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Far Cry 5: La follia del Montana – Recensione

5 Apr 2018 | Recensioni Videogiochi, PC, PlayStation 4, PlayStation 4 Pro, Recensioni, Videogiochi, Xbox One, Xbox One X

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A distanza di due anni dall’ultimo capitolo della serie Ubisoft ritorna sulla cresta dell’onda con un nuovo Far Cry che ha come obiettivo quello di confermare quanto visto in passato, tenendo fede alle idee principali del franchise e cercando di portare anche qualcosa di suo. Classificare la serie Far Cry nelle sue ultime declinazioni non è un impresa molto difficile dato che, soprattutto dal terzo capitolo in poi, possiamo tranquillamente definire la saga come uno sparatutto in prima persona (escludendo ovviamente Primal) open world caratterizzato da un cattivo decisamente iconico che, attraverso le sue azioni e invettive, cercha di governare il paese nel quale si svolge la vicenda, proprio come Joseph Seed, l’antagonista di questo capitolo con una fede giusto un po’ enfatizzata che ha preso il controllo di Hope County, regione fittizia del Montana.

Migliorare la serie non è un impresa facile soprattutto tenendo invariate le principali meccaniche, vediamo insieme dunque se Ubisoft è riuscita nel suo intento.

Nel nome del Padre

Niente più Kyrat o isole sperdute, in Far Cry 5 ci ritroveremo ad andare in giro in tre diverse regioni di Hope County, in ognuna delle quali un membro della famiglia Seed farà valere le proprie idee ed ideali seminando terrore in tutto il territorio americano con un unica fede, l’Eden’s Gate. A capo di questo culto, inizialmente snobbato e tralasciato dagli abitanti del Montana, c’è il “Padre”, Joshep Seed, che a suon di torture, idee malsane ha praticamente preso il comando del paese facendosi da pioniere di questo nuovo culto che vede nel sacrificio l’unico modo per espiare i propri peccati.
Ovviamente la famiglia Seed deve essere fermata e gli abitanti del Montana devono essere salvati ed è questo che dovremo fare nel corso della nostra avventura nella quale impersoneremo il Vice, un semplice vice sceriffo poco conosciuto che, insieme ad alcuni colleghi, si recherà nella base del Padre per metterlo dietro le sbarre.
Non tutto però va per il meglio e l’elicottero precipita sotto i colpi degli edeniti costringendoci a fuggire mentre i nostri compagni vengono rapiti e dislocati nelle tre regioni, ed è così che inizierà la nostra storia alle redini della resistenza che ci porterà dapprima a liberare le tre partizioni del Montana e poi a vedercela a tu per tu con il Padre.

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La progressione del gioco è abbastanza lineare, dovremo infatti guadagnare i punti Resistenza per completare l’apposita barra suddivisa in tre livelli e, al raggiungimento di ognuno di questi, sbloccheremo una nuova sequenza con il luogotenente della regione, John, Jacob e Faith, nella quale verremo rapiti e riusciremo a fuggire sempre in modo abbastanza rocambolesco spesso con alcune conseguenze soprattutto negli scontri finali.
Dovremo dunque liberare la città aiutando i cittadini, salvandoli dalle personalità dell’Eden’s Gate con la possibilità di incontrare amicizie importanti nella nostra avventura che potremo poi sfruttare nella guerra al culto dei Seed richiamandoli ogni qual volta ne avremo bisogno, meccanica che analizzeremo più avanti.
Nel complesso Ubisoft in questo nuovo capitolo della serie si è concentrata di più sulla varietà delle missioni che ci verranno proposte, infatti i cittadini ci affibbieranno i più disparati incarichi, andando dai classici avamposti da liberare al ritrovamento di determinate refurtive o veicoli speciali, dalla caccia agli animali alla pesca e altre.
Purtroppo però la presenza di così tante missioni, in totale circa 150 tra principali e secondarie, spezzettano forse un po’ troppo la linea narrativa che non riesce a trovare continuità dato che vi ritroverete spesso a dover prender parte a più quest per ottenere i punti Resistenza adeguati a salire di livello e affrontare luogotenenti con un livello decisamente alto di caratterizzazione che stonano con la poca importanza che viene data al protagonista.
Da notare infine la possibilità di giocare tutta la campagna in cooperativa anche se i progressi saranno salvati solo per chi ospiterà la partita.

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Il solito Far Cry con qualche novità

Anche se stiamo parlando di un nuovo capitolo della serie, Far Cry 5 mantiene i crismi dettati dai suoi predecessori riprendendo in toto lo stile di gioco e le possibilità offerte all’utente con scontri a fuoco all’ordine del giorno e una marea di nemici da sconfiggere nelle maggior parti delle missioni. Rispetto al suo predecessore questo capitolo cerca di apportare qualche modifica soprattutto grazie all’introduzione dei Mercenari, che sono il vero e proprio punto a favore del gioco, rendendo un gameplay, in alcune occasioni abbastanza ripetitivo, decisamente più variegato con molteplici approcci a seconda della nostra spalla scelta in quel momento.
Potremo scegliere tra nove differenti aiutanti caratterizzato ognuno dalla propria abilità peculiare e modo di combattere, per esempio potremo aver bisogno di un tank come l’orso Cheeseburger, oppure dei maestri del volo come Nick Rye o Adelaide Drubman, senza dimenticare Jess Black e Grace Amstrong utili per gli attacchi a distanza. Ognuno dei Mercenari presenti ci consentirà di cambiare stile di gioco e affrontare le missioni in diversi modi, tra cui stare nell’ombra cogliendo di sorpresa gli avversari, oppure aprire il fuoco in aspri faccia a faccia.
Ovviamente in tutto ciò avremo a disposizione un vasto arsenale con armi a distanza come cecchini, pistole, fucili e così via con l’aggiunta dell’ormai sempre presente arco, diversi oggetti contundenti e altri da lancio con tanto di esplosivi, insomma, ce ne sarà davvero per tutti i gusti.

