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Kingdom Come: Deliverance, Un viaggio unico nelle terre della Boemia medievale – Recensione

19 Feb 2018 | Recensioni Videogiochi, PC, PlayStation 4, PlayStation 4 Pro, Recensioni, Videogiochi, Xbox One, Xbox One X

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Ripensando ai GDR del recente passato spesso vengono in mente i soliti eccellenti titoli che hanno caratterizzato la scorsa e la corrente generazione di console, con giochi che hanno segnato indissolubilmente la storia del medium, basandosi, la maggior parte delle volte, su contesti fantasy tra magie, armi incantate, mostri e quant’altro.
Warhorse Studios però ha deciso di portarci in un mondo del tutto “nuovo”, diverso dall’ordinario ma quanto mai vicino alla nostra storia, sviluppando, dopo una campagna Kickstarter partita nel 2014, varie vicessitudini, e il portafoglio di un ricco benefattore, Kingdom Come: Deliverance, un GDR in prima persona che ci immerge in un realismo difficilmente visibile in un videogioco, ambientato nella Boemia del XV secolo nel pieno di guerre, saccheggi e massacri.
Un percorso molto difficile quello scelto dal game director Daniel Vávra e il suo team che ha cercato di riportare tutta la storia in maniera credibile creando un’atmosfera unica e decisamente perioloso da ricreare all’interno di un videogioco facendoci vivere in prima persona le sensazioni e la bellezza dei tempi passati, ma anche la loro atroce e cruda realtà.

Nella mani del figlio di un fabbro

1403. Gli anni sono quelli dello Scisma d’Occidente con il papato diviso tra Roma e Avignone, mentre nella Boemia medievale “regna” il caos con il figlio di Carlo IV, Venceslao IV salito al trono ma, per via della sua natura pigra, non proprio il miglior re che il regno si aspettava.
Dopo gli anni d’oro di re Carlo IV, che aveva dato una stabilità notevole al regno di Boemia diventando anche imperatore del Sacro Romano Impero, Venceslao IV non prese spunto da quanto fatto di buono da suo padre ma decise di buttare via le sue giornate in feste e festini del caso. Per spodestare Venceslao i nobili del paese chiesero l’intervento di Sigismondo di Ungheria, fratello di Venceslao con manie di potere, il quale rapì il re per costringerlo ad abdicare invadendo poi la Boemia e saccheggiando ogni città del regno grazie al suo esercito di mercenari e cumani.
Tra le città assediate ci finirà presto anche la Skalica argentea, un piccolo villaggio in cui vive il protagonista del gioco, Henry, il figlio del fabbro, che, fino a quel momento, aveva vissuto una vita tranquilla e allegra, spassandosela con gli amici la notte a suon di feste e bevute. Purtroppo però tutto cambia, come detto in precedenza, con l’assedio da parte degli uomini di Sigismondo e del suo generale Markvart, con il povero Henry costretto prima ad assistere al saccheggio del villaggio e all’uccisione dei propri cari, poi a scappare montando un cavallo di fortuna verso il castello più vicino, inseguito dagli stessi aggressori di Skalica.
Anche se Henry è ancora, come si suol dire, un bamboccione è costretto a crescere in fretta e ad andare oltre agli atroci scenari che la vita può offrire; parte così una vicenda all’insegna della vendetta e della forza d’animo, che il protagonista deve costantemente avere per proseguire nel suo viaggio che lo porterà nelle più anguste terre ma anche a relazionarsi con uomini di ben più elevato rango rispetto al suo.
Parteciperemo alle più svariate missioni affrontando di petto o con l’ingegno qualsiasi situazione, da un semplice scambio di opinioni a un duello con un comandante delle truppe nemiche con tanto di assedio, prima studiato grazie all’esplorazione e alla ricognizione del territorio, poi affrontato con il giusto numero di truppe, in battaglie che entreranno nei cuori dei giocatori, inebriati dal sapore unico che riesce a regalare il gioco in queste situazioni.
Per una cinquantina d’ore saremo completamente rapiti da questo universo tanto realistico quanto magnifico che si staglia prepotentemente nel mondo videoludico come un castello con le sue imponenti mura sa fare.

