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Valkyria Revolution: tutto qui? – Recensione

12 Lug 2017 | Recensioni Videogiochi, PlayStation 4, PlayStation Vita, Recensioni, Videogiochi, Xbox One

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Valkyria Revolution, spin off della saga Valkyria targato Media.Vision, uscì il 19 gennaio 2017 in Giappone. Il 30 giugno 2017, grazie a Deep Silver, il gioco è giunto in Europa, ma l’attesa non è stata affatto ripagata.

Le aspettative e l’hype erano molto alti, soprattutto tenendo in conto l’ottima saga d’origine del titolo, ma, nonostante ciò, già dopo poco più di un’ora di gioco ogni speranza in merito si è letteralmente infranta.

Ci ritroviamo di fronte ad un titolo particolarmente debole, soprattutto per quanto riguarda sceneggiatura e caratterizzazione dei personaggi, cose che risultano essere dei capisaldi nei precedenti capitoli. Ma bando alle premesse ed andiamo a vedere subito nel dettaglio che cosa non mi ha convinto di Valkyria Revolution.

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Minestra riscaldata, insipida e fredda

La saga Valkyria è ambientata in un mondo molto simile al nostro, e basta dare un’occhiata alla sua geografia (anche quella politica) per notarlo, ma intriso di una buona dose di magia che lo rende decisamente più fantasy ed avventuroso. Se le vicende del primo capitolo della saga, Valkyria Chronicles, sono ambientate nella prima metà del ‘900 di questo mondo immaginario, in Valkyria Revolution ci ritroviamo a metà dell’ ‘800, più precisamente all’inizio di quella che verrà chiamata Guerra di Liberazione.

Tale guerra sarà sostenuta da due paesi antagonisti, seppur legati da una flebile alleanza di facciata, ovvero il Jutland e l’Impero Ruzhien, rapidamente cresciuto grazie alla scoperta di un minerale magico chiamato Ragnite. Il conflitto inizierà grazie ad un piano architettato da quelli che nel tempo verranno ricordati come “I Cinque Traditori”, che per motivi inizialmente ignoti al giocatore saranno spinti da un’irrefrenabile desiderio di vendetta nei confronti dell’imperatore ruzi Klaudiusz ed i suoi quattro generali.

Una vera e propria rivoluzione che porterà i nostri eroi a salvare il proprio paese dalle manie di potere dell’imperatore… In poche parole: la solita minestra riscaldata. Per fare un esempio, ritroviamo le stesse tematiche (potrei azzardare dicendo addirittura “la stessa storia”) in un titolo risalente all’ormai lontanissimo 1988 quale Final Fantasy II. Ma attenzione, questo potrebbe voler dire poco: quante volte ci siamo ritrovati di fronte a giochi contenenti tematiche “riciclate” pur essendo delle ottime opere? Parecchie volte, chiaramente…ma non è questo il caso di Valkyria Revolution.

Un gioco pieno di personaggi vuoti, piatti ma soprattutto stereotipati, infilati in una storia farcita di così tanti cliché che permette di spaziare dal banale all’irrisorio ed in certi momenti ricadere persino nel ridicolo. La poca cura a livello scenografico e la carenza di personaggi elaborati da ogni punto di vista rende la nostra minestra riscaldata decisamente insipida e fredda, lasciando un amaro retrogusto di ciò che poteva essere ma non è mai stato.

Valkyria Revolution

“Now loading”

Ma la trama non è il punto più basso di Valkyria Revolution. Il premio va infatti alle pessime, e spesso poco comprensibili, dinamiche di gameplay. La modalità di gioco infatti risulta essere spesso parecchio statica e, nonostante le molteplici possibilità che spesso il titolo offre, si riduce parecchie volte al premere con insistenza un solo tasto del nostro controller. A questo si unisce un confusionario sistema di crafting e potenziamento delle abilità ai quali risulta spesso essere difficile approcciarsi.

Ma la cosa che mette veramente a dura prova il giocatore è l’onnipresente schermata “Now loading…”. Le innumerevoli cutscene sono costantemente intervallate da questo intervallo, anche in momenti del tutto non necessari. Capita infatti di ritrovarsi di fronte ad un caricamento tra un dialogo e l’altro all’interno dello stesso filmato, o peggio, filmati di pochissimi secondi che mostrano alcuni ambienti intervallati tra loro da caricamenti più duraturi dei filmati stessi. Insomma riuscire a giocare districandosi tra scene di dubbia utilità ed infiniti caricamenti non è una tra le migliori esperienze videoludiche che abbia mai affrontato. Questo ne abbatte anche la longevità: pur essendo un titolo particolarmente lungo la sua rigiocabilità (e per quanto mi riguarda anche la sua giocabilità stessa) è annientata dagli innumerevoli difetti.

Valkyria Revolution

Decisamente non all’altezza dei predecessori

Anche il comparto tecnico di Valkyria Revolution non eccelle, anzi risulta essere meno d’impatto dei suoi predecessori. Una grafica che non spicca troppo ed un comparto audio che sarebbe potuto essere decisamente più ispirato se non fosse così tanto ripetitivo. La colonna sonora epica inizialmente sembra essere la nostra unica ancora di salvezza in questo gioco mediocre, ma col passare del tempo ci si rende conto della sua estenuante ripetitività. Quest’incuria tecnica nel 2017 fa decisamente storcere il naso, soprattutto se relazioniamo il prodotto ai suoi predecessori.

Valkyria Revolution

Conclusioni

Questo spin off non è riuscito ad ereditare quello che ha reso degli ottimi giochi i suoi predecessori, puntando più alla spettacolarità ma riuscendo a fallire pure in quella, oltre che nella sostanza. Un gioco che mi ha lasciato ben poco, se non tante aspettative infrante, similarmente a quello che mi capitò con No Man’s Sky.

Insomma, Valkyria Revolution sarebbe potuto arrivare decisamente più in alto se gli sviluppatori avessero osato di più, spingendosi oltre il “già visto” e sviluppando un gameplay davvero innovativo. Invece ci ritroviamo tra le mani un prodotto che risulta essere incompleto e approssimativo quasi in ogni suo aspetto. Peccato, sarà per la prossima… Se ci sarà.

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Valkyria Revolution

5.5

Gameplay

3.5/10

Grafica

6.8/10

Sonoro

7.0/10

Trama

5.0/10

Longevità

5.0/10

Contro

  • Trama e personaggi banali e stereotipati
  • Giocabilità limitata e noiosa
  • Caricamenti eccessivi
  • Componente tecnica non all’altezza dei predecessori

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