Downward Spiral: Horus Station è il nuovo progetto del team indipendente chiamato 3rd Eye Studios, un team formato da sviluppatori che vantano un curriculum di tutto rispetto, infatti troviamo al suo interno ex membri di Unity Technologies, Moon Studios (Ori and the Blind Forest), RedLynx (Trials Fusion) e Remedy Entertainment (Alan Wake).
Il gioco è un’avventura in prima persona nella quale l’esplorazione, la gravità zero e la risoluzione di semplici enigmi la fanno da padrone, con l’obiettivo di capire cosa sia successo alla stazione spaziale nella quale è ambientato il tutto. Le premesse sembrerebbero interessanti ma non sempre è facile mantenere un livello adeguato senza dare delle basi solide al prodotto.
Nel corso di questa particolare avventura ambientata nello spazio dovremo vestire i panni di un ingegnere aerospaziale che si ritroverà senza più nessuno dell’equipaggio in sua compagnia all’interno di una stazione alla deriva chiamata Horus.
Ovviamente nel corso della nostra avventura avremo a che fare con situazioni al limite anche per via della mancanza di gravità che ci spingerà ad affrontare ogni singola sezione stando attenti ad avere un appiglio vicino a noi oppure ricorrendo ad un comodo rampino che ci consentirà di attaccarci alle diverse superifici.
Anche se all’interno della struttura non avremo né compagni né colleghi, tutti morti o scappati, dovremo vedercela con alcune presenze non proprio raccomandabili con tanto di droni impazziti a difesa dell’avamposto che ovviamente cercheranno di metterci ulteriori bastoni tra le ruote. Nel nostro percorso dovremo dunque muoverci con circospezione stando attenti a tutti i pericoli presenti ma anche alle varie strade che dovremo intraprendere cercando spesso interruttori o chiavi per aprire l’apposita porta che altrimenti sarà invalicabile.
In tutto ciò avremo qualche missione qua e là assegnataci tramite monitor come per esempio ripristinare energia in alcuni settori della nave oppure agganciare tra loro alcune sezioni, oltre che a collezionare alcuni oggetti, i datapad, che purtroppo però risultano abbastanza inutili ai fini del gioco.
Camminate a gravità zero
Data la natura del titolo non ci sarà molto da fare in Downward Spiral, dato che dovremo soprattutto proseguire all’interno della nave spaziale per cercare di capire cosa sia successo e cosa abbia scaturito la sparizione di tutti gli astronauti.
Nelle nostre “camminate” a gravità zero con appigli e rampino avremo l’occasione di risolvere diversi enigmi come già scritto in precedenza con il recupero di alcuni oggetti chiave difendendoci da alcuni robot impazziti utilizzando le diverse armi che avremo a disposizione nel corso dell’avventura tra le quali troviamo pistole, fucili a poma, cecchini e qualche altro oggetto utile, insieme ad un interessante fucile che ci consentirà di paralizzare i nemici per qualche istante e di colpirli facilmente.
Tutto questo poi sarà giocabile anche in cooperativa con un amico con la possibilità di intraprendere questo particolare viaggio andando a risolvere specifici enigmi che saranno modificati proprio per l’occasione con i due giocatori che dovranno collaborare e per esempio spingere all’unisono un pulsante o interagire con degli oggetti contemporaneamente per proseguire.
Dando uno sguardo al comparto grafico del titolo c’è da dire che non siamo di fronte ad un capolavoro, dato che si possono notare diversi riutilizzi di asset con la presenza di stanze e corridoi uguali tra loro e la presenza di diverse compenetrazioni di poligoni. A questo si uniscono però alcuni effetti di luce abbastanza convincenti che, insieme ad effetti sonori utilizzati ottimamente, riescono a conferire al titolo un atmosfera degna di un gioco ambientato nello spazio con pericoli e quant’altro tenendo alta la tensione.
Downward Spiral: Horus Station in definitiva è un gioco che galleggia tra la sufficienza e l’insufficienza con diversi aspetti non al massimo sia per quanto riguarda la narrativa, praticamente assente, che risulta davvero inconsistente, sia per un gameplay che dopo qualche minuto tende ad annoiare. Sicuramente si poteva operare in maniera decisamente migliore per dar vita ad un avventura più impegnata e piacevole da affrontare.
*Versione Testata: PC, grazie al codice fornitoci dal publisher