kingdom come deliverance 2017 game 2b Serial Gamer

Attenzione ai particolari

Il mondo di Kingdom Come unisce alla perfezione le componenti realistiche, come quasi mai si era visto negli ultimi anni, e quelle da GDR di altri tempi, insieme ad una natura survival che ci accompagnerà prepotentemente in tutta la nostra avventura in Boemia.
Già dalle prime semplici missioni che fungeranno da introduzione al mondo di gioco possiamo incominciare a farci un’idea di quello che ci aspetta nel titolo: nessuno ci regalerà niente, tutto quello che riusciremo a fare sarà soprattutto grazie alle nostre capacità e alla nostra perseveranza all’interno del gioco. La natura realistica cercata e trovata alla perfezione dai ragazzi di Warhorse Studios ci porterà a fare i conti con una Boemia che non ci farà sconti, dovremo infatti pensare prima di tutto alla nostra sopravvivenza procurandoci cibo, acqua e affini per poter soddisfare i bisogni primari di Henry, attenti però a non ubriacarvi troppo, non vorrete diventare un ubriacone di professione e andare in guerra barcollando.
Ma queste sono solo poche delle statistiche a cui dovremo stare attenti, il gioco infatti non ci mette davanti ad una scelta iniziale classica della nostra classe preferita, dell’arma che vorremmo utilizzare per farci strada nella nostra epica avventura, bensì tutti i giocatori partiranno alla pari controllando il figlio del fabbro, che, col passare del tempo, verrà riconosciuto con il suo nome per via delle sue eroiche azioni a suon di fendenti e stoccate.
Proprio per questo avremo piena libertà d’azione nella maggior parte delle missioni, con la possibilità di diventare un personaggio eclettico, per esempio potremo imbracciare le armi in ogni situazione e diventare un vero e proprio soldato spietato, oppure usare una via più diplomatica utilizzando il nostro aspetto e i nostri abiti per farci beffe dei nostri interlocutori convincendoli del nostro alto rango.
Ma non pensate che il vostro livello di abilità nella parola avanzi così dal nulla, infatti oltre a disquisire del più e del meno con la maggior parte degli abitanti del mondo di gioco, sarà possibile aprire i libri e imparare a leggere aggiungendo sempre più abilità al protagonista. Ovviamente non aspettatevi che Henry, il figlio di un fabbro, sappia leggere un libro che vede per la prima volta; ma non disperate perché sarà possibile recarsi dallo scrivano di Uzhitz pagare ben 50 Groschen e apprendere il suo sapere per poter sfogliare qualche pagina tra una battaglia e l’altra.
Insieme a quanto appena citato si va ad aggiungere un sistema di progressione determinato dall’utilizzo che faremo di ogni determinato oggetto, per esempio sguainando la nostra possente spada potremo aumentare i valori di forza andando a sbloccare combo uniche che andranno ad impreziosire i nostri duelli, oppure tirando frecce contro i nostri sventurati nemici aumenteremo le apposite caratteristiche adibite al tiro, diventando il Robin Hood della Boemia.

Kingdom Come Serial Gamer
Meccaniche, croce e delizia di una produzione quasi perfetta

Continuiamo il discorso sul combat system analizzando meglio questo aspetto del gioco che potrebbe risultare di primo acchito un po’ legnoso e macchinoso, ma che, dopo le prime ore di gioco, risulterà incredibilmente appagante e soddisfacente, vi ritroverete infatti ad esultare dopo un duello con il cattivo di turno, magari dopo qualche fallimento dettato dalla troppa foga di tirare colpi su colpi al vostro avversario.
Il realismo infatti si riperquote anche nel puro gameplay del titolo con la possibilità di tirare fendenti o stoccate proprio come se fossimo in un vero combattimento all’arma bianca, con l’opportunità di imbracciare uno scudo rubato da un corpo caduto prima di noi e difenderci con le unghie e con i denti dalla foga del nemico.
Avremo la possibilità di colpire in cinque differenti punti con l’aggiunta della stoccata centrale per destabilizzare il nostro avversario, inoltre potremo concatenare diversi colpi così da fare più danni o addirittura eludere l’attacco nemico premendo l’apposito tasto di parata per eseguire un rapido contrattacco o spostarci di lato per colpire subito dopo con un fendente di spada.
Assieme all’arma bianca potremo portare con noi un arco con il quale scoccare la nostra freccia con un metodo difficile da digerire per molti dei giocatori. Infatti non sarà presente alcun tipo di indicatore, tutto dipenderà da noi e al nostro occhio. L’arte dell’arciere diventerà così una vera e propria sfida che, se affinata, non solo a livello di personaggio, ma anche a livello personale, di giocatore, darà immense soddisfazioni.
Una delle cose incredibili è che, come in occasione dei dialoghi, i quali come detto dipenderanno da molti fattori tra cui il modo di apparire, i vestiti e le nostre azioni all’interno del gioco, anche il combattimento sarà influenzato dalle condizioni fisiche, dall’equipaggiamento, dallo stato dell’arma e da molti altri fattori che rendono il tutto davvero unico.

