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Nico, 1988 – L’altra faccia di Christa Päffgen – Recensione

26 Ott 2017 | Recensioni Film, Cinema, Recensioni

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Un’altra volta il 1988, ma non siamo nella Darry di Stephen King trasposta da Andy Muschietti: siamo invece in un’Europa in cui si svolge il tour di Christa Päffgen, in arte Nico, storica collaboratrice dei Velvet Underground. Direttamente dall’ultima mostra del Festival del Cinema di Venezia, arriva nelle sale l’ultima pellicola di Susanna Nicchiarelli, premiata come miglior film nella sezione orizzonti. La pellicola ripercorre gli ultimi tre anni della vita turbolenta di un’icona musicale del novecento, la quale ha cambiato la sua immagine esteriore per distaccarsi dalla fama di femme fatal.

Nico1988 Serial Gamer

Durante questi ultimi anni, sono usciti tantissimi biopic sulla vita di tante personalità, da La teoria del tutto a J. Edgar di Clint Eastwood; la cineasta tuttavia sceglie di raccontare solo una brevissima ma intensa uscita dalla vetta del panorama musicale, di un’artista completamente anarchica. Siamo lontani dalla figura di Nico rappresentata nella Dolce Vita di Fellini: in questo film quella donna bionda è un lontano ricordo che a volte ritorna, come un eco che non morirà mai. In questa versione mora, Christa è impegnata con il suo tour in tutta Europa, in cui verremo a conoscenza delle sue varie sfumature, delle sue ossessioni che si mescolano per creare un personaggio dal potente valore cinematografico.

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Attraverso lo sguardo della Nicchiarelli, entriamo in simbiosi con un personaggio dal forte carisma ma dal passato molto difficile. Nata nel 1938 nella Germania nazista, Nico è stata rapita da un suono che non ha mai più sentito: il bombardamento di Berlino. Nell’interpretazione di Trine Dyrholm c’è un lavoro immenso sul personaggio: la sua voce, la forza disperata di un’icona ricordata per il suo passato che aveva ancora molto da dire, grazie alla sua musica. Nel lungometraggio ci sarà mostrato anche il rapporto con il figlio, con il quale Nico cercherà di riparare il proprio legame spezzato, da quella femme fatal conosciuta da tutti.

Nico 1988 2 Serial Gamer

Un film straordinario in cui la cineasta può contare su una performance da applausi e un cast complessivo di buon livello; potrei parlarvi dei musicisti della band con la quale Nico si esibisce, ma non ha importanza. Nico, 1988 è un viaggio continuo dove, l’accettazione di se stessi, svolge un ruolo di primaria importanza sacrificando un’immagine di bellezza per una più cupa, sfatta ma autentica.

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8.5

Regia

8.0/10

Fotografia

8.7/10

Montaggio

8.7/10

Interpretazioni

8.5/10

Sceneggiatura

8.8/10

Pro

  • Trine Dyrholm è immensa
  • Ottima messa in scena
  • Una colonna sonora curatissima

Contro

  • Poco spazio al rapporto tra Nico e i musicisti

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