The Alters è un videogioco di fantascienza sviluppato da 11 Bit Studios, in arrivo il 13 giugno su PC, PlayStation 5 ed Xbox Series X|S (anche su Game Pass Ultimate e Game Pass PC). Ho avuto modo di provarlo in anteprima su PS5 grazie a un codice fornito dagli sviluppatori e quella che ho trovato è un’esperienza intensa, profondamente originale e, almeno per chi scrive, emotivamente davvero provante.
Ci sono giochi che si fanno ammirare per la loro qualità, per il livello di cura e per le idee che propongono, ma che riescono comunque a lasciarti addosso un senso di disagio. Non perché siano brutti, anzi, tutt’altro, ma perché toccano corde assolutamente inaspettate. The Alters è uno di quei giochi: un’opera lucidissima nella sua visione, ma capace di mettere a dura prova non solo le abilità del giocatore, ma anche il suo equilibrio emotivo. Non mi è dispiaciuto giocarlo, ma più di una volta ho dovuto fermarmi, respirare a fondo, ed aspettare qualche minuto per andare avanti.
Tutto inizia nel peggiore dei modi: Jan Dolski, il protagonista, si risveglia su un pianeta desolato dopo un incidente, intorno a lui solo rottami e silenzio, il resto dell’equipaggio è morto. In mezzo a questo panorama alieno, Jan scorge una gigantesca base mobile, simile a un colosso tecnologico piantato su ruote. Potrebbe essere una speranza, ma la minaccia è già alle porte: il sole di questo mondo non dà vita, ma annienta. Si può stare sulla superfice solo un tot di ore al giorno, che vanno diminuendo ogni volta che si sposterà la base nella zona successiva prima che grazie all’esposizione alle radiazioni solari, tutto ciò che si trova in superficie venga incenerito. L’unica possibilità è muoversi, trovare ciò che serve per proseguire, costruire e sopravvivere.


Ed è proprio qui che entra in gioco l’idea più audace del titolo: il Rapidium, un elemento misterioso che permette a Jan di creare delle copie di sé stesso. Ma non si tratta di semplici cloni: ciascun “Alter” rappresenta una versione alternativa della sua vita, modellata da scelte diverse. Un Jan che ha completato l’università, uno che ha affrontato suo padre violento, uno che non ha mai divorziato. Persone diverse, con competenze uniche, ricordi propri e soprattutto emozioni. Possono aiutare, certo, ma vanno anche gestiti, ascoltati, compresi perché ignorarli o deluderli può avere conseguenze disastrose.
Il risultato è un equilibrio delicatissimo tra gioco gestionale, survival e introspezione psicologica. Ogni Alter può contribuire in modo concreto: chi sviluppa nuove tecnologie, chi coltiva piante per il sostentamento, chi estrae risorse, ma è altrettanto importante mantenere il morale alto, soddisfare richieste, affrontare le loro crisi esistenziali. In pratica, The Alters ti costringe a fare da capo, terapeuta e compagno di squadra… con te stesso.
Il concept è geniale, ma ciò che sorprende è come il tutto è sviluppato. La scrittura è solida, mai banale e le performance vocali (con Alex Jordan che interpreta ogni Alter con una sfumatura diversa) aggiungono profondità ed umanità. Il gioco non ha paura di affrontare tematiche personali, intime, e riesce a farlo senza mai scadere nel melodrammatico. C’è un percorso di autoanalisi che accompagna il giocatore passo dopo passo, e più si va avanti, più si inizia a comprendere, e forse perdonare, le versioni mancate di sé.

Naturalmente, oltre alla parte narrativa, c’è anche una componente survival molto marcata. Bisogna gestire risorse, costruire stanze, produrre cibo, mantenere la base operativa, evitare i danni da radiazione e affrontare ostacoli ambientali sempre nuovi. Il tutto mentre il tempo stringe e il sole mortale si avvicina. Ogni nuova meccanica non sostituisce la precedente, ma si somma ad essa, creando una complessità crescente che può a tratti diventare soffocante. Il gioco sembra fatto apposta per spingerti al limite, per metterti alle corde e vedere se e come riesci a reagire.
Col passare delle ore, il senso di pressione aumenta vertiginosamente. Una scelta sbagliata, magari presa diverse ore prima, può compromettere l’intera partita (è possibile riprendere i salvataggi dei giorni precedenti, visto che il save è automatico ad ogni risveglio del protagonist). È evidente che il gioco sia pensato per più run: tiene traccia delle decisioni prese e ti invita a sperimentare alternative, offrendo un’ottima rigiocabilità. Ma ogni tentativo è un esercizio di resistenza psicologica, non solo di abilità.

Alla fine, mi sono sentito esausto. Non per noia, ma per sovraccarico. L’idea di dover costantemente conciliare gestione, empatia e sopravvivenza mi ha riportato alla mente situazioni di vita reale più che momenti ludici. The Alters è un’esperienza coinvolgente, ma anche sfiancante, fin troppo personale, fin troppo vera, anche se per fortuna non mancano momenti divertenti, citazioni brillanti e meccaniche atte ad alleviare lo stress tanto degli Alter che del giocatore.
A livello tecnico il gioco è maestoso e nonostante il pianeta non abbia biomi molto differenti, la presenza di una varietà di ostacoli sempre maggiori da affrontare rende The Alters sempre vario e mai banale. Su PS5 non ho riscontrato praticamente nessun bug, nelle trenta ore che mi sono servite per finire la prima run più una decina per provare scelte diverse da salvataggi precedenti, a parte un caso in cui mentre costruivo un potenziamento unico il gioco si è bloccato e ho dovuto ripetere la giornata.
Da segnalare inoltre che il comparto audio è ottimo e immersivo (del doppiaggio ho già parlato sopra) e che non sono presenti sottotitoli o localizzazione in italiano, anche se l’inglese utilizzato è piuttosto comprensibile nonostante i temi affrontati.


Conclusione
The Alters è un’opera che non lascia indifferenti. Mescola fantascienza, etica, strategia e sopravvivenza con una sensibilità rarissima nel mondo dei videogiochi. È stressante, sì, a tratti opprimente, ma proprio per questo memorabile. Non è il classico survival che giochi per rilassarti, ma un viaggio emotivo e mentale che ti obbliga a confrontarti con le infinite versioni di te stesso. Un capolavoro che ti mette davvero alla prova, mentalmente e fisicamente.
*Versione testata: PS5, grazie ad un codice fornito dal publisher in cambio di una recensione onesta.