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The Wardrobe: abbiamo tutti uno scheletro nell’armadio – Recensione

20 Mar 2017 | PC, Recensioni, Recensioni Videogiochi

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Opera prima degli italiani C.I.N.I.C. Games, The Wardrobe è un’avventura grafica punta e clicca che trae ispirazione, senza ombra di dubbio, dai “grandi” classici degli anni ’90 che hanno reso celebre e popolare questo genere di giochi: come Monkey Island e Maniac Mansion.

The Wardrobe è arrivato su Steam lo scorso mese, dopo una riuscita campagna crowdfounding su Eppela, pubblicato da Adventure Productions a coronamento di un percorso durato alcuni anni che hanno trasformato il progetto originario, previsto ad episodi per PC e mobile, nel capitolo unico venduto a 14,99€ sullo store di Valve.

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Citazioni a raffica, scenette ispirate e una trama efficace

L’incipit di quest’avventura è tanto semplice quanto efficace: Ronald e Skinny sono due ragazzini, migliori amici, che hanno un brutto incidente durante un pique-nique.

Il biondo Ronald offre a fine pasto all’amico una piccola prugna, che si rivela deliziosamente mortale per il nostro protagonista, che prima viene colto da uno shock anafilattico e poi tragicamente muore davanti agli occhi dell’altro giovane ragazzo, che scappa terrorizzato.

Skinny però viene “rimandato” sulla Terra in forma di “simpatico” scheletro, con il compito di far raccontare a Ronald quanto successo in quel fatidico pranzo entro cinque anni, in modo da salvarlo dalla dannazione eterna.

Quando prendiamo per la prima volta il controllo di Skinny, sono passati per l’appunto quasi cinque anni dall’incidente e al nostro scheletrico protagonista restano appena tre giorni per riuscire a far parlare l’amico, che da quel fatidico giorno non ha più proferito parola con nessuno; a complicarci ulteriormente il compito, con un tempismo che possiamo definire svizzero, la famiglia di Roland ha deciso di traslocare proprio in questo momento.

Comincia così la nostra avventura tra citazioni di film, serie TV e videogiochi degli anni ’80 e ’90 e una miriade di scene nonsense perlopiù riuscite e molto ispirate.

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Collezionismo da cassa toracica

Il gameplay di The Wardrobe non si discosta molto dalle classiche avventure da cui trae ispirazione: il titolo infatti è un classico punta e clicca che si basa sull’interazione con gli ambienti, la raccolta degli oggetti anche più improbabili e la combinazione di essi e vari enigmi da risolvere usando la logica e, una volta immedesimati nell’avventura, anche la “pazzia creativa” che gli sviluppatori di C.I.N.I.C. Games sembrano aver letteralmente estrapolato da un gioco LucasArts degli anni ’90.

Come inventario, il nostro Skinny, potrà disporre dei numerosi “slot” liberi all’interno della sua cassa toracica, facilmente accessibile e richiamabile tramite lo scroll della rotellina del mouse, mentre con la pressione del tasto sinistro faremo muovere il nostro personaggio all’interno dei vari ambienti.

Con la pressione del tasto destro invece sarà possibile ottenere il menu delle interazioni possibili (prendi, usa, guarda e parla) con gli oggetti o i moltissimi personaggi secondari presenti nelle oltre 40 ambientazioni divise in 4-5 zone sulla mappa, che sarà utilizzabile poco dopo aver terminato il prologo.

Il livello degli enigmi è molto vario e ci è capitato più volte di dover esplorare nuovamente le zone precedenti alla ricerca dell’oggetto o indizio mancato, oppure semplicemente per capire quali oggetti combinare assieme per proseguire, ma come detto in precedenza, Skinny è molto bravo a rompere la cosiddetta “quarta parete” non perdendo occasione per insultarci, consigliarci o farci notare sarcasticamente e dettagliatamente tutto quello che sta succedendo, facendoci così immedesimare facilmente nei suoi scheletrici panni e rendendo più intuibile il giusto proseguire della storia.

