Quanto potrebbe essere difficile e avvincente vivere in un sottomarino? Forse la storica musa di Godard, Anne Wiazemsky sarebbe una delle poche persone ad avere la risposta. Michel Hazanavicius ritorna con un’operazione commerciale molto interessante e pericolosa, un prodotto audiovisivo su una delle figure più importanti della storia del Cinema: Jean – Luc Godard. Rischiando di aprire il Festival di Cannes, l’ultima opera del cineasta francese: “Il Mio Godard”, sceglie di raccontare la figura del Maestro in una fase molto importante del suo cinema, costretto ad affrontare un contesto socio – politico molto controverso.

Hazanavicius con The Artist era riuscito a realizzare un film per il grande pubblico, proponendo un tema molto lontano dalla contemporaneità e dal gusto del pubblico medio; tuttavia il racconto del passaggio dal cinema muto a quello sonoro, riuscì ad ottenere un buon successo di pubblico e critica, confermando il coraggio di un artista a cui piace rischiare. Con la sua ultima opera basata sulla biografia: “Un an après”, il regista dirige una commedia sentimentale dai tanti richiami, dove il rapporto tra Godard e Anne sarà come un sottomarino che sprofonda e risale; spetterà a voi scoprire il destino de: “Le Redoutable”.
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Il titolo originale: “Le Redoutable” ha una doppia connotazione, da un lato richiama qualcosa di temibile, forte ma anche inquietante, esattamente come il protagonista interpretato da un bravissimo Louis Garrel; un personaggio affascinante, pieno di contraddizioni che possono apparire comiche agli occhi dello spettatore. Nella pellicola ci sarà una forte diatriba tra l’invecchiamento di Godard e la sua fidanzata vent’anni più giovane; quest’ultima, difatti si contrappone all’avanzare dell’età del cineasta che ammira e invidia i giovani studenti, ricordandosi del suo passato pieno di capolavori. Anne ama Godard ma la sua personalità eccentrica minerà il loro rapporto, suscitando ilarità e sdegno nello spettatore, per un personaggio che odia la sua posizione sociale, cercando di essere anticonformista in tutti modi.

“L’arco di una vita creativa è di un decennio”, diceva Gianni Caproni nell’ultimo film di Miyazaki; Godard è ossessionato da questa possibilità, difatti per ritornare ad un cinema vero, puro e senza fronzoli il suo io deve morire, rinascendo con nuove possibilità e idee. L’ultima pellicola di Hazanavicius descrive le sfaccettature più ridicole del Maestro ma non sminuisce la sua importanza, all’interno della storia del cinema. La messa in scena impeccabile ha al suo interno molti richiami alle opere di Godard, difatti l’opera è figlia della Nouvelle Vogue, corrente cinematografica nella quale il bizzarro genio era uno dei maggiori esponenti.

L’ultimo lungometraggio di Hazanavicius ha ricevuto molte critiche negative per la descrizione sopra le righe del Maestro francese; tuttavia il film risulta appassionante, scritto benissimo e con un ottimo attore protagonista che incarna una figura leggendaria del Cinema mondiale.






