Megaquarium, come il nome suggerisce, si propone come un gestionale basato sulla crescita e personalizzazione di un proprio acquario.
Il titolo viene sviluppato e pubblicato da Twice Circled, casa inglese già nota per il titolo BigPharma, sempre gestionale, del 2015, e approda su Pc, Mac e Linux.
Quello che poteva essere un ottimo videogame, viene oscurato da delle piccole scelte errate, che però hanno colossali conseguenze non tanto sul gameplay, quanto sulla pazienza e perseveranza del giocatore.
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Campagna o Tutorial?
Come specificato anche nella descrizione presente sulla pagina Steam di Megaquarium, il gioco si divide in due modalità: Campagna e Sandbox. Mentre nella seconda le partite saranno potenzialmente diverse tra di loro grazie alla possibilità di modificare parametri come ad esempio quali specie poter ospitare nell’acquario, quali costruzioni ricercare, o anche solo a che difficoltà giocare, per la Campagna il discorso è totalmente diverso. Gli stessi sviluppatori ne parlano come una modalità “learn the game” che effettivamente ti permette di imparare tutto ciò che c’è da sapere sul gioco e funziona come preludio alla Sandbox.
Il problema è che giocare una dopo l’altra le partite preimpostate non porta a nulla di nuovo o di interessante, a nessun elemento che le permette di distinguersi da quella che è alla fine una seconda modalità Campagna, però infinita. Le stesse missioni affidateci a ogni nuovo acquario, così come le side quest, risultano essere una versione aggiornata all’ultimo pesce delle precedenti e che si possono riassumere in questo schema: sblocca la creatura, costruisci una teca alla creatura e assicurati che viva sana e salva fino alla fine della partita.
Riassumendo, magari in toni un po’ drastici, ma comunque veritieri, i signori della Twice Circle sono riusciti a spacciare quello che è un enorme tutorial come feature del gioco.
A tutto questo, seguendo il detto “oltre il danno, la beffa”, si accompagna un’unica e ripetitiva traccia musicale, che per quanto sia rilassante e adatta al contesto sia, dopo la prima ora di gioco mette a dura prova la psiche di chiunque.
La luce negli abissi marini
Come già detto in precedenza, Megaquarium ha delle caratteristiche per essere un ottimo gioco.
Partiamo spendendo due parole sulla diversità, bio e non, degli elementi che possiamo trovare in game, infatti sono presenti e sbloccabili quasi un centinaio di specie marine diverse e un numero ancora maggiore di elementi più statici e meno vivi quali ad esempio macchinari per la cura delle vasche, tipi di mangimi, servizi per la clientela e decorazioni, ognuno con le proprie caratteristiche e bisogni chiave e che tutti insieme permettono di personalizzare in un’infinità di combinazioni il proprio acquario.
La cura dei dettagli, sia che si parli di quella che hanno avuto gli sviluppatori o di quella che deve avere il giocatore per non trascinare al collasso economico l’acquario, è sicuramente il punto forte del titolo.
Ogni singolo pesce ha i suoi bisogni, dai più basilari come cibo e acqua pulita, fino ai più complessi come il non poter stare nella stessa vasca con membri della stessa specie o la necessaria presenza di alghe o rocce nel sua habitat.
Anche i lavoratori del parco sono caratterizzati uno ad uno, ognuno con i propri punti di forza e debolezze, che potranno essere sfruttate, o mitigate, dando compiti specifici o alzando le priorità in un certo tipo di lavoro piuttosto che un altro.
Non è tutto finito
Come dicono gli stessi sviluppatori, “Release is just the beginning”, l’uscità del gioco è solo l’inizio, infatti Megaquarium supporta non solo il salvataggio delle proprie partite in Cloud, ma anche le Mod indipendenti e lo Steam Workshop, in modo che possa continuare a evolversi grazie alla community e che magari in tal modo si riesca anche a rendere finalmente giustizia a un gioco pieno di potanziale, non inespresso, quanto piuttosto espresso molto male.
Megaquarium è già disponibile dal 13 settembre su Steam, al prezzo, equo, di 20.99€.