tutti, ha permesso di ascoltare la sountrack del contenuto sia durante le attività in game, sia comodamente in poltrona sorseggiando tè, e le sensazioni sono ugualmente piacevoli in entrambi i casi.

La Colonna sonora di Forsaken è assolutamente promossa, e si sposa perfettamente a qualunque situazione nella quale viene usata. Sulla Riva Contorta avremo esperienza di arie più serrate e cupe, mentre sulla Città Sognate la musica si aprirà in qualcosa che davvero tiene fede all’attributo “Sognante” della roccaforte insonne scrostando l’aria darkeggiante dai brani e tingendoli di sonorità più fantasy, in linea con le ambientazioni.

Mi sento poi personalmente di fare una menzione d’onore tanto alle scelte musicali operate per accompagnare le boss fight, epiche e capaci davvero di suonare una carica, quanto al brano “Thin Line”, nuova OST che caratterizzerà la Torre, facendoci assaporare davvero quella che è un atmosfera nostalgica in cui è possibile percepire di stare vivendo una breve pausa prima dello schianto di un’oscurità incombente.

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Il secondo cuore oscuro

Un altro capolavoro nel capolavoro che I Rinnegati porta con sé è la nuova incursione, Ultimo Desiderio.

Catalizzatore di praticamente ogni discussione all’interno della community, il nuovo raid di Destiny 2 è semplicemente di gran lunga il migliore visto sul secondo capitolo della saga dei guardiani, tanto magnifico da andare a scomodare nella classifica dei preferiti dei giocatori l’amato “La Caduta di un Re” da The Taken King.

Ultimo Desiderio non è la migliore attività PVE per 6 persone vista finora semplicemente per il suo elevato livello di difficoltà, che ha richiesto ben 19 ore di gioco al primo team in assoluto che ne ha conquistato il boss finale: le meccaniche infatti non sono serrate come nelle precedenti incursioni, e sebbene offrano una sfida anche ai più esperti e ogni step richieda infinito affiatamento e coordinazione, l’attività permette ai guardiani di essere letta e svolta in maniere differenti e personali, al netto ovviamente di saper gestire le situazioni derivanti dalle nostre scelte con la dovuta abilità.

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A differenza degli altri raid presenti sul titolo, che buttavano il guardiani in situazioni tipo “Ehi, eccoti quattro arene con delle sfide, sai per metterti alla prova e null’altro” o “Ehi, sai, nella mia nave è entravo un boss forte, sconfiggilo pure, sempre per metterti alla prova eheh” o anche “Ehi nella mia nave ti sei dimenticato tipo il mio sottoposto cattivo, vediamo se riesci ad ammazzarlo. Fine.”, con l’ultimo arrivo della serie la situazione cambia radicalmente.

È la stessa campagna dell’espansione che guida i giocatori verso Ultimo Desiderio, facendoci percepire la sua fondamentale importanza all’interno della narrazione non solo del DLC, ma dell’intero universo di Destiny. L’incursione ci porterà nel cuore della Città Sognante, dove un antico male con mille voci sta operando un oscuro disegno che minaccia non solo la stirpe degli insonni, ma la luce stessa: per farci infatti strada attraverso le piazze e i declivi della Città fino a Riven, l’ultimo Ahamkara (draghi mutaforma legati ai desideri cacciati dai guardiani e ridotti sul filo dell’estinzione), mai come ora sarà palpabile la progressione verso un obiettivo, dove gli step sono davvero dei passi verso il raggiungimento di una meta finale, e non semplicemente una sfiducola per arrivare alla prossima.

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Ultimo Desiderio, che sia questo quello di Petra Venj, di Mara Sov o di Riven, è davvero un viaggio, un percorso che ha un inizio e una fine, e il cui tragitto vale ogni ora di gioco, sia in fatto di gameplay, sia dal punto di vista prettamente estetico, grazie ai suoi scorci a dir poco sublimi, e se più di una volta mi sono buttato nell’attività anche da solo e senza squadra, semplicemente per farmi un giro nelle aree di gioco le opzioni sono due: o sono un cretino oppure Bungie ha davvero calato l’asso. Ora che ci penso però potrebbero essere vere entrambe.

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Parte di una storia

Riflettendo su quali possano essere i punti salienti sui quali Destiny 2 ha deciso di concentrare gli sforzi per l’uscita di questa espansione, istintivamente mi verrebbe da rispondere con due parole chiave: coscienza e narrativa.
Coscienza, perché Forsaken è stato perfettamente in grado, dal lato del gameplay, di prendere tutti gli elementi che con il lancio di Destiny 2 avevano convinto e quelli che avevano convinto meno, per valorizzarli e dare loro un senso all’interno del comparto di gioco che sia sempre moderno e stimolante. Destiny 2 è ora più che mai un gioco divertente, dove le tantissime cose da fare sono ricompensate adeguatamente e con criterio (no, il calo del drop rate degli esotici non è un difetto.), e coloro che vogliono giocare hanno sempre una rosa di obiettivi alla quale attingere per dare il giusto pepe all’esperienza di gioco.

