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State of Decay 2: L’Apocalisse 2.0 di Undead Labs e Microsoft – Recensione

31 Mag 2018 | PC, Microsoft, Recensioni, Recensioni Videogiochi, Xbox One, Xbox One X

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A distanza di cinque anni dal primo capitolo del brand, Undead Labs e Microsoft Game Studios hanno pubblicato la settimana scorsa (18 maggio la Ultimate Edition e 22 maggio quella Standard) su Xbox One e PC (via Windows Store) State of Decay 2, mettendoci nuovamente nei panni di una comunità di sopravvissuti all’apocalisse Zombie. Con l’aggiunta di una componente multiplayer cooperativa e ben tre enormi località/mappe differenti, saranno riusciti gli sviluppatori americani a migliorare il loro ottimo titolo d’esordio? Scopritelo assieme a noi nella nostra approfondita recensione, frutto di oltre una settimana di gioco su Xbox One S, Xbox One X e PC della nostra redazione.

Non c’è sopravvivenza senza pianificazione

La premessa di State of Decay 2 è semplice, saremo chiamati a vestire i panni di un gruppo di tre sopravvissuti (di cui noi sceglieremo una coppia iniziale tra quattro proposte differenti) in una delle tre grandi zone disponibili dal dayone: quella collinare, un altopiano e la zona pianeggiante. Ognuna di queste zone, abbastanza ampie e completamente esplorabili, ha un diverso livello di difficoltà e differenti comunità di sopravvissuti che la abitano, ma indipendentemente da quella che sceglieremo una volta terminato il breve tutorial che ci presenta i comandi base del gioco, potremo cambiare zona abbastanza facilmente durante la partita, spostando l’intera comunità da un’area all’altra.

La trama principale di State of Decay 2 è incentrata sulla piaga del sangue, una mutazione della malattia che ha trasformato la maggioranza del genere umano in non morti che agisce sui vivi in maniera ancora più rapida e letale dell’infezione base, che dovremo riuscire a sconfiggere e debellare, ma il cuore pulsante di questo secondo capitolo è la comunità. Durante tutta la progressione saremo infatti chiamati a trovare nuovi superstiti, stringere rapporti commerciali e amichevoli o conflittuali con le altre comunità di NPC sparse nelle tre zone di gioco, trovare risorse per far sopravvivere i nostri compagni ed ingrandire la nostra base, scegliendo accuratamente quali strutture costruire al suo interno  e come consumare gli slot disponibili. Ogni membro della comunità è importante perché oltre a doverlo usare per forza, visto che i sopravvissuti hanno bisogno di riposarsi, di mangiare e di curarsi in caso di ferite gravi e che dovremo “ruotare” il personaggio utilizzato, ognuno ha la possibilità di specializzarsi in abilità diverse (sarà possibile trovare manuali e libri con cui farne imparare di nuove) e sarà nostro interesse far crescere queste abilità e metterle al servizio degli altri personaggi.

State of Decay 2

In questo secondo capitolo sono stati aggiunti infatti diversi elementi da RPG/MMO rispetto al suo predecessore: utilizzando un sopravvissuto aumenterà il suo livello generale e quello delle sue abilità ed in maniera minore anche quella del solo compagno gestito dall’IA che potremo portarci appresso “reclutandolo” nella nostra base. I personaggi passeranno da essere delle semplici reclute ad essere cittadini della comunità, per poi diventare Eroi (compiendo un’impresa) tra cui potremo scegliere il leader del nostro gruppo. La scelta del leader non implica solo l’attitudine della nostra comunità ma comporta anche dei cambiamenti nella trama di gioco e nelle tipologie delle missioni secondarie a nostra disposizione, cosa che aumenta la rigiocabilità di questo secondo capitolo e rende più difficile il completamento di tutti gli obiettivi/achievements disponibili (con i soliti 1000G al lancio). Un’altra novità sono gli Ammassi Infetti, infestazioni di zombie con la Piaga del Sangue che si riveleranno più ostiche di quelle normali, già presenti nel primo gioco e riproposte anche in questa produzione, che porteranno ondate di non morti via via più potenti a cercare di difendere il centro dell’Ammasso che dovremo distruggere, e che saranno da debellare obbligatoriamente per progredire nella trama principale, aumentare il morale del nostro gruppo e ottenere molta influenza, il parametro più importante del gioco che ci permetterà di ottenere la fiducia delle altre comunità, migliori condizioni nel commercio.

