Atteso da tutti i giocatori che impazienti non vedevano l’ora di scoprire come si evolvessero le avventure di Jesse e della sua compagnia, il 19 settembre è stato reso disponibile il terzo capitolo di Minecraft Story Mode: Season 2.
Il titolo, sviluppato da Telltale Games in collaborazione con Mojang, era già stato preso in considerazione in sede di recensione nei suoi precedenti due capitoli, intitolati rispettivamente “Hero In Residence” e “Giant Consequences”, viene oggi trattato nel suo ultimo capitolo uscito, che prende il nome di “Jailhouse Block”.
Creature superiori in via d’estinzione
A pochi giorni dall’uscita di Dishonored: Death of the Outsider viene da chiedersi cosa stia succedendo al rapporto tra uomini (fatti a cubetti o meno) e esseri superiori, semidivinità e affini: sarà perche questi ultimi non sono esattamente affabili coi primi, sarà per via di un malcelato complesso di inferiorità degli uni nei confronti degli altri, come i protagonisti del gioco targato Bethesda e Arkane Studios dichiarano guerra al semidio del loro universo narrativo, così nella modalità storia di Minecraft il personaggio principale Jesse e la sua combriccola sono nel bel mezzo di un epocale scontro di volontà con l’essere superiore che domina il mondo dei cubetti.
Il colpo di scena che conclude il capitolo due, rivelando la natura del malvagio Admin, depositario del potere di controllare il mondo in ogni sua forma, condanna come conseguenza diretta dello scontro appena avvenuto Jesse e i suoi amici alla prigionia in una dimensione alternativa, dove il malefico nemico dei nostri eroi ha costruito un vero e proprio carcere, goffamente giustificato come “istituto di recupero” per soggetti che hanno deciso di non sottostare al suo volere insindacabile.
In questo luogo di tormento e punizione simil-dantesco, i protagonisti delle mirabolanti avventure di questa seconda stagione si trovano a fare i conti con gli sgherri dell’Admin e le loro angherie e con l’ostilità e l’opportunismo di Stella, autoproclamatasi rivale di Jesse, benché quest’ultimo sia sostanzialmente tutt’altro che interessato a coltivare questo tipo di rapporto con chicchesia.
L’unica via di fuga percorribile che i ragazzi riescono a intravedere, prevede lo sfruttamento del potenziale e delle conoscenze del più temuto degli “ospiti” dell’istituto, il cosiddetto Prigioniero X, che rinchiuso nella parte più profonda della prigione potrebbe essere la carta vincente per far andare in porto l’evasione di Jesse e i suoi amici.
La missione è quindi definita, e i nostri eroi si accorgeranno ben presto che tentare di fuggire da una prigione ultradimensionale chiedendo aiuto ad un detenuto che incute timore sia ai carcerieri che agli altri ospiti è un impresa tutt’altro che facile: Beacontown però è in pericolo, e degli avventurieri come i nostri protagonisti non possono permettere che un essere malvagio sia libero di fare il bello e il cattivo tempo nel loro mondo mentre loro indugiano in una cella.
Voltare pagina
A differenza dei primi due capitoli, che erano tecnicamente molto simili tra di loro, il terzo mostra qualche punto di stacco rispetto alle precedenti frazioni di esperienza, e non sempre questi sono definibili gradevoli: innanzitutto, si nota con una certa facilità come in questo terzo capitolo le fasi in cui saremo chiamati a combattere saranno mediamente molte di più che in precedenza, dando una spinta più attiva ad un titolo che, sempre essendo sviluppato da Telltale Games, si dimostra anche in questo caso un progetto canonico per la software house, dove il centro del comparto di intrattenimento è dato più dalle scelte operate in fase di trama che da un apparato “action”. Parlando di scelte, in contrapposizione con le fasi di combattimento di cui si diceva poc’anzi, queste sembrano scemare, presentandosi in maniera molto minore in Jailhouse Block rispetto a quanto visto fin’ora e ponendo il giocatore davanti a bivi che solo in parte si fanno sentire importanti a livello di trama, la quale complessivamente risulta meno coinvolgente dei capitoli precedenti.
Un altro elemento in cui si notano delle differenze rispetto a Hero In Residence e Giant Consequences è la durata totale dell’esperienza: questa appare molto minore rispetto a quanto visto nelle frazioni giocabili prima di questa, e il fatto, che avrei potuto sminuire come percezione mia personale è invece confermato alla prova dei fatti da un sotto-capitolo 3-6 della durata di 3 minuti di cronometro netti (hic!).
Dal punto di vista tecnico invece anche questo capitolo si allinea a quanto già analizzato dei capitoli precedenti, mostrando un frame rate stabile, una durata dei caricamenti impercettibilmente più lunga che prima e una cura per dettagli e colonna sonora praticamente inattaccabile. Graficamente Jailhouse Block, come sempre attento alle animazioni facciali, importantissime in un titolo come quello di Telltale che segue le scelte artistiche di Minecraft, fa ruotare gran parte delle ambientazioni e delle atmosfere su colori cupi, privilegiando le tonalità del rosso e del marrone, al chiaro fine di dare una denotazione infernale a ogni aspetto della nostra esperienza.
In conclusione, Minecraft: Story Mode – Season Two – Episode 3 “Jailhouse Block” risente con ogni probabilità del fatto di essere un episodio di mezzo, diretta conseguenza di un impatto di alto livello portato dai primi due capitoli, e “abbandonato” nell’occhio del ciclone in attesa (si spera) di un climax di ottima fattura prevedibile per i capitoli finali. La narrazione sembra infatti prendersi un momento per tirare il fiato, e se il prossimo capitolo 4 proseguirà su ritmi più tranquilli o si re immergerà immediatamente nel vivo della vicenda, lo scopriremo solo all’uscita di quest’ultimo.
