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The Dark Eye: Book of Heroes – Un libro degli eroi sbiadito – Recensione

16 Giu 2020 | Recensioni, PC, Recensioni Videogiochi

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The Dark Eye: Book of Heroes è il nuovo GDR table-top disponibile su Steam, ultima fatica di Random Potion Oy ed edito da Wild River Games. Un titolo che riprende il mondo di gioco ed il sistema di avventure dal noto gioco di ruolo “Uno Sguardo nel Buio“, la cui prima edizione uscì nel lontano 1984 (e di cui arriverà la recensione della nuova edizione cartacea proprio nei prossimi giorni sulle nostre pagine).

Quello portato alla luce dallo studio di sviluppo è un titolo che cerca di far vivere a quante più persone possibili il mondo di Uno Sguardo nel Buio. The Dark Eye Book of Heroes, però, ci riesce solo in parte. Ma andiamo a vedere il tutto nel dettaglio.

Che avventuriero sei? E qual è la tua missione?

Il sistema di creazione del personaggio di The Dark Eye: Book of Heroes si basa, principalmente, sulla scelta di carte che determinano tutti gli aspetti; in pratica, si va dalla scelta della classe fino al background del nostro personaggio, per arrivare a ciò che lo spinge a compiere le sue avventure.

Book of Heroes PG

Le razze da poter scegliere sono quattro: Umano, Nano, Elfo, Mezzelfo; stesso numero di scelte per quanto riguarda le classi: guerriero, mago, paladino e ladro. Dopo si passa al background ed alla “missione personale” che ci accompagnerà per tutto il tempo.

Il sistema di carte messo in piedi per The Dark Eye: Book of Heroes, nel decidere background e missione del personaggio, è una buona trovata; in particolare, è per racchiudere in poche (e semplici) scelte un’introduzione che poteva dilungarsi anche un po’ troppo.

Il motivo che spinge il nostro personaggio ad intraprendere la sua avventura cambia in base alle nostre scelte. Con il Paladino, ad esempio, mi sono ritrovato a dover sterminare dei cultisti; con il mago bianco invece sono partito con il dover uccidere dei lupi rossi.

Dopo aver creato la storia del personaggio, comunque, si passa alle modifiche estetiche. L’editor, purtroppo, non è molto approfondito nelle opzioni che ci mette a disposizione.

Una volta deciso il tutto si potrà vedere la scheda con i vari valori attribuiti alle varie caratteristiche come Forza etc.; ci si ritroverà, poi, alla Black Boar Inn dove inizierà il nostro viaggio tra le lande di Aventuria; e qui, purtroppo, non è tutto oro quel che luccica.

L’Avventura ha inizio in Book of Heroes

book of heroes forest Serial Gamer

 

Dalla taverna è possibile accedere alla bacheca, per avviare una nuova Avventura, parlare al mercante, dove scambieremo il loot trovato, alla chiromante (ne parleremo più avanti di lei) ed al NPC che ci permette di assoldare aiutanti per le nostre avventure. In più, ci sono in bella mostra un tavolo per l’Alchimia, una Forgia ed il nostro personale Baule/Magazzino. Piccola nota dolente, gli slot del Baule sono un po’ pochi e ci si ritroverà a riempirlo velocemente.

Una volta avviata l’Avventura (che riprendono anche alcune famose avventure del gioco di ruolo), si entra nel vivo di The Dark Eye: Book of Heroes. Ma è qui che arrivano, anche, i veri problemi che risiedono nel gioco.

In sostanza, i luoghi che andremo a visitare richiamano tre setting specifici: uno basato sulla foresta, uno basato su una cripta ed il terzo su una caverna. Quel che aiuta a diversificare le varie esplorazioni è il fatto che i dungeon sono generati casualmente; dopo aver giocato per un bel po’, però, si avverte una netta ripetitività generale di fondo che stona con il tutto.

Cominciata l’Avventura, l’esplorazione del luogo si basa su dei tiri (ripetuti) su Percezione ed in base al successo del tiro o meno si può arrivare anche a capire se c’è del loot nelle vicinanze. Se il tiro non ha successo, invece, bisogna proseguire per scoprire le varie porzioni di mappa; comunque, in generale, per scovare il loot è meglio affidarsi alla possibilità di cercare nei dintorni con un’abilità apposita.

Nel momento in cui si entra in combattimento ci si accorge ancora di più che il titolo riprende che per portare a segno l’attacco bisogna avere successo con il tiro. Una meccanica tipica dei giochi di ruolo e che deve essere trasposta in un videogame con accortezza. Questa meccanica, in The Dark Eye: Book of Heroes, porta ad una lentezza e ad una pesantezza negli scontri che, al giorno d’oggi, non si può perdonare; questo, purtroppo, bisogna dirlo anche se si tratta di un titolo che vuole riprendere le regole dei giochi di ruolo.

book fight1 Serial Gamer

Gli altri NPC assoldati, poi, non possono essere neanche controllati attivamente da noi; l’unico di cui avremo il controllo totale sarà il nostro personaggio mentre gli altri saranno gestiti dall’IA in maniera abbastanza semplice. IA che con i nemici in difficoltà, invece, tende a rendere frustrante la conclusione dello scontro dato che il nemico adotta l’approccio mordi e fuggi e se l’attacco fallisce per più volte di fila…

Ad ogni scontro terminato, poi, ci si deve necessariamente fermare e riposarsi per recuperare le energie. In base agli oggetti acquistati dal mercante (una tenda o il giaciglio) si può recuperare più Punti Vita alla volta. Il riposo, già nelle prime battute, diventa fondamentale per non vedere l’avventura fallire ma spezzano un po’ troppo il ritmo; e non aiuta neanche il fatto che, casualmente, c’è lo spawn di nemici che può mandare in fumo il riposo fatto pochi attimi prima.

