Eccovi la nostra recensione della nuova serie TV disponibile su Netflix in Italia, Frontiera.
Frontiera è la prima serie televisiva prodotta da Discovery Channel in collaborazione con Netflix. Creata da Rob Blackie e Petere Blackie, nella serie gli attori protagonisti sono Jason Momoa (Game of Thrones) e Landon Liboiron (Hemlock Grove).
Netflix ha distribuito la serie internazionalmente, pubblicandola il 20 gennaio di quest’anno, mentre in Canada la serie ha debuttato il 6 novembre dello scorso anno su Discovery Channel.
Frontiera racconta la storia di Michael Smyth, giovane ladro di origini irlandesi che, per una serie di circostanze, si ritroverà nel Nuovo Mondo (precisamente nella baia di Hudson) dove un noto fuorilegge, Declan Harp, cerca di distruggere il monopolio sul commercio del pellame in Canada della Compagnia della Baia di Hudson.
Il fulcro della storia è, senza dubbio, Declan Harp, un uomo tormentato dalla morte della propria famiglia e il cui unico obiettivo è l’annientamento di Lord Benton, un alto esponente della Compagnia. Le premesse del personaggio sono semplici, ma potrebbero portare a risvolti interessanti; tuttavia, complice anche la recitazione di Jason Momoa, Harp risulta essere un personaggio piuttosto piatto e non in grado di trasmettere con intensità le emozioni che prova: il suo carisma e il suo dolore, ad esempio, appaiono forzati.
Dal lato opposto, Lord Benton odia Harp con tutto sé stesso, in quanto si ritiene tradito da colui che, a parer suo, era ormai diventato come un figlio. Questa ossessione lo porterà ad azioni avventate e crudeli. Quello che avrebbe potuto essere un buon cattivo, però, si rivela essere solo un folle e non fa sentire allo spettatore quel senso di disgusto/paura che ci si aspetta.
Alcuni personaggio secondari sono piuttosto stereotipati (a partire dal prete ubriacone e donnaiolo), e a volte ci si chiede: “ma era davvero necessario mostrarmi questa certa scena?”. Altri personaggi, invece, non sono all’altezza, e sembra che aspettino solo il momento in cui Harp ritornerà in scena a risollevare la situazione.
Il modo in cui la storia stessa viene sviluppata non è delle migliori: rapporti di fiducia eterna, alleanze, complotti, costruiti nel giro di cinque minuti non sono accettabili. Al che uno potrebbe dire: “beh, ma sono solo sei episodi, che ti aspetti?” No, non è una giustificazione. Anche altre serie (vedi Peacky Blinders) sono costituite da stagioni composte da soli sei episodi, ma sono su un livello narrativo nettamente superiore.
Il comparto tecnico.
I costumi sono bene fatti (alcuni mi sono davvero piaciuti) e fanno bene il loro lavoro. I luoghi delle riprese, invece, avrebbe potuto rendere di più: quelli che dovrebbe essere immense foreste, lande incontaminate e un po’ tutto ciò ci si aspetta da una serie ambientata nel XVII secolo, sono invece povere e sembrano girate al risparmio. La colonna sonora non è memorabile, ma nel complesso, funziona.
La serie è stata rinnovata per una seconda stagione, che spero possa portare ad un netto cambio di rotta.
Conclusione: Frontiera sa di già visto, ma risulta comunque essere godibile per chi è a corto di serie TV da guardare e ha voglia di qualcosa di non troppo impegnativo.
Trailer della serie:
