Il settore degli extraction shooter, soprattutto su console, non ha mai avuto una vera abbondanza di produzioni capaci di distinguersi. Nonostante alcune eccezioni illustri, il genere è rimasto spesso confinato a pochi titoli di riferimento, lasciando un evidente vuoto nell’offerta. È proprio in questo spazio che si inserisce ARC Raiders, progetto ambizioso firmato da Embark Studios, che arriva con l’intenzione di proporre non solo un nuovo contenuto, ma un’esperienza con una propria identità, costruita su tensione, incertezza e una sorprendente stratificazione dei sistemi di gioco.
Fin dai primi minuti il titolo mette in chiaro quali siano le sue priorità: creare un mondo ostile dove la sopravvivenza non dipende soltanto dalle armi, ma soprattutto dalla capacità di leggere l’ambiente, interpretare le intenzioni degli altri giocatori e valutare il rischio di ogni singola scelta. In un universo devastato dagli ARC, gigantesche macchine autonome che pattugliano la superficie e attaccano qualunque forma di vita, l’uomo non è che un elemento fragile in un ecosistema nemico.
Un mondo devastato dove l’uomo è una preda
In ARC Raiders interpretiamo dei recuperatori che vengono inviati in superficie per raccogliere materiali essenziali alla sopravvivenza della città sotterranea di Speranza. L’ambiente che ci circonda è un cimitero di rovine industriali, carcasse di un passato irriconoscibile, ora dominio degli ARC. Questi robot, programmati per eliminare, pattugliano incessantemente il territorio e rappresentano una minaccia costante, capace di far deragliare una spedizione in pochi istanti.
La vera genialità del gioco, però, emerge quando ci si rende conto che i robot non sono l’unico pericolo. La superficie è abitata anche da altri raiders, giocatori reali che possono rivelarsi tanto preziosi quanto letali. Non esiste un modo certo per capire se chi ci sta davanti intende collaborare o sparare: a volte basta un secondo di esitazione per trasformare un potenziale alleato in un assassino silenzioso. Questo senso di incertezza alimenta un ritmo nervoso che caratterizza ogni spedizione, rendendo ogni incontro un momento decisivo.
La fiducia, dunque, diventa una valuta fragile e preziosa. Ci si trova spesso a interpretare piccoli segnali, movimenti del corpo, inclinazioni dell’arma, sperando che il giocatore davanti a noi abbia più da perdere che da guadagnare sparandoci alla schiena. ARC Raiders gioca magistralmente con questa tensione sociale, trasformando il semplice atto di avvicinarsi a un altro essere umano in un dilemma strategico.

Raid notturni: quando il buio diventa un avversario in più
L’atmosfera già carica di tensione viene amplificata dalle condizioni speciali delle mappe, che modificano profondamente il modo in cui ci si muove. Le missioni più memorabili sono senza dubbio i Raid notturni, spedizioni ambientate nel cuore della notte, quando la superficie è quasi completamente avvolta dal buio. In queste situazioni la presenza degli ARC si intensifica e i cieli si riempiono dei loro fari di ricerca, che tagliano il paesaggio come lame di luce in cerca di prede.
Operare al buio significa muoversi più lentamente, evitare rumori superflui e controllare ogni angolo come se fosse l’ultimo. Tuttavia, proprio perché la notte garantisce l’accesso a un bottino più ricco, la presenza dei giocatori ostili aumenta in modo significativo. Il risultato è un equilibrio meraviglioso tra avidità e prudenza, tra il desiderio di rischiare e la consapevolezza che un errore può mettere fine a una sessione intera.
A rendere la situazione ancora più pressante interviene il timer globale di 30 minuti: se non si riesce a estrarre entro il tempo limite, un attacco orbitale degli ARC rade al suolo qualsiasi cosa si trovi ancora sulla superficie. Questo conto alla rovescia aggiunge un’urgenza continua che obbliga a pianificare ogni movimento con lucidità, evitando esplorazioni troppo ambiziose.

Estrazioni disperate e fughe all’ultimo respiro
Il sistema di estrazione è uno dei punti più brillanti del gioco. Ogni mappa possiede diverse uscite, che però si disattivano progressivamente durante la partita. Questo porta a una ridefinizione continua delle strategie: ciò che sembrava un percorso sicuro dieci minuti prima può improvvisamente diventare un vicolo cieco, costringendo i giocatori a improvvisare.
Chiamare un’estrazione significa accendere un faro nella notte: sirene, rumori meccanici e luci in movimento attirano sia gli ARC sia altri raiders. È il momento più pericoloso dell’intera spedizione, quando la tensione accumulata esplode in scontri frenetici spesso risolti in pochi secondi. A volte basta una mina nascosta o un colpo sparato nel momento sbagliato per far svanire un’intera missione.
Una delle innovazioni più intelligenti di Embark Studios è la possibilità, anche quando si viene messi a terra, di interagire comunque con il terminale dell’estrazione. Strisciare verso l’ascensore mentre il sangue scorre, riuscire a premere il comando in extremis e scomparire alla vista degli inseguitori è una sensazione unica, capace di trasformare un apparente fallimento in un successo epico.

