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It Came from Space and Ate our Brains – Recensione

5 Apr 2020 | Recensioni, Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, Recensioni Videogiochi, Videogiochi, Xbox One

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Alcuni giochi offrono storie. Alcuni giochi regalano emozioni. Altri invece offrono massacri decerebrati di orde di alieni.
È qui che arriva brillantemente il titolo It Came from Space and Ate our Brains.

Twin-Stick Shooter, It Came from Space su Xbox One elimina la necessità di qualsiasi tipo di retroscena e in nessun momento ti preoccuperai del motivo per cui ti ritrovi a far esplodere continue ondate di alieni. Tutto ciò che ti interessa è da dove sbucherà il prossimo nemico e come diavolo continuerai a sopravvivere contro le orde che ti attendono; Per fortuna questo è un gioco che inizia presto, e poi continua con le stesse idee per alcune ore, con livelli lunghi che metteranno alla prova le tue abilità, offriranno molte opportunità di aggiornamento e assicureranno che la tua mente diventi un disastro dalla costante necessità di sparare, sparare e sparare ancora.

It cames from spaces and Ate our brains segue due percorsi piuttosto specifici in termini di idee di gioco, Campagna e Sopravvivenza, che tuttavia si riducono entrambe a una cosa: sparare in faccia agli alieni.

La Campagna fa strada attraverso sei diverse aree, portandoti attraverso luoghi come le fogne, attraverso alcuni vicoli, fuori per la campagna e in un luogo di schianto. Composti da semplici labirinti cosparsi di pericoli e strutture che devono essere abbattute, strade da ripulire dagli alieni e magari anche un uovo alieno che deve essere trovato e distrutto.

Queste fasi della campagna sono molto più lunghe ed elaborate di quanto molti possano immaginare, con rifugi funzionanti e posti di blocco ben posizionati, tanto utili quanto necessari. In effetti, benchè sia bello vedere un gioco indipendente mostrare il proprio contenuto, i livelli sono forse un po ‘troppo lunghi, in particolare se si considera la quantità di difficoltà che si trova all’interno di ciascuno. Se dovessimo parlare di un Action o di un Hack ‘n Slash, questa lunghezza andrebbe bene, ma la pura intensità di It Came from Space e Ate our Brains fa si che si debba trarre il massimo dai punti di controllo più volte, tutto mentre vieni invaso dai nemici alieni. Questo non è certamente un gioco pick up and play che ti permetterà di perdere qualche minuto per battere un livello: ma ti converrà sederti e prepararti per una lunga sessione di massacri alieni.

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Accanto alla Campagna, però, c’è un approccio di gioco più veloce e difficile: Sopravvivenza. Per forza di cose dovrai dedicarci un po’ di tempo prima di vedere qualsivoglia miglioramento nei risultati.

Questa modalità elimina la necessità di dover percorrere labirinti e vicoli, e invece ti spinge in un luogo specifico dove dovrai sopravvivere mentre ondate su ondate di alieni ti colpiscono. È teso e maniacale quanto lo è la Campagna, il tutto senza riuscire però a fornire davvero troppo in termini di varietà tanto necessaria.

Una volta entrati in partita su It Came from Space e Ate our Brains, avrete visto gran parte di ciò che offre entro i primi cinque minuti, prima di abbandonarvi a camminare per ore, abbattendo nemici e, rompendo casse per scoprire potenziamenti ed essenzialmente tentare di resistere mentre provi a fare combo di uccisioni e punteggi più alti. In questi termini It Came from Space and Ate our Brains ne fa da padrona.


Ad un certo punto ti annoierai con la tua semplice pistola e scoprirai la gioia nella varietà di armi presenti in gioco. Partendo con la pistola che vi viene data a inizio partita, passerete ad avere un fucile da caccia, una mitragliatrice, una pistola laser, una pistola al plasma e un lanciarazzi che per completare l’arsenale non fa mai male. Ottimo anche il fattore “Miglioramento” delle armi durante la partita semplicemente spendendo la valuta guadagnata in-game . Con una ruota delle armi che ti consente di spostarti facilmente tra di esse, è un gioco da ragazzi avere l’arma giusta a portata di mano per ogni situazione.

Parlando degli alieni, di colore rosa (per lo piú) incontrerai mostruosità piccole, medie e giganti. Alcuni ti prenderanno di mira con rapidità, altri andranno a zigzag e schiveranno i proiettili. La maggior parte arriverà in singole unità e sarà necessario abbatterli prima che si accumulino.
Purtroppo i dettagli dei nostri amici alieni non sono di altissimo livello, mentre, sarebbe stato bello vedere altri tipi di alieni che mescolassero un po’ di più le cose ma, ehi, sono alieni, sono venuti dallo spazio e vogliono mangiare il tuo cervello – la mancanza di varietà nella loro specie è l’ultima delle tue preoccupazioni.

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Quindi, It Came from Space and Ate our Brains è una buona esperienza per giocatore singolo, ma il vero divertimento si mostra nell’invitare alcuni amici a casa e cercare di fermare l’invasione aliena tutti assieme. Infatti, è presenta la possibilità di giocare in cooperativo locale con lo schermo condiviso, sia nella modalità Campagna, sia in Sopravvivenza. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta un comparto multiplayer online, che purtroppo manca all’appello.

Per quanto mi piaccia lo stile grafico a cubi e blocchi, la mancanza di dettagli e varietà nelle varie location inizia a sentirsi dopo un po’: Ogni zona è contornata da sfumature grigie che vengono colorate solo dalla tua torcia e dalle luci al neon dei personaggi, gli alieni, i diversi power-up e i colpi sparati dalle tue armi. Ciò significa che nei momenti più intensi, quando si scatena l’inferno, It Came from Space si trasforma in un piccolo spettacolo pirotecnico, con la luce che esplode da ogni angolo. Ma quando ciò non accade? Beh, è tutto un po’ troppo grigio.

Oltre a ciò, e anche se il semplice schema di controllo a levetta doppia è buono, dover togliere il pollice dalla levetta destra per premere il pulsante B e utilizzare un power-up è strano. Ancora una volta, come detto in precedenza, questo è un gioco piuttosto frenetico, e passare da una levetta ad un pulsante anche per una frazione di secondo a volte, può fare la differenza tra vita e morte. Poter usare un pulsante posteriore per quell’azione sarebbe molto più comodo.

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It Came from Space and Ate our Brain è in definitiva un buon twin-stick shooter. Mi sarebbe piaciuto poterci giocare in piccole sessioni da 5 minuti o poco più, oppure poter salvare durante la Campagna e continuare in un altro momento.
Non dispiacerebbe qualche miglioramento nei comandi o la possibilità di modificare i tasti assegni di base. Forse la pecca più grande è sicuramente la mancanza del multiplayer online che un po mi rende triste.
Però, se cercate un passatempo frenetico da giocare con gli amici a casa, dove non dovete far altro che ammazzare infinite orde di “carinissimi” alieni rosa, It Came From Space fa per voi!

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It cames from spaces and Ate our brains

6.6

Trama/Ambientazione

6.0/10

Gameplay

7.0/10

Grafica

6.5/10

Sonoro

7.0/10

Longevità

6.5/10

Pro

  • Armi super stratosferiche
  • Multiplayer in locale divertente
  • Livelli molto lunghi…

Contro

  • …ma con scarsa varietà
  • Comandi da rivedere
  • Ambientazioni poco ispirate

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