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Quantic Dream ha pubblicato sul proprio blog aziendale alcune riflessioni scaturite durante un incontro con i portavoce del gruppo LGBTQIA+ dello studio francese

9 Giu 2022 | Extra, News

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Il Mese del Pride ci ricorda di celebrare la diversità, un punto di forza del mondo dei videogiochi, anche se non dobbiamo dimenticare che dare a tutti la possibilità di far sentire la propria voce deve essere un processo continuo. La comunità LGBTQIA+ di Quantic Dream ha recentemente deciso di creare un gruppo di discussione tra gli studi di Parigi e Montreal, per riflettere, coltivare il dialogo all’interno dei team, proporre azioni concrete, celebrare la diversità e sensibilizzare l’opinione pubblica.

Parliamo con alcuni dei portavoce, Ingrid Sanassee (Lead Animation Motion Kit, Parigi), Sébastien André (Lead Environment Artist, Parigi), Hyun-Soo Kim (3D Character Artist, Parigi) e Benoit Laporte (Senior Gameplay Programmer, Montreal)   Quantic Dream – Ingrid, lei è la fondatrice del gruppo LGBTQIA+ all’interno di Quantic Dream. Come è nata l’idea di creare questo gruppo?  

Ingrid -Lavoro per Quantic Dream da oltre dieci anni e abbiamo sempre parlato liberamente di questi argomenti con tutto lo studio, perciò la nostra comunità non aveva mai sentito il bisogno di formalizzare un gruppo. Però, era qualcosa che volevo avviare da tempo per poterci scambiare opinioni e condividere le nostre esperienze. In realtà, la causa scatenante è stata, all’inizio del 2022,  la lettura di commenti esterni violenti contro lo studio, difficili da leggere. In quanto membro della comunità LGBTQIA+ non mi riconoscevo nell’immagine che si voleva dare di Quantic Dream e nell’ambiente di lavoro ritratto da queste persone. Ricordo di aver pensato che avremmo dovuto parlarne e vedere cosa avremmo potuto fare.  

Hyun-Soo – Soprattutto quando è stato annunciato  Star Wars Eclipse TM, siamo stati travolti tutti dall’ondata di commenti positivi. Tuttavia, alcune voci esterne hanno anche riportato cose dello studio che io non stavo sperimentando. Abbiamo avviato una discussione interna spontanea via e-mail indirizzata a tutto lo studio per rendere nota la situazione. Alcuni di noi sono usciti allo scoperto e hanno chiesto di poter condividere personalmente la propria esperienza qui, perché pensavano che le accuse fossero ingiuste.  

Benoit – L’iniziativa è partita da Parigi, ma è stato naturale per me e Serge (Senior Gameplay Programmer) che siamo a Montreal partecipare perché l’inclusione e l’apertura sono valori che condividiamo.   Ingrid – La creazione di un gruppo che ci rappresentasse veramente è stato semplicemente un richiamo del cuore. I membri volevano riflettere positivamente e attivamente sulle nostre esperienze in Quantic Dream.

Sébastien – Per me era necessario far sentire la nostra voce. Leggevo tante cose che non corrispondevano ai valori dello studio che conoscevo da oltre 14 anni.   

Quantic Dream – Cosa apporta questo gruppo allo studio e ai team?  

Hyun-Soo – Innanzitutto, permette a chiunque voglia esprimersi su questo argomento di farlo, privatamente o meno. Inoltre, ci permette di sensibilizzare, organizzare eventi e aiutare le persone.  

Ingrid – Ciò che mi ha toccato di più quando il gruppo è diventato ufficiale sono stati i molti messaggi di incoraggiamento e persino di ringraziamento da parte dei miei colleghi per aver dato vita a questa iniziativa. Sento che porta un chiaro segno di apertura verso la nuova generazione di Quantic Dream che noi, come rappresentanti, abbiamo sempre conosciuto all’interno dello studio e che ora vogliamo condividere.  

Benoit – Avere un gruppo LGBTQIA+ dà visibilità alla comunità e trasmette alle persone il messaggio che possono essere veramente se stesse sul posto di lavoro.  