Speranza: crescita, crafting e progressione
Terminata una spedizione, il giocatore ritorna nella città sotterranea di Speranza, un hub ricco di funzioni che rappresenta la vera base operativa dei raiders. Qui è possibile gestire l’inventario, costruire nuove armi, potenziare il proprio equipaggiamento e migliorare le varie stazioni di lavoro presenti nel laboratorio.
La progressione è sorprendentemente profonda. Si parte con un semplice banco da lavoro e con la compagnia del gallo Scrappy, ma ben presto si sbloccano laboratori dedicati alla produzione di medicinali, officine per armi avanzate, postazioni per la lavorazione di materiali speciali e molto altro ancora. Il senso di crescita è costante e ben calibrato, sostenuto dal sistema di ricette che possono essere trovate solo durante le spedizioni. Tuttavia, questo introduce anche un sano livello di rischio: morire prima dell’estrazione significa perdere tutto, a meno che non si sfrutti la “tasca sicura”, uno spazio riservato a un solo oggetto che verrà conservato in caso di sconfitta.
Le abilità del personaggio ampliano ulteriormente le possibilità, permettendo di affinare la propria specializzazione attraverso perk che migliorano la velocità, la silenziosità dei movimenti, la resistenza o altri aspetti cruciali. La progressione non è mai fine a sé stessa, ma si intreccia direttamente alla strategia sul campo, influenzando in modo concreto le decisioni prese durante ogni match.

Stealth, sound design e combattimenti intensi
ARC Raiders brilla anche sul fronte dell’immersione. Il movimento del personaggio è pesante, realistico e trasmette la sensazione di trovarsi all’interno di un’armatura improvvisata, costretta a muoversi in un ambiente ostile. Il sound design è uno degli elementi più sorprendenti: il fruscio dell’erba alta, il clangore del metallo forzato, il respiro affannoso dopo una corsa disperata e il ronzio minaccioso degli ARC creano un paesaggio sonoro vivido e inquietante.
Il combattimento risulta appagante grazie a una chiara distinzione tra le varie categorie di armi. Le leggere risultano perfette nei duelli rapidi contro altri raiders, mentre le pesanti sono pensate per perforare le corazze degli ARC. Non mancano armi speciali e gadget tattici, dalle granate alle mine, dalle barriere ai blocca-porte, che permettono di costruire strategie personalizzate e spesso decisive.

UI e usabilità: qualche piccola imprecisione
L’interfaccia utente è generalmente funzionale, anche se non priva di piccoli difetti. Alcune notifiche tendono a confondersi tra le altre, e l’inventario non sempre organizza gli oggetti nel modo più intuitivo. Ci sono anche situazioni in cui i menu non rispondono immediatamente come ci si aspetterebbe. Sono dettagli minori, certo, ma in un gioco basato sulla rapidità di analisi possono generare momenti di leggera frustrazione. Nulla di davvero compromettente, comunque, e tutti aspetti facilmente migliorabili con futuri aggiornamenti.

Un extraction shooter che ha qualcosa da dire
ARC Raiders è un titolo che sa cosa vuole essere. Non si limita a seguire i cliché del genere, ma costruisce un’esperienza che vive di tensione, rischio, atmosfere e scelte difficili. Le sue meccaniche emergenti, il ruolo fondamentale della fiducia tra i giocatori, la qualità del combattimento e la varietà delle situazioni lo rendono un progetto sorprendentemente solido, soprattutto considerando la natura live service.
Il futuro porterà inevitabilmente cambiamenti e aggiunte, ma se Embark Studios continuerà a costruire su queste basi, ARC Raiders potrebbe imporsi come uno degli shooter cooperativi e competitivi più interessanti degli ultimi anni.
*Versione testata: Xbox Series X, grazie ad un codice digitale fornito dal publisher
Titolo: ARC Raiders
Sviluppatore: Embark Studios
Publisher: Embark Studios
Genere: Extraction Shooter / PvPvE
Piattaforme: PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S
Modalità: Multiplayer online
Prezzo: Variabile in base alla piattaforma
Lingua: Sub ITA (audio inglese)








