Non tutti i giochi hanno una semplice collocazione all’interno del mercato videoludico infatti alcuni cercando di trovare qualche nuova strada nel medium risultano complicati da analizzare in quanto provano a ricoprire delle categorie ma senza chiarire effettivamente cosa “vogliano fare da grande”.
E’ proprio questo il caso di SCHiM, titolo sviluppato da Ewoud van der Werf e Nils Slijkerman che prova a dare una sua visione rivisitata di quello che possiamo definire un puzzle game con elementi platform con l’aggiunta di spunti narrativi non convenzionali. Vediamo dunque se questo connubio è una scelta vincente oppure una soluzione che non riesce a distinguersi come vorrebbe.
Storia umana
SCHiM vede come protagonista un piccolo essere che vive nell’ombra il quale per sopravvivere deve spostarsi da una zona scura all’altra senza stare troppo sotto la luce (analogamente a quanto si vede coi vampiri) per evitare di “morire”. Il protagonista del racconto non è altro che l’ombra di una persona che fortuitamente si separano facendo partire tutta la vicenda che porta la creatura a muoversi affannosamente nei sessantacinque livelli presenti al fine di ricongiungersi con la sua metà. Nelle quattro ore circa che servono per completare l’avventura non troviamo né dialoghi né voci narranti che spiegano quello che succede ma solo una serie di immagini le quali ci consentono di capire la storia della persona caratterizzata da le più classiche situazioni di vita vissuta come gli studi, i primi amori e i primi lavori.
Nascosto nell’ombra
Con la storia che viene raccontata tramite il proseguimento delle nostre azioni la componente che smuove il tutto è sicuramente il gameplay che risulta abbastanza lineare e semplice: di base controlliamo la creatura sopracitata con la possibilità di muoverci attraverso tutti i tipi di ombra saltando tra uno spazio e l’altro tramite la pressione dell’apposito tasto. L’utilizzo del salto va calibrato alla perfezione in quanto, a seconda della pressione, possiamo allungare o meno la portata stando sempre attenti a non finire sotto la luce per più di qualche secondo pena il restart all’ultimo checkpoint.
Il team di sviluppo per rendere leggermente più complicata la gestione dei salti ha deciso di puntare molto sulla prospettiva in quanto in diverse situazioni siamo portati a gestire anche la telecamera per trovare sezioni che ad un primo sguardo sembrerebbero nascoste. Insieme a questo gioco di prospettive poi troviamo anche tutta una serie di enigmi ambientali nei quali è richiesto per esempio accendere semafori o azionare sbarre e saracinesche.
Luce ed ombra
Se dal lato del gameplay forse il tutto risulta un po’ troppo semplificato e guidato è dal lato artistico che il gioco fa un’ottima impressione dando vita a delle sezioni caratterizzate dall’alternanza di luci e ombre che sono utilizzate alla perfezione con un accenno di colore per definire le varie aree: per esempio troviamo il verde chiaro nelle sequenze nei parchi di giorno, oppure verde scuro per quelle notturne. Un utilizzo delle colorazioni davvero piacevole da vedere che viene accompagnato in tutti i livelli da una discreta colonna sonora che fa il suo lavoro insieme alle classiche onomatopee che fanno da contorno all’avventura della creatura.
Un indie con idee
SCHiM è un titolo che offre diversi buoni spunti consegnandoci tra le mani un’avventura semplice e lineare ma che permette di riflettere sulle diverse situazioni della vita che ci troviamo ad affrontare.
Forse a livello di gameplay risulta un po’ troppo basilare con i vari livelli che risultano davvero semplici da affrontare ma nel complesso è un indie che merita per le idee messe in atto dagli sviluppatori.
*Versione Testata: PS5, grazie al codice fornitoci dal publisher