Dopo la grande sorpresa di Journey of the Savage Planet il team di Raccoon Logic ha deciso di proseguire in questa singolare epopea portando i giocatori in una nuova avventura intitolata Revenge of the Savage Planet. Uscito nel 2020 Journey of the Savage Planet aveva stregato moltissimi giocatori grazie alla sua aria scanzonata e alle sue idee e struttura di gioco che permettevano di esplorare i vari biomi presenti scoprendo e registrando tutte le varie specie presenti sul pianeta. A distanza di qualche anno sbarca sul mercato il sequel che, con diversi aggiustamenti e cambiamenti anche importanti, prova a dar vita ad un titolo da ricordare. Vediamo dunque se l’idea di Raccoon Logic è stata vincente o se non ha colpito nel segno.
Scansiona e combatti
Revenge of the Savage Planet prende spunto da quanto visto nel primo capitolo modificando diversi aspetti puntando soprattutto sul fattore scoperta che ben aveva colpito qualche anno fa, nel corso dell’avventura abbiamo a che fare con quattro biomi ognuno con le proprie caratteristiche uniche da esplorare sfruttando la novità della terza persona. Il primo capitolo infatti usufruiva della prima persona per dare più immersività ai giocatori peccando però in alcune situazioni che la nuova visuale va a sistemare contando su un raggio d’azione ancora più ampio rispetto a prima. Questo permette anche di guardarsi intorno con più facilità andando alla ricerca sempre di oggetti o creature sconosciute con l’obiettivo del gioco che è quello di analizzarne il più possibile incentivando la bellezza della scoperta. Il titolo prosegue con questa idea per una dozzina di ore con la possibilità di migliorare la propria base e di assistere a scene sempre divertenti e comiche come nel predecessore, inoltre permette anche di giocare anche insieme ad un amico grazie alla coop locale e online che non aggiunge particolari missioni ma consente di aumentare il divertimento.

A livello di gameplay non si discosta molto da quanto già visto: principalmente bisogna scansionare e combattere cercando di proseguire e farsi largo tra i vari nemici e boss di zona migliorando la propria base e scoprendo sempre più creature e oggetti locali. Forse dopo qualche anno dal primo ottimo capitolo ci si poteva aspettare qualche idea in più senza ricalcare lo stesso stile che dopo qualche ora rischia di diventare un po’ ripetitivo e già visto.

Continuità colorata
Visivamente il titolo di Raccoon Logic ricalca quanto visto qualche anno fa nel primo capitolo mantenendo colorazioni vivaci ed una spensieratezza generale che è coerente con i toni scanzonati della produzione, la quale non si prende mai troppo sul serio come si vede sin dalle prime battute del gioco anche grazie alle diverse scene sarcastiche girate dai vari attori. Nei diversi biomi la varietà è abbastanza buona con la palette di colori che risulta sempre azzeccata e diversi scorci che risultano piacevoli da vedere così come le animazioni del protagonista si sposano bene con l’atmosfera (per esempio la camminata in acqua decisamente esilarante) dando sempre quello spunto scanzonato alla produzione.

Bello ma troppo ancorato al passato
Revenge of the Savage Planet ripercorre quanto visto nel 2020 col primo capitolo andando a modificare alcuni aspetti come la visuale ma non riuscendo a pieno a migliorare il risultato finale; il gioco infatti non osa più di tanto diventando un po’ ripetitivo col passare delle ore ed è un peccato perché i presupposti per fare un grande sequel c’erano tutti. Se volete vivere un’esperienza, soprattutto in coop, sopra le righe e scanzonata dovreste comunque dargli una chance.
*Versione testata: PS5, grazie al codice fornitoci dal publisher








