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Collateral: L’integrazione e la paura del cambiamento – Recensione

18 Mar 2018 | Recensioni Serie TV, Recensioni, Serie TV

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David Hare, ideatore e sceneggiatore della miniserie in analisi, rappresenta un nome importante nel cinema britannico. Drammaturgo e regista, il creatore di Collateral ha contribuito nel raggiungimento delle statuette a due personalità cinematografiche molto importanti: Kate Winslet e Nicole Kidman, inoltre anch’egli è vincitore di un premio Oscar. Come moltissimi altri prima di lui, lo sceneggiatore sperimenta la sua arte al servizio della serialità televisiva, portando lo spettatore per quattro giorni a Londra. Netflix introduce nel suo catalogo, già di per sé corposo, l’ultimo lavoro di David Hare, il quale descrive con quattro puntate il contesto socio – politico inglese, in cui l’integrazione e la paura del cambiamento saranno le tematiche principali.

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L’omicidio di un fattorino islamico scatena gli eventi che serviranno alla narrazione, per raccontare le vicende dei personaggi, coinvolti direttamente o meno, nell’integrazione degli immigrati. In una Londra invasa dai rumori urbani, il nostro sguardo si sposta molto velocemente tra una storyline e l’altra, costruendo un quadro chiaro di un Paese confuso. Grazie al montaggio e alla sceneggiatura, la nostra percezione degli eventi sarà equilibrata facendoci empatizzare con i personaggi; tuttavia non funziona ogni elemento nella conclusione, ma possiamo ritenerci soddisfatti dell’ottimo risultato raggiunto dalla scrittura.

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Nella Londra descritta da David Hare, il sistema ci sconfigge spesso, mostrando il fallimento di una persona o nazione, come un dato di fatto, un punto dove ripartire per evitare errori futuri. I brevissimi frammenti di ouverture alla puntata, approfondiscono i personaggi e le loro sottigliezze, facendoci scorgere aspetti gradevoli di un personaggio insensibile, forse privo di una moralità. La messa in scena della Clarkson, lavora in alcune inquadrature per sottrazione approfondendo o evidenziando dinamiche narrative all’interno del prodotto audiovisivo, esponendo in un’unica inquadratura un sottotesto affascinante. Il cast è composto di attori riconoscibili al grande pubblico, per via delle loro interpretazioni in piccoli ruoli, i fan di Doctor Who potrebbero andare fuori di testa, per via di una relazione interessante sotto il profilo attoriale, nonché inerente alla miniserie.

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Collateral sviluppa parallelamente diverse linee narrative, non risparmiando per nessun motivo alcuni personaggi simbolo di un sistema ben radicato in profondità. Potremmo anche analizzare i vari personaggi perché quasi ognuno di esse meriterebbe uno spazio all’interno del pezzo, poi però finiremmo per esagerare. La paura del cambiamento e l’integrazione sono due argomenti estremamente collegati da vari elementi; Collateral ci ricorda quanto essere governati dal timore, può portare a gravi conseguenze, a volte irreparabili.

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7.6

Regia

7.5/10

Fotografia

7.0/10

Montaggio

8.0/10

Interpretazioni

7.5/10

Sceneggiatura

8.0/10

Pro

  • Ottima scrittura
  • Riflessioni interessanti sull'Inghilterra odierna.

Contro

  • Conclusione non perfetta per ogni storyline