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Un’avventura scanzonata ma artisticamente molto ispirata, non solo dalla tradizione

La palette cromatica vivace e ben studiata e le ambientazioni artisticamente sublimi si adeguano perfettamente allo stile cartoonesco/fumettoso (passatemi i due termini) della produzione e la modellazione e soprattutto la caratterizzazione dei personaggi sono davvero di ottimo livello.

Se è vero che la camminata di Skinny ha qualche incertezza sporadica e che il gioco non è esente da qualche piccolo bug, soprattutto sonoro, che non compromette comunque per nulla la giocabilità di The Wardrobe, le animazioni facciali, soprattutto di Skinny, sono davvero ben realizzate e a volte davvero spassose.

Le ambientazioni, disegnate a mano, sono curate e ricchi di elementi a scena e vi sfido seriamente a cogliere tutte le citazioni presenti. Dagli anime alle serie TV, dalle leggende popolari al cinema a personaggi cult per qualsiasi nerd, c’è davvero tantissimo lavoro dietro a questo “citazionismo” che non è assolutamente messo a caso tanto per riempire, ma ben studiato e mai stancante.

Tra citazioni e scenette nonsense la trama è quasi sempre un semplice “sottofondo” per canalizzare l’avventura sui giusti binari, che però regge e convince fino alla fine, anche se effettivamente il finale poteva essere realizzato in maniera più approfondita.

Il comparto sonoro è eccezionale e guadagna punti in più per la scelta, coraggiosa, di affidare il doppiaggio (interamente in italiano) di alcuni personaggi secondari ai giocatori che hanno contribuito nella campagna crowdfounding che, anche se tecnicamente magari stentano in qualche battuta, rendono il mondo di The Wardrobe ancora più credibile e divertente, coaudiuvato dalla splendida voce di Federico Maggiore,  che calza davvero a pennello su Skinny.

Anche a livello musicale la scelta dei brani che accompagnano le 5-6 ore di durata dell’avventura sono ben studiate e in armonia con l’atmosfera della produzione.

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Conclusioni

Da fanatico delle avventure grafiche degli anni ’90 mi aspettavo moltissimo da questo titolo, che non solo ha ripagato le mie aspettative ma le ha addirittura superate.

Dai video e dalle informazioni che avevo ricevuto nei mesi scorsi su The Wardrobe non traspariva tutta la passione e la creatività dei ragazzi di C.I.N.I.C. Games, che invece hanno sviluppato una produzione degna delle opere di Ron Gilbert e soci a cui si ispira, anche se chiaramente a livello narrativo non è neanche giusto, per il momento, fare certi paragoni.

Se con il prossimo lavoro questi giovani sviluppatori italiani riusciranno a perfezionare e limare i dettagli di fondo della trama e avranno un budget più elevato con cui lavorare approfonditamente alla sceneggiatura e correggere le imperfezioni a livello di gameplay, potranno entrare davvero nel cuore degli appassionati di questo genere e, ci auguriamo per loro, attrarre anche le nuove generazioni ad una “branchia” dei videogiochi che per ora è relegata ad un ingiusto ruolo di nicchia, e che invece ha ancora moltissimo da offrire.

Per noi di Serial Gamer questo titolo è assolutamente consigliato e siamo davvero curiosi di vedere i prossimi lavori della software house italiana.

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The Wardrobe

7.6

Gameplay

7.5/10

Grafica

7.8/10

Sonoro

8.0/10

Trama

7.0/10

Longevità

7.5/10

Pro

  • Citazioni e situazioni divertentissime
  • Personaggi caratterizzati perfettamente
  • Artisticamente meraviglioso

Contro

  • Il finale troppo poco approfondito

Paolo Lorenzini

Dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia, dopo anni a girovagare per le redazioni di settore ha deciso di costruirsi una “casa” su misura che gli permettesse di offrire un’informazione libera, priva di clickbait e gestita in maniera equa e meritocratica.

Paolo Lorenzini

Dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia, dopo anni a girovagare per le redazioni di settore ha deciso di costruirsi una “casa” su misura che gli permettesse di offrire un’informazione libera, priva di clickbait e gestita in maniera equa e meritocratica.

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