Dietro ogni fiaba c’è un mostro, per alcuni, ma anche molto di più.
Qualunque sia il mondo in cui ci troviamo, questo sarà fondato su un equilibrio, precario o meno, tra l’oscurità e la luce, ma le storie migliori sono quelle fanno incontrare i due poli opposti, creando fascinose zone grigie che per quanto irradiate di toni fiabeschi, ci regaleranno sempre anche un pizzico di inquietudine.
È infatti questa l’essenza intorno alla quale si definisce l’avventura di Roki, interessantissima opera videoludica sviluppata da Polygon Treehouse ed edito da United Label e City Interactive per essere resa disponibile lo scorso anno su Nintendo Switch e solo poche settimane fa anche su Playstation 5, Xbox Series X/S e PC.
Stiamo parlando di un lavoro che sa essere delicato e potente allo stesso tempo, grazie ad un equilibrio tra i comparti che vale agli sviluppatori un reale plauso alla luce dell’ottimo lavoro messo in atto, sia tecnicamente che a livello di atmosfera proposta.
Roki ci mette nei panni della giovane Tove, una ragazzina che vive in un’imprecisata città del nord Europa con suo padre, Henrik e il suo fratellino Lars. La famiglia sembra inizialmente solida, ma ben presto scopriamo che dopo la morte della madre per motivazioni ad inizio partita ignote, gli unici che stanno provando ad andare avanti con la vita sono solamente i bambini, mentre il padre appare totalmente annichilito dal lutto, incapace di reagire ed in grado di trascinarsi solamente dalla sedia a dondolo al tavolo della cucina, naufrago in un abisso di alcool e cibo sott’olio. Risulta dunque chiaro che, come Tove, dovremo prenderci cura in prima persona del nostro fratellino minore, un vulcano di energia e intraprendenza, che spesso si trova perso nel suo mondo popolato di fate, elfi, troll e creature delle fiabe nordiche, tutto intento a giocare con loro dimenticando la realtà tangibile.
Questo fino a quando, una notte, un gigantesco mostro nero giunge dalla foresta annunciato da uno stormo di corvi, distruggendo la nostra casa, lasciando Henrik sotto le macerie e rapendo il piccolo Lars, per portarlo attraverso un portale magico al centro della foresta che circonda la nostra tenuta.
Resoci manifesto, dunque, che il mondo di fiabe che ci raccontava Lars è tutt’altro che irreale, saremo chiamati a tuffarci al suo interno per salvare il nostro fratellino, preda di macchinazioni che non possiamo neanche immaginare.
Sarà un viaggio fantastico, pericoloso e magnifico in una foresta incantata, dove la magia del nord permea ogni fiocco di neve, ogni ramo e ogni sentiero celato tra le fronde. Cosa stiamo aspettando?
Il gameplay di Roki è quello classico di un Puzzle Game ambientale, che si snoda attraverso i tre capitoli di cui si compone la narrazione. Se il primo sarà una sorta di blando tutorial all’interno del quale prenderemo confidenza con le meccaniche, già a partire dal secondo la situazione si farà ben più intricata. Una volta che saremo nella foresta, infatti, saremo chiamati a sbrogliare matasse ben complesse, risolvendo semplici quest per i colorati npc, esplorando ogni zona, combinando gli oggetti che troveremo nel nostro vagare e aprendo sempre nuove vie, verso la risoluzione finale e la salvezza del nostro fratellino.
Avvicinandoci a Lars ci troveremo poi, nel terzo capitolo, all’interno del castello dove il nero mostro l’ha portato. In questa nuova area sarà possibile, in maniera anche abbastanza manifesta, respirare un’atmosfera diversa da quella della foresta, con zone e arie che ci ricorderanno quasi il castello della regina di Ico, introducendo dall’altra parte la meccanica del doppio personaggio, ove uno si troverà in una versione della fortezza sepolta dal ghiaccio, e l’altro in una veste dell’area più “primaverile” con tutto quello che consegue in ambito di vie accessibili ad un protagonista rispetto che all’altro.
Una cosa simile, per rendere l’idea, era la meccanica principale del brillante Degrees of Separation, side scroller che verteva proprio sull’avvicendarsi di calore e gelo per il procedere dell’avventura.
Nel complesso, in ogni caso, pur presentando dei puzzle intricati e complessi, il coefficiente di difficoltà risulta assolutamente abbordabile senza cadere nell’eccessivamente cervellotico o assurdo, e la risoluzione degli enigmi, che culminerà con l’apertura di vie sempre nuove, sarà sempre soddisfacente e appagante
A fronte di una narrazione delicata, che proporrà moltissime creature del folklore nordeuropeo in una veste interessantissima e pacata, il comparto visivo si accompagna in maniera coerente al resto dell’opera. Roki porta a schermo una palette cromatica composta quasi unicamente da tinte fredde, e affiancandolo ad uno stile artistico rotondo e caricaturale. Il fatto che il gelo che si percepisce nella foresta, e la perenne sensazione del lontano nemico si debbano correlare ad una scelta di colori pastello quasi dolce ed ad un design del carattere della protagonista così semplice, crea un gioco di chiaroscuro davvero gradevole, che offre da una parte un’esperienza immersiva e senza pretese, e dall’altra un concerto al cui prestare attenzione con stupore.
In conclusione, Roki si dimostra essere un prodotto ottimamente curato su praticamente tutti suoi piani. Fatta infatti esclusione di una OST che non incide, tutto il comparto artistico è ben strutturato e crea la giusta sfera, basandosi su un gameplay da meccaniche semplici che si applicano in una maniera complessa ma equilibrata.
Il viaggio attraverso un nord magico e folkloristico è il concetto su cui verte l’intera opera, e viverlo ci porterà a respirare in prima persona un’aria gelida e ricca di speranza e magia.
*versione testata: PS5, grazie al codice fornito dagli sviluppatori
Roki
- Trama/Ambientazione 80%
- Grafica 77%
- Gameplay 70%
- Sonoro 69%
- Longevità 75%