kingdom come deliverance screenshot 21 fight cumans Serial Gamer

Ma non ci sarà solo il combattimento in Kingdom Come: Deliverance, infatti saremo accompagnati nel nostro soggiorno in Boemia anche da altre meccaniche che potremo fare nostre, con qualche difficoltà.
Innanzitutto avremo la possibilità di muoverci nell’ombra utilizzando le meccaniche più stealth che ci fornisce il gioco con la possibilità di abbassarsi e sgattaiolare all’interno di edifici, anche se ben presto ricorrerete a metodi differenti lasciando da parte la vocazione da ladro. Forse in questo caso si fa sentire in negativo il realismo del gioco non dando al giocatore un segnale effettivo su quando sia nell’ombra e al riparo da occhi indiscreti o meno come in altri giochi dalle meccaniche simili.
Lo stealth poi ci porta, tramite un filo conduttore, ad altre due meccaniche abbastanza controverse della produzione che possono piacere o non piacere (probabilmente più la seconda) per via, non tanto della difficoltà, ma per colpa del loro essere alquanto macchinose, stiamo parlando del borseggio e dello scassinamento.
Partiamo da quest’ultimo, che ci consentirà di aprire determinate porte, forzieri e compagnia tramite l’apposito grimaldello, in un minigioco che chiamare impegnativo è un eufemismo; sin dalle prime battute, compreso il tutorial, sarà molto difficile padroneggiare l’arte dello scassinatore, dovremo infatti ruotare con la levetta sinistra la serratura (cosa facile a dirsi ma nel gioco dannatamente complicata), mentre giriamo nello stesso momento il grimaldello con la levetta destra, dopo aver trovato la posizione ideale segnalata da una colorazione oro.
Il problema è che dal tutorial in avanti si conteranno più i grimaldelli rotti che i bottini importanti recuperati negli scassi, anche se, proseguendo nell’avventura, portando avanti le abilità utili e facendoci il callo, come si suol dire, potremo però impadronirci di questa tecnica che all’inizio sembrava dedicata solo al miglior ninja delle terre boeme.
Ma se pensate che lo scassinamento non faceva per voi allora mettetevi il cuore in pace anche con il borseggio dato che questa è forse, a parer mio, una delle meccaniche meno riuscite del gioco.
Non solo dovrete arrivare alle spalle del malcapitato non facendovi vedere da altra gente, ma dovrete affrontare anche un altro complicato mini gioco in cui comparirà una ruota nella quale saranno presenti i diversi oggetti celati da un punto di domanda. Dovrete quindi cliccare su quest’ultimi per scoprire il bottino e recuperare la merce, il problema che dovrete  farlo in una manciata di secondi col rischio di ottenere oggetti di poco valore ma, soprattutto, di finire nei guai con le guardie subito allertate.
Ben presto capirete anche che il metodo di salvataggio non vi aiuterà in questi casi, infatti a parte i vari salvataggi automatici dopo le missioni più importanti o dopo aver dormito un buon numero di ore, l’unico modo per salvare i propri progressi nel bel mezzo della Boemia medievale sarà quello di possedere una “Grappa del Salvatore”, peccato che all’inizio questo mistico oggetto costi un numero spropositato di Groschen, ossia dai 100 ai 150, cifra spesso proibitiva nelle fasi iniziali. Ma non disperate dato che più avanti nel gioco sarà possibile anche distillare il liquore, una volta appresi gli insegnamenti dell’apposito alchimista.
Al netto di queste ultime meccaniche non proprio positive il gioco riesce ad elevare tutto ad un livello difficilmente raggiungibile, grazie ad un connubio tra realismo e combat system che ci consentirà di dar sfogo ai nostri sogni di batterci in vere e proprie guerre facendo parte di veri e propri eserciti, in quelli che si sono dimostrati alcuni degli scontri più incredibili ed epici mai affrontati. Per non parlare poi della qualità e della tensione che i duelli riescono a mettere addosso con una stoccata sbagliata che potrebbe segnare una fine lenta e dolorosa o un fendente ben assestato che potrebbe decretare una vittoria insperata e sofferta.
Ah e non pensate di avventurarvi da soli in battaglie contro più di un individuo, dato che gli “handicap match”, come è giusto che sia in un contesto del genere, saranno quasi impossibili da portare a casa, obbligando il giocatore, nella gran parte dei casi, a batter in ritirata.

