Era il 1998, e io mio cugino lo guardavo come se avesse tre teste. Ero infatti nella fase in cui un bambino nato negli anni novanta si diverte a inseguire i suoi amichetti per i prati, e in quel momento, ospite a casa dei miei zii, mi trovavo davanti alla figura ingobbita di un parente più grande di me con gli occhi incollati allo schermo di un PC, giocando a qualcosa che non avevo mai visto prima. Inutile dire che trascorsi il resto della mia villeggiatura a osservare rapito le imprese a schermo di mio cugino su un titolo che solo successivamente scoprii chiamarsi Starcraft.
Oggi, nel 2017, a distanza di diciannove anni dalla prima pubblicazione del titolo da parte di Blizzard, gli sviluppatori hanno deciso di regalare agli ormai milioni di fan della serie, un frammento di memoria cristallizzato e maturato attraverso il tempo una versione rimasterizzata dell’opera, che reca con sé il compito di portare tutte le emozioni che avevano così pesantemente colpito i videogiocatori di allora, alle porte del nuovo secolo.
Magistrato, ancora Lei?
La storia che propone Starcraft Remastered è la stessa di 19 anni fa: un’epopea profonda coerente e senza sbavatura degna di essere considerata una delle migliori space opera futuristiche e sci-fi. Immergendosi all’interno di questo caposaldo della videoludica, i giocatori saranno chiamati a proseguire attraverso le campagne di Terran (umani) Protoss e Zerg, le quali attraverso gli avvenimenti narrati in ognuna andranno ad incastrarsi perfettamente in un meccanismo col potere di creare un vero e proprio annale di eventi degno di una delle storie più belle e iconiche del panorama spaziale futuristico.
Il Gameplay è il secondo elemento che ha reso Starcraft una colonna portante del genere dei giochi di strategia in tempo reale, e nella sua versione remastered gli sviluppatori di Blizzard, ben consci di questo fatto, hanno lasciato inalterato ogni parte legata a questo solido apparato; le meccaniche di gioco potrebbero perciò risultare per alcuni vetuste o legnose, ma l’altro lato della medaglia è che l’intero comparto si presta perfettamente per essere apprezzato sia dai veterani nostalgici sia dai giocatori che, scevri da pretese concernenti a graficoni e vizi derivati dalla modernità, si affacciano per la prima volta sul mondo dei RTS come veri e propri neofiti.
La campagna di Starcraft Remastered si concretizza dunque in una serie di missioni che ci mettono al comando di determinate unità e di fronte ad un obiettivo finale che possiamo raggiungere nella maniera che riterremo più opportuna dopo un’analisi delle nostre possibilità di gioco. Queste missioni non sono collegate tra loro tramite legami di gameplay (se sviluppiamo cento unità di fanteria in una missione, non le troveremo in quella seguente), ma solo narrativamente attraverso degli intermezzi in cui brevi dialoghi tengono le fila del racconto nel suo complesso introducendo il passo e relativo obiettivo successivo.
Le feature tipiche del gioco di ruolo non mancheranno, e i giocatori avranno la possibilità di scegliere di impersonare una delle tre razze presenti all’interno del titolo, ognuna caratterizzata da punti di forza e punti deboli differenti tra loro: i Terran infatti disporranno di una forte fanteria, gli Zerg risulteranno superiori sul piano di mobilità e numero, mentre i Protoss attraverso le loro unità di elite saranno i migliori nel padroneggiare le meccaniche di microgestione.
Un altro fattore importante del titolo è il multiplayer: questo, apprezzatissimo dai fan soprattutto in Corea del Sud è stato il fattore che ha portato Starcraft già molti anni fa ad essere giocato in tornei competitivi con premi milionari.
È infatti “competitività” la parola chiave per apprezzare l’intero apparato: gli sfidanti saranno chiamati a soverchiarsi a vicenda seguendo le strategie che riterranno migliori nella maniera più veloce possibile, creando in questo modo sessioni di gioco al cardiopalma e dai ritmi febbrili.
Magistrato, che panorama!
Il comparto grafico di Starcraft Remastered si sviluppa su quello solido del suo predecessore del 1998, e non trattandosi di un remake è a quest’ultimo del tutto simile.
Il lavoro degli sviluppatori non è però assolutamente da svalutare, visto il loro grande impegno a riscrivere intere pagine del codice originale andato perduto che si è concretizzato in un prodotto conscio delle sue radici, ma capace di raggiungere la tanto agognata risoluzione in 4K, croce e delizia dell’ultimo periodo dell’industria del videogioco.
Il risultato finale di questa versione remastered è dunque lo Starcraft di sempre, quello amato dai fan e ammirato da tutti i videogiocatori dotati di coscienza, che ha ricevuto però una netta ripulita dalla polvere; se infatti non si può dire che il gioco sia stato del tutto visivamente “svecchiato” è comunque innegabile che il colpo d’occhio sia migliore a quello proposto precedentemente da un titolo che, ricordiamolo, ha 19 anni.
Per quanto riguarda la colonna sonora, questa rimane quella emblematica e immarcescibile di sempre: gli utenti avranno inoltre la possibilità di scegliere tra le arie tirate a lustro in occasione della rimasterizzazione e le musiche originali del titolo. Lo stesso vale per il doppiaggio, che nella nuova versione è stato completamente rimodernato con una qualità del tutto apprezzabile.
In conclusione, quello in questione è un progetto che ha un compito preciso, e lo adempie in maniera ineccepibile: nato per celebrare il titolo che già nel 1998 si era imposto saldamente nell’olimpo della videoludica grazie ad un gameplay divertentissimo, una storia magnifica e il merito di aver fatto da pioniere agli ESports competitivi, Starcraft Remastered colpisce in pieno nel segno, grazie alle migliorie grafiche e a livello fonico, senza intaccare minimamente nessuno degli elementi che avevano fatto di Starcraft, semplicemente, Starcraft.