L’idea di riprendere in toto il concetto dei giochi di ruolo per esplorazione, combattimento e “riposo” è interessante ma risulta valida solo per l’esplorazione. Infine, nota dolente per quanto riguarda gli obiettivi delle varie Avventure che si dividono in maniera banale tra il fare fuori i nemici, completare degli enigmi (abbastanza semplici) e fermare il rito/purificare il luogo.

Un approfondimento a parte lo merita il sistema di potenziamento del personaggio, che rimanda al sistema di carte di cui si è parlato nella creazione di quest’ultimo.

Le carte decidono le potenzialità

Il sistema di carte in The Dark Eye: Book of Heroes è utilizzato anche per potenziare il proprio personaggio. Un sistema che sostituisce quello dei livelli. Innanzitutto, si deve partire dal fatto che si avranno a disposizione sia le monete che gli AP, Ability Point, e che entrambe si useranno per potenziare il proprio personaggio.

Ogni volta che si termina un’Avventura si potrà scegliere tra tre carte, che principalmente daranno un aumento base al proprio personaggio (punti vita, punti karma etc.). Una volta scelta la carta, entra la Chiromante in gioco e ci si accorge del ruolo importante che ha quest’ultima.

La carta scelta è possibile prenderla così com’è oppure si può decidere di darle un bel upgrade (a suon di monete). Il costo in AP della carta senza l’upgrade è basso, ma una volta che abbiamo deciso di farla aumentare di grado quest’ultimo aumenta a dismisura. Un aumento che, però, è compensato dal fatto che ci porta a potenziare più caratteristiche insieme. Insomma, un costo alto ma che vale la pena prendere sempre in considerazione.

book cards Serial Gamer

Ciò porta anche a rigiocare le avventure già completate, solo per guadagnare monete e AP in più. Un sistema semplice ma che ha dalla sua una buona profondità che ci costringe a scegliere con accuratezza quali carte prendere e potenziare.

Una Aventuria un po’ sbiadita

Dal punto di vista grafico, The Dark Eye: Book of Heroes non si difende molto bene. Partendo dal fatto che le opzioni grafiche non esistono quasi, si può scegliere solo tra tre modalità: normal (quella che ho usato), fastest e highest.

Nonostante ciò, tra le tre modalità la differenza è minima e gli ambienti di gioco risultano sempre un po’ troppo spogli. Il riciclo degli asset poi, anche se i dungeon sono generati casualmente, non aiuta affatto al colpo d’occhio. Da sottolineare anche qualche rallentamento sporadico mentre ero in fase di combattimento. Neanche il sonoro passa a pieni voti l’esame, dato che le pochissime tracce a disposizione ed i suoni sono molto anonimi.

Il modello del personaggio è ben definito e fa il suo dovere, anche se c’è da dire che non si scende molto nel dettaglio; per quanto riguarda i vari NPC, invece, i modelli non brillano per originalità. Considerato il tutto, il titolo tra grafica e sonoro è appena passabile.

book dungeon Serial Gamer

Conclusione finale

The Dark Eye: Book of Heroes nasce da una buonissima idea che non trova un’altrettanta valida realizzazione. Così si può riassumere il giudizio sul titolo sviluppato da Random Potion Oy; l’idea di trasporre in un titolo tutto quello che avviene quando si gioca a “Uno Sguardo nel Buio” è accattivante ma deve rendere conto del fatto che, alla fine, ci si trova davanti ad una lentezza senza precedenti nell’azione di gioco che spezza il ritmo globlale.

Il tutto non è supportato neanche a sufficienza dall’impianto grafico del gioco e dal sonoro, che risultano abbastanza anonimi. Le note liete, invece, si intravedono nel sistema di carte, utilizzato sia per la creazione del background del personaggio che per aumentare le sue caratteristiche. Consigliato? Solo agli appassionati del genere, per quanto riguarda gli altri farebbero bene ad aspettare qualche aggiornamento importante che dia più vita al titolo.

*Versione testata: PC, grazie ad un codice digitale fornito dal publisher

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The Dark Eye Book of Heroes

24,99€
6

Trama

6.0/10

Gameplay

6.0/10

Grafica

5.5/10

Sonoro

5.3/10

Longevità

7.0/10

Pro

  • La creazione del background del personaggio
  • Il sistema di carte usato per potenziare il personaggio

Contro

  • Poca variazione nel gameplay, con enigmi scarsi
  • Ripetitività di fondo delle ambientazioni
  • Sonoro non all'altezza

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