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Sakura Wars: Il Mech nel golfo mistico – Recensione

5 Mag 2020 | Recensioni Videogiochi, PlayStation 4, Recensioni

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Ho un personale calendario dove segno le date di uscita di tutti i titoli di prossima release che mi interessano. È un calendario brutto, spesso con le date sbagliate e dove non di rado mi capita di scrivere un gioco e poi dimenticarmi di cosa diamine fosse, trovandolo mesi dopo senza riuscire a collegare quale delle mie 145 personalità fosse l’idiota colpevole di aver lasciato una nota che nessuna delle altre 144 si sarebbe mai filato.

Sakura Wars era uno dei titoli su questa lista già da un po’, e mi ricordavo perfettamente il perché.

Certo, al mio primo sguardo non avevo ancora capito interamente di cosa si trattasse, ma oggi, ad una settimana dalla release, posso finalmente dire il mio parere su uno dei JRPG più peculiari che abbia mai provato.

Sviluppato da Sega, Sakura Wars fa parte di un’omonima saga ed è disponibile su Playstation 4 dal 28 aprile scorso.

Introdotti immediatamente nella storia, vestiremo i panni di Seijuro Kamiyama, il nuovissimo capitano della Tokyo Combat Revue incaricata di affrontare la minaccia demoniaca che ancora perdura dopo gli eventi dell’ultimo titolo della saga, che si era concluso con una grande battaglia tra le creature malvage e le divisioni di Parigi e New York. La Flower Division di Tokyo, di cui ci troveremo ad essere responsabili, non passa dei bei periodi e le sue prestazioni sul campo e fuori sono quanto più lontane da quello che qualcuno direbbe “overperformare” A questo punto saremo noi con la nostra leadership e le nostre capacità di gestione personale e tattica sul campo a dover riportare alla gloria la Flower Division, anche in vista del torneo mondiale tra le varie Revue che si avvicina…

Sakura Wars 3 Serial Gamer

Dal punto di vista del Gameplay Sakura Wars non può identificarsi completamente come un JRPG, ma vede diverse commistioni di generi vari, che vengono messe sul piatto continuamente in ognuno dei capitoli che compongono la storia. Oltre alle fasi di combattimento sulle exo suit che comunque costelleranno la nostra avventura essendo queste di fatto il primo compito della Revue, saremo chiamati anche a coltivare i rapporti personali con le varie ragazze della divisione, gestire l’andamento del Teatro che funge da nostro quartiere operativo e svolgere alcuni semplici incarichi sparsi sul territorio di Tokyo. Molto importanti sono le sequenze parlate, che ci metteranno davanti ad ogni snodo narrativo oltre che introdurcxi alla meccanica delle scelte multiple a tempo, per le quali in determinati momenti dovremo rispondere al nostro interlocutore optando per la scelkta migliore, così da aumentare il nostro legame con questi.

Di fatto Sakura Wars è un continuo prendersi cura delle ragazze della Revue, coltivare le loro relazioni e spronarle a dare il massimo in attesa delle battaglie che puntuali si presenteranno nel corso della storia.

Le suddette battaglie poi si svolgeranno sfruttando meccaniche tipiche degli action JRPG: saliremo sulle nostre tute da battaglia, diverse per ogni personaggio, e affronteremo degli stage colmi di nemici da affrontare con l’inanellamento di combo a due tasti, schivate e tutti i mezzi che un comparto hack n’ slash, per quanto onestamente un po’ legnoso, può mettere in campo.

Kamiyama Dialogue with Analog LIPS compressed 768x432 1 Serial Gamer

Una cosa per cui sin da subito mi aveva colpito il primo impatto di Sakura Wars è poi il comparto grafico: i personaggi, il cui design ho poi scoperto essere stato curato da Tite Kubo, celebre autore del manga Bleach, presentano uno stile affilato e definito (in linea poi col tratto autoriale), con dei poligoni limpidissimi che si adagiano su ambienti altrettanto nitidi e luminosi. I caricamenti tra le aree di gioco sono di una durata ragionevole, e l’esplorazione è piacevole anche grazie alla fluidità a schermo di cui Sakura Wars gode dall’inizio alla fine.

Ad impreziosire ulteriormente il comparto sono le numerose scene animate che costellano il proseguire dell’avventura: molto frequenti, queste sfoggiano un’ottima qualità e sono perfettamente in grado di fare sentire il giocatore davvero all’interno di una delle produzioni anime più “uniche” sulla piazza.

Serial Gamer

Alla prova dei fatti, Sakura Wars è un’ amalgama di idee che solo una produzione nipponica può avere il coraggio di proporre: il suo mix di elementi mecha, visual novel, JRPG, vittoriano e gestionale danno vita a qualcosa di veramente mai visto e incredibilmente convincono senza lasciare spazio a dubbi che non siano più per presa di posizione concettuale che altro.

Il gameplay che ci troviamoa  dover esperire è vario e non stanca, grazie alle sequenze narrative, quelle di combattimento e quelle che ancora ci portano a vivere gli ambienti di gioco, curati da un’opera di fino davvero encomiabile.

Che vogliate fare un salto a teatro o su un mech armato fino ai denti Sakura Wars non vi farà pentire della vostra scelta di iniziare a giocare.

Vi aspettiamo tutti nella Flower Division!

*versione testata: PS4, grazie al codice fornito dagli sviluppatori

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Sakura Wars

7.6

Trama/Ambientazione

7.7/10

Gameplay

7.7/10

Grafica

7.9/10

Sonoro

7.4/10

Longevità

7.5/10

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

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