They Are Billions, titolo strategico survival in tempo reale ad ambientazione steampunk sviluppato ed edito da Numantian Games(in collaborazione con BitWorks per l’edizione console), è uscito su PC e su console dopo ben due anni di accesso anticipato; io però sono qui per parlarvi dell’edizione per Play Station 4, uscita in concomitanza con la versione Xbox One il 1° luglio 2019, due settimane dopo la release per PC avvenuta il 19 giugno.
Non sono un fan di questo genere di giochi, in quanto trovo gli horror survival strategici in tempo reale ripetitivi e noiosi sul lungo andare; il solo pensiero di dover resistere per ore ed ore ad orde infinite di zombie putrescenti mi mette una profonda sonnolenza, anche se il processo è affiancato ad una crescita progressiva delle proprie potenzialità in gioco. L’esauribilità di questa tipologia di giochi è elevatissima e spesso, a meno che non si riesca ad apportare una buona dose d’innovazione che stimoli la curiosità del giocatore, vengono abbandonati dopo pochissime ore di gioco. They Are Billions non riesce a scrollarsi di dosso il peso di questa maledizione, che grava atrocemente su di esso ed in particolar modo sull’edizione console di cui non si avvertiva assolutamente la necessità; ma andiamo a vedere tutto nel dettaglio.
Sopravvivere alla noia
Il vero nemico di They Are Billions non sono i non morti, bensì qualcosa di ben più subdolo, che si insinua nella mente del giocatore fin dalla prima ora di gioco: la noia, la terribile sensazione di star sprecando il proprio tempo dietro ad un gioco che sarebbe stato ottimo se solamente fosse nato come mobile game.
Il titolo non ha premesse o preamboli di sorta, e spinge il giocatore a buttarsi nella mischia in due principali modalità: la prima, nonché quella fondante di tutto il gioco, è la Partita Sopravvivenza, dove il giocatore dovrà impostare tre diversi parametri che andranno ad incidere sulla difficoltà e sul punteggio finale della propria run, ovvero il Tipo di Mappa, la Durata della Partita e la Popolazione Infetta; l’altra modalità ci viene proposta direttamente dagli sviluppatori, la cosiddetta Sfida della Settimana, ovvero una partita con parametri preimpostati ed insoliti per rendere il gioco più interessante, sebbene questo non lo riesca assolutamente a salvare dal baratro.
Le dinamiche all’interno di They Are Billions sono le stesse per ambedue le modalità, e consistono nel costruire edifici che permettano di produrre risorse che possano permettere al giocatore di difendersi dai non morti costruendo altri edifici o reclutando guerrieri che siano in grado di farlo; per ottenere una “vittoria”, se così può essere chiamata basterà ripetere ciò con insistenza fino alla fine della partita, dove il nostro punteggio verrà inserito all’interno della classifica mondiale. Ad aggiungersi al problema dell’estrema ripetitività troviamo anche le poche possibilità offerte dal titolo stesso, in quanto sbloccare gli edifici da costruire per ciascuna delle sei tipologie(Coloni, Risorse, Energia, Industria e Commercio, Esercito e Difesa) risulta molto semplice e fattibile in ben poco tempo.

Una volta afferrato il meccanismo di They Are Billions giocando seriamente anche solo due partite si perderà la voglia di farne altre, in quanto esse, sebbene le mappe siano generate proceduralmente, non saranno dissimili le une dalle altre, anche nella “Sfida Settimanale” che aggiunge solo delle variabili di difficoltà e non varia l’approccio del giocatore alle varie situazioni.
Altra cosa che si aggiunge al calderone è la difficoltà tecnica di approcciarsi ad un titolo con componenti gestionali su console, dove il genere ha storicamente dei problemi di adattamento in ambito di interfaccia e comandi: risulta difficile costruire, muovere le truppe ed anche banalmente solo spostare la telecamera avendo tra le mani un controller. Alcuni giochi semplicemente nascono per rimanere su alcune piattaforme, in quanto si sposano perfettamente con le sue periferiche; avventurarsi in territorio straniero alle volte può essere un rischio, e They Are Billions lo dimostra perfettamente.

Un mobile game sotto mentite spoglie
La realtà è che They Are Billions sia un gioco per mobile che crede di essere qualcosa di più, sebbene le dinamiche ed il comparto tecnico urli appieno il contrario. Dopo due anni di accesso anticipato mi sarei aspettato qualcosa di più solido, ed invece ci siamo ritrovati tra le mani un gioco per lo più vuoto sia dal punto di vista della giocabilità sia dal punto di vista tecnico; il titolo risulta infatti essere molto scarno, quasi solamente abbozzato per giunta, a livello grafico e sonoro, lasciando così una spiacevole sensazione d’incompiutezza al giocatore che vi sia approccia.
Spesso mi sono sentito preso in giro da alcuni sviluppatori, siano essi grandi case di produzione o piccoli produttori indipendenti, e They Are Billions entra a pieno merito in questa lista grazie alla combinazione di resa di gameplay e resa tecnica del prodotto.

Conclusioni
Insomma, They Are Billions riesce dove ben pochi altri titoli erano riusciti, ovvero a deludermi da pressoché ogni punto di vista; non vi è nulla, a partire dall’ambientazione fino ad arrivare ai modelli grafici, a meritare quantomeno la sufficienza, sopratutto se considerato in relazione al rapporto qualità-prezzo decisamente sfalsato. Un titolo del genere non dovrebbe poter essere venduto al prezzo di 24,99 €, prezzo decisamente elevato anche per coloro che appassionati di giochi in cui il grinding è fondamentale decidessero di acquistare il prodotto. Il gusto è giustamente un elemento fondamentale e soggettivo della scelta, ma vi sono diverse oggettività che vi ho indicato poco sopra da dover tenere in mente prima di mettere mano al portafogli. Unica cosa che si può fare al momento è aspettare l’edizione dotata di campagna che ha ottenuto successo nella sua versione PC, ovvero The New Empire, ma che su console tarda a palesarsi, invitandovi quindi a continuare a seguirci per ulteriori informazioni in merito.