Ingrid – È vero che il nostro primo obiettivo è ascoltare e sostenere le persone che ne hanno bisogno; l’esperienza individuale non è universale. Vogliamo anche condividere questo incredibile mondo con i nostri colleghi. La sensibilizzazione interna in occasione di ricorrenze importanti, come la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, la condivisione di film, serie o giochi educativi e solidali sono cose che ci toccano da vicino, o anche l’invito a celebrare il Pride month “come un’unica squadra” sono iniziative che ci motivano. Ho sentito che abbiamo fatto la scelta giusta per tutta la nostra squadra creando questo gruppo.  

Quantic Dream – La rappresentazione delle identità è un tema cruciale, sia negli studi che nei giochi stessi, ma non è sempre stato così. Come percepite questa evoluzione?  

Ingrid – Nei videogiochi sono sempre state rappresentate diverse identità! Tuttavia, in passato sono stata entusiasta dei giochi in cui mi sentivo rappresentata, ma ho anche disprezzato il modo caricaturale, persino comico, in cui venivo talvolta rappresentate. La mentalità in questo senso è molto progredita. Grazie a molti media, alla cultura e a videogiochi più progressisti, oggi possiamo assistere a come la nostra società multicolore viene trattata con rispetto. Sono immensamente orgogliosa che si sia arrivati a questo punto e che ci sia la volontà di continuare ad andare avanti!  

Benoit – Le arti hanno sempre svolto un ruolo cruciale nell’evoluzione delle mentalità.  E poiché i videogiochi sono opere artistiche in sé, con un background tecnologico, non sorprende vedere una più ricca rappresentazione delle identità nei giochi moderni.  

Hyun-Soo – E più le minoranze vengono viste, più si normalizzano; almeno, è così che mi sento con la mia famiglia e sul posto di lavoro. In realtà, avevo già fatto coming out con il mio team diversi anni fa e non ho percepito alcun cambiamento, mi sono solo sentito più libero ed è stato liberatorio per me. Poi, quando ho fatto coming out con il resto dello studio, ho ricevuto messaggi di incoraggiamento e sostegno che mi hanno davvero commosso.  

Sébastien – È effettivamente un’evoluzione naturale della società. Tuttavia, deve avvenire in modo spontaneo per poter affrontare i problemi in modo chiaro e senza pressioni; questo è il modo migliore per aiutare la causa.  

Quantic Dream – Abbiamo fatto molta strada verso videogiochi più inclusivi, ma c’è ancora del cammino da fare?  

Hyun-Soo – È molto semplice:  finché esisteranno gli esseri umani, dovremo continuare a rappresentare tutti, perché questo fa parte dell’umanità.   Ingrid – In effetti, è soprattutto un percorso della società: molti sforzi hanno cambiato il modo in cui le minoranze sono viste. In Francia, i media, i social network e molti gruppi e associazioni possono educarci e informarci. Le nostre leggi vanno sempre più verso l’accettazione di una società arcobaleno. Questi temi, un tempo eccezionali, stanno finalmente diventando comuni! Certo, sono consapevole che ci sono ancora pendii molto ripidi da scalare, ma questo entusiasmo verso un’equa inclusione è un passo molto positivo per il futuro.  

Benoit – La situazione è migliorata molto negli ultimi anni, ma è compito di tutti costruire un ambiente sano.  

Sébastien – Lo vediamo ogni giorno: c’è ancora molta strada da fare prima che tutti accettino le nostre differenze, qualunque esse siano. Se i videogiochi possono allargare i confini, è un passo in avanti significativo.  

Ingrid – Sono ancora ottimista sul fatto che arriveremo a un punto in cui ci immergeremo completamente in un gioco per quello che è, senza mettere in discussione l’identità dei personaggi che interpretiamo.

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Alessandro Reppucci

Senior Editor e responsabile YouTube di Serial Gamer, da sempre innamorato follemente dei videogames, dai 5/6 anni in poi ha macinato giochi su giochi di ogni genere.

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