L’altro concetto chiave è quello della Narrativa, che con questo nuovo contenuto assume più che mai un’accezione fondamentale all’interno dell’universo del titolo di Bungie. L’introduzione delle Leggende, tanto simili alle carte grimorio, che accompagnano il già presente apparato di lore proveniente dalle descrizioni di molti pezzi di equipaggiamento, sono una delizia per gli appassionati della storia e riescono a immergere ogni aspetto del gioco, dagli oggetti alle ambientazioni, dalle attività ai personaggi, in un contesto dove è chiaro che Destiny non è solo sparare ai cattivi, ma ogni cosa con cui entriamo in contatto ha il suo posto preciso e soprattutto il suo ruolo nella narrazione.

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Con l’arrivo di Forsaken assistiamo ad un fenomeno che si manifesta per la prima volta in Destiny: Il comparto narrativo si approfondisce più che allargarsi. In quello che a mio parere è un atto solo positivo infatti, non sono tanto importanti i personaggi inediti con il loro bagaglio di novità, quanto sono invece a dir poco eclatanti gli studi più attenti e specifici su figure che conoscevamo già anche solo di nome, e che qui si scoprono tasselli fondamentali di un cosmo che finalmente sembra prendere senso e ordine.

Nel contenuto cardine dell’anno 2 non ci sono tanti elementi nuovi, ma gli sviluppatori, consci di quelle che sono le domande che si pongono gli appassionati di lore, è proprio intorno a queste che regalano nuovi concetti, creando un delizioso circolo di nuove teorie, speculazioni e scoperte.

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Schermo nero. Boato di proiettile

Siamo finalmente alle conclusioni, dove è giusto tirare le somme di quello che è il succo de “I Rinnegati“.

La prima volta che sono approdato sul sito ufficiale di Bungie ho trovato un curioso messaggio di presentazione della software house, dove gli sviluppatori spiegavano di aver tirato su la baracca per creare i giochi più belli del mondo, venderli e con gli introiti finanziare la loro conquista del pianeta (giuro, non so se sta cosa c’è ancora). Quello che posso dire oggi è che il piano sta riuscendo in pieno, e Bungie si sta dimostrando un supercattivo dei fumetti veramente pericoloso: Destiny 2 è stato un ottimo prodotto fin dal suo lancio, ma a rendere una seria minaccia questi conquistatori della terra è la loro abilità di imparare dal loro passato. Con Forsaken ancora una volta i lati d’ombra dello Shooter MMORPG sono stati limati, e presa coscienza dei limiti naturalmente presenti nel titolo, gli sviluppatori hanno sfornato un contenuto aggiuntivo che tanto profuma di arma finale nella loro raccolta fondi per l’invasione del pianeta.

Per darvi un’ulteriore idea della qualità messa in campo dai creatori di Halo e Destiny con questa espansione, vi basti dirvi che buona parte della community si sta chiedendo già da ora come possa fare Bungie per mantenere questo livello nel supporto dell’opera durante il resto dell’anno 2 e l’anno tre, addirittura già pronosticando un disastro per il lancio di un eventuale Destiny 3, quando tutti i classici fan nostalgici altro non potranno fare se non insorgere dicendo “non sarà mai bello come Destiny 2: Forsaken”.

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I Rinnegati infatti ha tutto: un gameplay modificato, approfondito in miriadi di meccaniche e ampliato., grazie all’aggiunta di nuove attività e tipologie di gioco, per mantenere occupati anche gli utenti più accaniti; a questo l’espansione accompagna anche una presa di coscienza sul piano narrativo come mai visto prima, permettendo ai giocatori attraverso le loro ore di esperienza sul titolo di calarsi nei meandri di una lore magnifica vastissima e sempre più specifica, in un panorama sempre coerente che sembra ora avvicinarsi come mai prima d’ora a chiudersi in un cerchio perfetto. Destiny 2: Forsaken è una promessa mantenuta.

La battaglia appena finita ancora una volta è preludio di un’altra che preme alle porte. Di nuovo, però, essere di guardia è un’esperienza bellissima.

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Destiny 2: I Rinnegati

9

Trama/Ambientazione

9.6/10

Gameplay

8.6/10

Grafica

8.9/10

Sonoro

8.6/10

Longevità

9.5/10

Pro

  • Ambientazioni e colonna sonora
  • Approfondimento narrativo
  • Novità e modifiche al gameplay

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

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