La parte gestionale è stata notevolmente migliorata, con molte basi disponibili in ogni zona, con requisiti sempre maggiori e ovviamente un numero proporzionato di slot per le strutture, e accompagna la lenta progressione del gioco in maniera mai invasiva e sempre abbastanza accessibile. Dovremo fare scelte drastiche per la comunità e soprattutto nelle prime basi, più piccole, fare a meno delle comodità e anche di alcune risorse base, che dovremo continuamente procurarci esplorando tutte le location a nostra disposizione. Anche gli avamposti ora sono fondamentali ed aiutano a far diventare la nostra comunità meno dipendente dall’esplorazione continua, anche se la morte di un personaggio, che sarà permanente comportando anche una diminuzione del morale dei nostri sopravvissuti proporzionale all’importanza del povero defunto, sarà davvero sempre in agguato. Anche dopo molte ore di gioco e con PG di alto livello infatti basta una disattenzione o un piccolo imprevisto (finire la benzina di un veicolo in mezzo ad un’orda per esempio) per perdere uno o più personaggi, con il rischio di non avere più sopravvissuti con capacità uniche utili al corretto funzionamento delle strutture della nostra base, costringendoci a cambiare tipo di costruzione o di addestrare un altro “eroe” in quella determinata skill. Rispetto al primo capitolo inoltre sono stati aggiunti molti veicoli, che potranno anche essere modificati grazie ad una particolare struttura della base (Officina) e resi più resistenti. Vi consigliamo però di fare attenzione perché anche se come dicevamo sono presenti più veicoli rispetto a State of Decay, anche in questo sequel i veicoli distrutti non saranno ripristinati e scompariranno dalla mappa di gioco senza venire sostituiti; la guida rimane un po’ approssimativa e non è comparabile alle produzioni sandbox o open-world ad alto budget, presentando inoltre diversi bug in varie aree delle tre zone.

State of Decay inoltre presenta la possibilità di giocare in co-op con gli amici, ospitando la sessione, permettendo di aiutare l’host nella sua partita, mantenendo comunque gli oggetti e le ricompense anche nel proprio salvataggio (le missioni però non verranno contate agli ospiti nei propri save)

State of Decay 2 02 Serial Gamer

Artisticamente bello ma con qualche problema di troppo

I giocatori che hanno giocato il primo capitolo della saga di Undead Labs apprezzeranno sicuramente le migliorie grafiche presenti in ogni aspetto di State of Decay 2, che utilizza in maniera artisticamente molto buona il budget a propria disposizione su Unreal Engine, dalle animazioni alle musiche, dal level design alle strutture delle mappe ed i modelli poligonali, tutto è davvero migliorato molto, ma non è ancora in grado di competere con le produzioni AAA degli ultimi anni a livello grafico. Dal punto di vista tecnico invece il gioco soffre di qualche problemino, con cali di frame-rate sia in single player che in co-op, qualche freeze e crash dell’applicazione e qualche bug di troppo, ma in generale nulla che comprometta in maniera davvero drastica l’esperienza di gioco.

State of Decay 2

In definitiva State of Decay 2 è un titolo che consigliamo sicuramente a tutti coloro che hanno apprezzato il primo capitolo della saga su PC e Xbox 360 e dagli amanti del genere survival horror, che merita assolutamente una possibilità anche in virtù del prezzo budget (€49,99) e dalla presenza fin dal lancio sul GamePass di Microsoft, grazie soprattutto alle implementazioni apportate dal team rispetto al suo predecessore e alla buona dose di ansia e tensione che riesce a far provare ad i giocatori in maniera costante.

*Recensione effettuata grazie ad un codice digitale fornito da Microsoft

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State of Decay 2

7.8

Trama/Ambientazione

7.5/10

Gameplay

7.5/10

Grafica

7.0/10

Sonoro

8.5/10

Longevità

8.5/10

Pro

  • Longevo, vario e ben strutturato
  • Parte gestionale mai invasiva
  • Ansia e tensione costante
  • Buona scelta di sopravvissuti e zone ampie ed interamente esplorabili

Contro

  • Alcuni bug di troppo
  • Cali di frame-rate frequenti in co-op

Paolo Lorenzini

Dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia, dopo anni a girovagare per le redazioni di settore ha deciso di costruirsi una “casa” su misura che gli permettesse di offrire un’informazione libera, priva di clickbait e gestita in maniera equa e meritocratica.

Paolo Lorenzini

Dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia, dopo anni a girovagare per le redazioni di settore ha deciso di costruirsi una “casa” su misura che gli permettesse di offrire un’informazione libera, priva di clickbait e gestita in maniera equa e meritocratica.

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