Fragments of Him non è un titolo come gli altri, né tantomeno un titolo di semplice lettura: ad un primo sguardo, potrebbe sembrare l’ennesimo titolo di una pesantezza ingiustificata, che verte sulla tematica della perdita per creare un prodotto simile ad uno specchietto per le allodole, presentante una copertina interessante ma di fatto totalmente autoreferenziale e privo di un senso costruttivo. Scopriremo però in questa recensione come questo pensiero, che non nego mi aveva toccato in prima battuta, sia sbagliato, e di quanto invece il titolo di cui parliamo oggi sia stato in grado di colpire me, buona parte della critica e molti giocatori.
Primo Frammento: Chi Racconta
Sviluppato da Sassybot, Fragments of Him si allontana pericolosamente dalla stessa definizione di videogioco; l’esperienza proposta dallo studio di sviluppo all’utente lo accompagna infatti attraverso la storia della vita di Will, un ragazzo omosessuale la cui prematura morte in un incidente d’auto porta le persone a lui più prossime a ricordare e a riflettere sulla sua figura, raccontando a noi giocatori alcuni degli aspetti (o frammenti) che determinavano Will per quello che era. Attraverso i pensieri della nonna del giovane, della sua ragazza ai tempi dell’università e del suo attuale compagno infatti, rivivremo momenti diversi della vita di Will ricostruendo noi stessi il suo percorso di maturazione e il viaggio che lo ha portato, alla fine, a quel maledetto incrocio davanti al parco.
Durante il walkthrough non succede fattivamente nulla: non ci sono avvenimenti che determinino o guidino quella che potrebbe essere una storia; dopo la morte di Will infatti ognuna delle scende del gioco riprende una riflessione dei personaggi totalmente a posteriori e in colpevole ritardo, vista ormai persa ogni possibilità di rincontrare il ragazzo, ma si sa, alcune cose si capiscono solo dopo una perdita pesante.
Secondo Frammento: Chi Ricorda
Poco fa mettevo addirittura in dubbio la natura videoludica di Fragments of Him principalmente a causa del suo gameplay, e dico questo senza nessuna accezione negativa in assoluto: durante le riflessioni dei personaggi infatti, il giocatore sarà chiamato semplicemente a cliccare col tasto X su alcuni oggetti definiti presenti negli scenari, permettendo in questo modo di coinvolgerli nel percorso mentale del protagonista in questione e aiutandolo di fatto a proseguire nella sua linea di pensiero.
Muoversi e premere X in una totale assenza di azione e narrativa è però sufficiente per definire un progetto un videogioco? Che attrattive può avere su un videogiocatore un comparto di questo genere?
La domanda ovviamente è retorica, e la risposta è che siamo davanti all’ennesimo caso in cui il livello dell’esperienza che propone questo titolo esula completamente dalla definizione classica di intrattenimento visivo attivo: Fragments of Him non ha alcuna velleità di apparire un gioco “divertente” nel senso comune del termine, ma di stimolare invece la sensibilità dell’utente nel rapportarsi con situazioni in cui una speculazione umana e intima è totalmente necessaria per la fruizione dell’opera.
Si dunque, è un videogioco, e non uno per tutti, ma coloro che riusciranno a distinguere i punti di forza su cui il titolo richiede la focalizzazione, scopriranno un prodotto attento e delicato capace di essere un forte medium emotivo in ogni suo aspetto di narrazione.
Terzo Frammento: Chi Disegna
Per quanto riguarda il comparto tecnico, Fragments of Him, forte di scelte artistiche sempre azzeccate, si dimostra quasi completamente inattaccabile: le ambientazioni proposte nelle varie scene riescono ad essere ricche di dettagli anche seguendo una grafica minimalista, le animazioni risultano semplici ma delicate ed efficaci, e le luci appaiono del tutto favorevoli alla concentrazione emotiva sull’oggetto di ogni scena, proponendo dei giochi taglienti di illuminazione crepuscolare.
Unica piccola pecca dell’apparato è la lunghezza dei caricamenti, che presenti in gran numero coincidendo con ogni cambio di scena, spezzano un po’ troppo la continuità di un’esperienza che vuole essere immersiva.
Ultimo Frammento: Chi Indaga
Di cosa parla pero, davvero, Fragments of Him? Certamente la tematica dell’omosessualità è presente all’interno del titolo, e affrontata con l’adeguata delicatezza e attenzione, ma questa è soltanto una delle tante, e di fatto risulta una componente marginale rispetto a quella dell’amore e soprattutto quella della perdita: Fragments of Him, durante tutta la sua durata tenta di traviarci, mostrandoci la convinzione sbagliata per la quale piccole parti delle persone che amiamo, anche dopo la morte, restino legate alle cose terrene, alle situazioni, i luoghi e gli oggetti modificando in maniera dunque indiretta la percezione del mondo da parte nostra, costringendoci a sottometterci a qualcosa di infinitamente più grande di noi, soffrendo per la perdita e cercando nel cosmo situazioni, luoghi e oggetti che siano lontani da questi frammenti residui dell’amato.
Niente di più falso e celatamente disfattista.
Il finale del gioco ci mostra infatti come i frammenti di coloro che, amati, ci lasciano, siano saldamente dentro chiunque conservi un ricordo di essi, ognuno diverso dagli altri.
Una volta individuata la verità nel grigio della disperazione di essere soli e scoperto il potenziale di queste schegge però, sapremo che l’abbraccio e la vicinanza di tutte le persone che hanno amato Will, o chiunque altro, riunirà tutti i frammenti di Lui, mantenendo viva la sua immagine fino a che il suo caldo ricordo sarà mantenuto nitido dall’unione di coloro che gli furono vicini.
*Versione testata: PS4, grazie al codice fornito dagli sviluppatori
