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Soulblight: avere idee geniali e disperderle al vento – Recensione

28 Mar 2018 | Recensioni, PC, Recensioni Videogiochi

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Soulblight, sviluppato da My Next Games e pubblicato da Movie Games, è un gioco rogue like dall’enorme potenziale…non sfruttato a dovere.

Si tratta di un titolo che prende spunto da diversi giochi appartenenti a generi altrettanto diversi, andando da The Binding of Isaac fino ad arrivare al ben diverso Dark Souls.

Ma, ahimè, fondere stili di gioco tanto diversi quanto intriganti non è una passeggiata, dovendo tener conto di molti fattori che, se fuori controllo, possono generare più caos che armonia videoludica. Ed è proprio questo il nostro caso: un titolo che parte con ottimi presupposti e con una realizzazione apparentemente buona, ma che si perde spesso in problemi molto banali.

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Origine della vita e corruzione del mondo

In Soulblight la vita stessa ha avuto origine grazie ad un antico e potente albero chiamato Albero delle Anime, al quale, per secoli, gli umani hanno rivolto profonda devozione; devozione che però col tempo si è tramutata in dannazione.

Questo ha inizio quando gli uomini stessi decisero di proteggere l’albero sacro da ogni minaccia rinchiudendolo in un Santuario, inaccessibile a chiunque non fosse stato degno di superare un’estenuante redenzione attraverso i suoi vari livelli. Una sorta di purgatorio creato per poter eleggere i pochi degni di poter giungere al sancta sanctorum.

Questa clausura ha però portato l’Albero a corrompersi pian piano, divenendo fonte principale del male nel mondo medievale fantasy, dal piacevole sentore steampunk, nel quale è ambientato questo titolo. L’unico modo per fermare la piaga del male è quello di purificare l’Albero stesso, affrontando il temibile Santuario, passato da difesa contro ogni pericolo a centro nevralgico del male assoluto.

Ed è qui che lo scapestrato protagonista che interpretiamo entra in gioco, senza nessun passato meglio specificato ma con un grande obiettivo: salvare il mondo. Insomma, nulla di troppo innovativo a livello di narrazione, ma che di per sé riesce a funzionare efficacemente con il tipo di gioco che è Soulblight.

Riuscirete a sconfiggere il cangiante Santuario affrontando via via i vostri più profondi e reconditi peccati? Ma attenzione, qui la morte vi porterà via tutto in modo più brutale di quanto già lo fosse in Dark Souls, in quanto solo pochi oggetti potranno essere salvati dall’oblio(se avrete la fortuna di trovare il forziere giusto)…poi tutto ricomincerà da capo. Ancora. E Ancora. E ancora…

Soulblight

Macchinoso e per niente intuitivo

Il gameplay di Soulblight è tutto fuorché semplice, e non perché ci troviamo di fronte ad un titolo dal grado di sfida particolarmente alto, ma per le dinamiche perlopiù nascoste e macchinose che gli sottendono. Ci si ritrova abbandonati in un mondo in cui non si sa cosa poter fare per poter avanzare, senza qualche spiegazione approfondita di determinate funzionalità. Una delle cose a risultare più odiose sarà il combattimento, per quanto assurdo ciò possa sembrare; ho maledetto ogni occasione in cui mi sono ritrovato a combattere i vari nemici presenti nei dungeon creati proceduralmente, non riuscendo a capire efficacemente come evitare figure barbine. Fortunatamente il gioco fornisce la possibilità di poter mantenere un basso profilo a seconda del tipo di approccio che si vuol mantenere in un livello.

Per carità, ho adorato alla follia il fatto di dover economizzare e saper gestire le rare risorse fornite da Soulblight, esattamente come ho amato la possibilità di avanzare passando tra un Difetto e un altro addentrandoci nel Santuario e l’ottimo sistema di status positivi e negativi, ma ciò non basta se non mi è concessa la possibilità di gestire al meglio il mio povero personaggio.

I presupposti di partenza sono davvero notevoli ed interessanti, ma in un gioco che si basa sulla permadeath chiarificare alcune cose avrebbe aiutato la mia già cagionevole pazienza, in modo da non dover morire senza sapere come rimediare a determinate situazioni. Oserei aggiungere che, per quanto sembri assurdo, la morte in Soulblight raggiunge vette mai viste in quanto a rabbia, superando di gran lunga anche lo stesso Dark Souls.

Soulblight

Grafica accattivante e caratteristica, ma sonoro opinabile

Soulblight ha un comparto grafico caratteristico e ben strutturato, riuscendo a sfruttare in modo eccelso sia la prospettiva dall’alto sia la realizzazione tecnica delle ricche ambientazioni. Un quadro che ci mostra una visione tetra e fredda di un mondo medievale dalle lievi tonalità steampunk, riuscendo ad accattivare fin da subito i giocatori che vi si approcciano.

Opinabile è invece la realizzazione tecnica del reparto sonoro, in quanto spesso mi sono ritrovato di fronte a bug sonori(ebbene sì, esistono anche loro) in grado di distorcere le varie tracce o di farle saltare per diversi secondi. Un vero peccato, considerato che spesso tali pecche vanno ad interrompere il ritmo incalzante che Soulblight cerca di avere durante tutta la sua durata.

Soulblight

Conclusioni

Arrivati a questo punto penserete che io abbia odiato profondamente questo titolo, ma in realtà vi sbagliate. Non ho odiato Soulblight, ma non posso nemmeno dire di averlo amato. Le ottime idee di fondo sono visibili e assolutamente interessanti, ma la sua realizzazione ha affossato ogni mia aspettativa riguardo al fatto di trovarmi di fronte ad un gioco indie veramente valido.

Questo titolo è per me la dimostrazione che non basta generare un gameplay macchinoso e difficile per creare un capolavoro, tendenza ormai abbastanza fossilizzata sia tra gli sviluppatori sia tra i giocatori; se si vuole un gameplay di questo tipo bisogna anche essere in grado di gestirlo, rischiando altrimenti di varcare la sottile linea di demarcazione, tipica di titoli come questo, tra divertimento e frustrazione.

Va inoltre specificato che inizialmente il gioco era disponibile solo in inglese, ma ora è disponibile la sua localizzazione italiana, garantendo una migliore comprensione del titolo stesso, errori grammaticali permettendo.

Vi ricordiamo che Soulblight è disponibile su Steam già dal 15 marzo 2018 al prezzo di 14,99 .

*Versione testata: PC, grazie al codice fornitoci dagli sviluppatori

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Soulblight

6

Trama

6.0/10

Gameplay

5.8/10

Grafica

6.3/10

Sonoro

5.0/10

Longevità

7.0/10

Pro

  • Ottime idee...
  • Comparto grafico caratteristiche

Contro

  • ...realizzazione mediocre
  • Comparto sonoro migliorabile

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