kingdom come deliverance banner Serial Gamer

Guardar l’alba sulle mura di un castello

Se molti aspetti della narrativa e del gameplay sono degni di lode l’aspetto tecnico e grafico risulta un po’ sottotono rispecchiando appieno la natura della produzione che, ricordiamo, viene comunque da una campagna Kickstarter e non nasce come progetto tripla A.
Il comparto tecnico è di sicuro uno dei punti negativi della produzione con il frame rate che in alcune occasioni non riesce a rimanere stabile coadiuvato da alcuni bug che spesso risultano evidenti, anche se questi problemi non vanno a minare l’esperienza di gioco che resta sempre di altissimo livello anche grazie agli scorci eccellenti che il titolo riesce a farci assaporare. Vi capiterà, per esempio, di esplorare una foltissima foresta e successivamente di uscire da quest’ultima, magari dopo uno scontro quasi mortale, e trovarvi dinanzi un maestoso castello, facendo esplodere di emozioni il vostro io medievale.
Ogni cosa è riportata alla perfezione e in maniera coerente con il contesto storico, con il buon Henry che sarà costretto a passare dalle rudi ambientazioni di Skalica alle ben più regali stanze dei nobili, da villaggi a imponenti castelli il tutto coadiuvato da una colonna sonora che va ad impreziosire ancor di più le nostre avventure grazie a dei brani ad hoc perfetti nella maggior parte delle situazioni che riescono ad enfatizzare i momenti di aspra battaglia oppure ad accompagnare le esplorazioni più lunghe.
Da segnalare alcuni problemi con i caricamenti che, in alcuni casi, ci hanno obbligato a chiudere l’applicazione per riuscire a tornare nella Boemia medievale ed una visuale, una volta in sella al cavallo, un po’ macchinosa.

kingdom come deliverance talmberg Serial Gamer

Un medioevo quasi perfetto

Kingdom Come: Deliverance riesce ad inserirsi nel mondo videoludico in grande stile, consegnando nelle mani dei giocatori un’opera sotto alcuni aspetti eccezionale che riesce a dare emozioni uniche a coloro che si avventurano insieme ad Henry in una storia scritta magistralmente dai ragazzi di Warhorse Studios. Dopo le prime ore di gioco Kingdom Come svelerà la sua vera natura travolgendovi con le sue meccaniche impegnative ma molto appaganti una volta che si avrà il pieno controllo su esse dando immense soddisfazioni dopo aver vinto un duello o aver completato un assedio con i vostri commilitoni.
Malgrado qualche magagna per quanto riguarda alcuni aspetti del gameplay, un modo di salvare non proprio ortodosso e alcuni problemini tecnici e grafici qua e la, una produzione del genere merita senza ogni dubbio di essere supportata a fondo per il lavoro maniacale svolto dagli sviluppatori soprattutto per ricreare un mondo coerente e realistico della Boemia medievale.

*codice digitale per PlayStation 4 fornito dal distributore italiano, Koch Media

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Kingdom Come: Deliverance

9

Trama/Ambientazione

9.5/10

Gameplay

8.5/10

Grafica

8.5/10

Sonoro

9.5/10

Longevità

9.0/10

Pro

  • Comparto narrativo di alto livello
  • Atmosfera medievale unica
  • Gameplay estremamente appagante...

Contro

  • Qualche magagna tecnica
  • Alcune imperfezioni grafiche
  • ... ma sotto alcuni aspetti quasi frustrante

Alessandro Reppucci

Senior Editor e responsabile YouTube di Serial Gamer, da sempre innamorato follemente dei videogames, dai 5/6 anni in poi ha macinato giochi su giochi di ogni genere.

Alessandro Reppucci

Senior Editor e responsabile YouTube di Serial Gamer, da sempre innamorato follemente dei videogames, dai 5/6 anni in poi ha macinato giochi su giochi di ogni genere.

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