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Così come le armi poi potremo anche scegliere tra molti tipi di veivoli per muoverci nelle tre regioni del Montana con mezzi da terra come macchine, quad, camion e compagnia; mezzi acquatici come moto d’acqua e barche; ed infine aerei ed elicotteri, senza dimenticare la mitica tuta alare sempre utile quando ci si muove in altura.
Uccidendo nemici, completando le varie missioni assegnateci e trovando appositi giornali guadagneremo anche punti utili per sbloccare i cosìdetti tratti, ossia le diverse abilità del protagonista che saranno suddivise in cinque rami e che ci consentiranno di personalizzare la nostra esperienza di gioco, sbloccando nuove feature oppure rendendo i nostri movimenti più silenziosi o ancora andare a velocizzare il recupero dei Mercenari.
Ciò detto bisogna notare come alcuni dei problemi della saga siano rimasti invariati come per esempio le difficoltà dell’IA nel risultare credibile e come si suol dire, sul pezzo, dato che spesso i nemici saranno facilmente aggirabili, inoltre anche i compagni spesso faranno cilecca con i bersagli e si faranno scoprire dagli edeniti andando senza motivo in mezzo al luogo dello scontro.

Presente anche la modalità Arcade che si appaia alla campagna, nella quale il multiplayer la fa da padrone con diverse arene ben caratterizzate e diversificate con la possibilità di giocare modalità come deathmatch a squadre o prender parte al viaggio, in cui l’obiettivo sarà arrivare alla fine di un determinato percorso.

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La natura del Montana

Il Montana è decisamente uno dei luoghi più evocativi rappresentati nel corso degli anni dalla serie Far Cry, la regione di Hope County infatti è decisamente unica nel suo genere e con la tripartizione del territorio in Holland Valley, Whitetail Mountains e Henbane River riesce a conferire molta varietà all’ambientazione, anche grazie ad un sempre più perfezionato Dunia Engine che fa il suo lavoro dandoci degli scenari in alcuni caso mozzafiato.
La resa è infatti ottima soprattutto quando si guarda da un punto elevato al vastità del mondo che ci circonda e magari si spicca il volo con la propria tuta alare andando in picchiata verso un fiumiciattolo per provare un atterraggio di fortuna.
Degna di lode è anche la vegetazione che spesso riesce a riempire lo schermo dando proprio la sensazione di essere nelle terre americane, a differenza dei modelli dei personaggi in particolar modo dei nemici, che tendono a ripetersi un po’ troppo nel corso dell’avventura.
Per quanto riguarda invece il lato tecnico del titolo non abbiamo riscontrato particolari problemi, con la presenza solo di qualche sporadico calo di frame qua e là soprattutto nelle fasi più concitate degli scontri oppure in fasi di guida; da notare inoltre la presenza di alcuni bug e glitch anche se non sono mai risultati troppo invasivi nella nostra esperienza.
Il sonoro, infine, risulta decisamente eccellente sia dal lato della colonna sonora che vede tra le sue file anche i mitici Creedence Clearwater Revival, gli iconici Clash e gli ottimi Black Keys, sia dal punto di vista del doppiaggio che risulta a livelli altissimi.

Far Cry 5

Far Cry 5 irrompe nel mercato con ottimi propositi cercando di mantenere i dettami classici della serie ma portando anche qualche cosa in più sotto l’aspetto del gameplay grazie all’introduzione dei Mercenari, grazie ai quali le possibilità di approccio per le varie missioni aumentano decisamente.
Se siete appassionati della serie targata Ubisoft non potete fare a meno di questo capitolo caratterizzato da un’ambientazione decisamente ispirata e un gruppo di villain con livelli di follia simili, se non superiori, a quelli di Vaas del terzo episodio della serie.
Purtroppo però alcuni problemi storici della saga persistono, come per esempio l’IA che non riesce mai a far quel salto di qualità così come una certa ripetitività di fondo e qualche problema nel ritmo della narrazione, proprio per questo Far Cry 5 non riesce ad eccellere, anche se il suo valore rimane indiscutibile.

*Versione Testata: PS4, grazie alla copia promo fornita dal publisher

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Far Cry 5

8.5

Trama/Ambientazione

8.0/10

Gameplay

8.5/10

Grafica

8.5/10

Sonoro

9.0/10

Longevità

8.5/10

Pro

  • La famiglia Seed è unica
  • Ambientazione
  • Diversi approcci possibili alle missioni

Contro

  • In alcuni casi la narrazione perde un po'
  • Intelligenza Artificiale non al massimo

Alessandro Reppucci

Senior Editor e responsabile YouTube di Serial Gamer, da sempre innamorato follemente dei videogames, dai 5/6 anni in poi ha macinato giochi su giochi di ogni genere.

Alessandro Reppucci

Senior Editor e responsabile YouTube di Serial Gamer, da sempre innamorato follemente dei videogames, dai 5/6 anni in poi ha macinato giochi su giochi di ogni genere.

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