Dopo un inizio non dei migliori, il DC Extended Universe sembra aver trovato finalmente una sua identità, le carte in regola per una buona riuscita c’erano tutte, e con questo film il duo Warner/DC sembrerebbe aver compreso la strada da percorrere. Dopo gli aspramente criticati Batman v Superman e Man of Steel, questa pellicola rappresenta un punto di svolta per l’universo DC.
Due registi, un unico film
Justice League è a tutti gli effetti un film ibrido, frutto del lavoro e della visione di due registi diversi, i quali hanno dato a loro modo il proprio contributo per realizzare quello che senza dubbio è il miglior film finora di questo universo. Da una parte possiamo notare l’impronta registica tipica di Zack Snyder, soprattutto nella prima metà della pellicola, con i suoi slow-motion e le atmosfere tipiche che richiamano quelle fumettistiche; dall’altra l’umorismo pungente ma mai eccessivo caratteristico di Joss Whedon. Esattamente come gli eroi protagonisti della storia, i due registi mettono in gioco le loro capacità per il “bene comune” regalandoci questo crossover, il quale rappresenta più un punto di partenza che un punto di arrivo.
Vecchie e nuove conoscenze!
Vediamo introdotti per la prima volta nuovi personaggi che si uniranno ai volti già noti al grande pubblico, Barry Allen (Ezra Miller), Arthur Curry (Jason Momoa) e Victor Stone (Ray Fisher) tuttavia, non sono per il momento gli eroi che conosciamo, non hanno ancora piena consapevolezza dei propri poteri e di che cosa essi comportino.
I loro background sono esplorati solo superficialmente; se da una parte questo potrebbe rappresentare un difetto, dall’altra ci invoglia a saperne di più sulle loro origini.
Se Cyborg, Aquaman e Flash non sono ancora sovrapponibili alla loro controparte fumettistica, Batman e Wonder Woman si confermano invece gli eroi, fedeli alla loro storia editoriale, che tutti vorremmo vedere rappresentati sul grande schermo.

Bruce Wayne (Ben Affleck), l’unico del gruppo sprovvisto di poteri, mette in campo tutte le sue abilità e il suo ingegno per restare al passo con gli altri meta-umani e combattere la minaccia aliena. Sempre tormentato dai fantasmi del passato, riesce comunque a compiere la scelta giusta, anche se questo significa andare contro tutto e tutti.
Diana Prince (Gal Gadot), anche merito di quanto visto nel film a lei dedicato, incarna pienamente l’idea di eroismo al femminile. Nonostante questo, il suo personaggio avrà modo nel corso del film di compiere un ulteriore passo in avanti nella propria crescita personale.
Ogni personaggio ha il suo ruolo e il suo spazio all’interno del team. Le dinamiche tra i membri della squadra rappresentano sicuramente le colonne portanti su cui il film si regge. E sono proprio le divergenze tra i protagonisti la principale fonte di umorismo del film; ognuno infatti ha una propria individualità che difficilmente collima con quella degli altri.
Nonostante la squadra in un primo momento non sia così incline alla collaborazione, i vari membri del team provenienti letteralmente da “mondi diversi”, dovranno cercare di appianare le proprie divergenze per far fronte ad una minaccia planetaria rappresentata dal villain di turno, Steppenwolf. Se 121 minuti di pellicola sono sufficienti per farci assaporare appieno la chimica di squadra, risultano inadatti per dare lo spessore necessario all’antagonista, il quale seppur sufficientemente caratterizzato, non eccelle di certo per la sua originalità. Le motivazioni che lo spingono ad agire risultano convincenti, tuttavia non si avverte mai totalmente il senso di minaccia che Steppenwolf vorrebbe incarnare.

Non solo humor!
La trama appare come qualcosa di già visto, tuttavia lo sviluppo narrativo risulta coerente, seguendo una sua logica. Ogni scena si incastra alla perfezione con le altre, proseguendo in modo organico fino alla fine.
Esattamente come il Flash di Ezra Miller, la trama è contraddistinta dalla dinamicità dei fatti narrati; il tutto scorre rapidamente (forse troppo), in un susseguirsi di sequenze action e comic relief che non annoiano nemmeno per un momento.
Ma Justice League è tutt’altro che una commedia, perché se da un lato è vero che il tono è significativamente meno drammatico rispetto ai suoi predecessori Batman v Superman e Man of Steel, dall’altro viene messa in scena allo stesso modo l’epicità della quale i primi film di Snyder si facevano portavoce.







