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Days Gone – Gli Zombie del futuro prossimo – Anteprima

27 Giu 2017 | Anteprime, PlayStation 4, PlayStation 4 Pro, Speciali

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Siamo nel 2017 e stiamo ancora dietro agli zombie. Siamo quasi negli anni ’20 del 2000 e l’industria dell’intrattenimento è tuttora fortemente legata ad una trovata narrativa nata probabilmente secoli fa, se non millenni, insieme alla volontà frustrata dell’uomo di trovare vita dopo la morte e al suo timore per quella che è di fatto una sfera ignota. Zombie, mummie, fantasmi e ritornanti vari ed eventuali ormai non riescono più a colpire né stupire neanche nella letteratura horror, figurarsi tramite un medium prettamente visivo come il videogioco, volto ad un pubblico ormai avvezzo a trovarsi faccia a faccia con stranezze e elementi grotteschi di tutta altra risma. Ma allora perché, in questo ambiente così saturo e ormai spolpato fino all’osso è riuscito a germogliare qualcosa come Days Gone, che sta tenendo metà (se non più) mondo videoludico col fiato sospeso?

Days Gone

Days Gone: faccia a faccia col morto

Days Gone venne presentato per la prima volta durante l’E3 del 2016 tramite un video gameplay che è stato capace di stregare tutto il pubblico che guardava in quel momento le immagini a schermo: queste mostravano un mondo post apocalittico sul quale si era precedentemente abbattuta una catastrofe di natura ignota che ha avviato una classicissima epidemia Zombie, per la quale gli infettati diventano degli aggressivi morti viventi che si muovono in numerosissimi branchi con il solo obiettivo di nutrirsi di carne, umana o animale.

Le ambientazioni mostrate in questo trailer erano quelle classiche di un postapocalisse dove la natura e il tempo si sono ripresi quello che un cantiere aveva strappato loro: tra le lamiere, i capannoni e i tetti il protagonista del titolo si trovava a lottare con un altro uomo, attirando durante la zuffa l’attenzione di quella che era davvero un’enorme fiumana di zombie, i quali non avevano dunque perso tempo e si erano messi all’inseguimento del nostro malcapitato eroe.

Il gameplay di Days Gone è quello di una classica avventura survival, nella quale gli elementi action sono le fondamenta sulle quale forti innesti tipici dei giochi di sopravvivenza, come la raccolta e l’intuitivo crafting dei materiali, si pongono in maniera naturale per creare un comparto di gioco forse non esattamente innovativo, ma di certo sempre divertente. Stando sempre ai video mostrati saranno presenti anche fondamentali elementi di shooter in terza persona e parti di guida in cui il nostro protagonista tenterà di dare un perché al suo eccentrico giacchetto di Jeans mettendosi in sella ad una moto per coprire ampi spazi. Se quest’ultima feature sia più o meno importante sarà determinato soprattutto dalla vastità del mondo di gioco e alla libertà che avranno i giocatori di esplorarlo. Chi vivrà vedrà, ma chi morirà magari potrebbe vedere lo stesso (battuta sugli zombie, sento già le risate)

Quello che abbiamo potuto capire da questo video non è moltissimo, ma qualche elemento interessante è effettivamente apparso: sembra che le caratteristiche di questi ritornanti li rendano particolarmente sensibili dal punto di vista uditivo, mentre in realtà poco performanti nell’utilizzo degli altri sensi; avvertono infatti immediatamente il rumore di uno sparo o delle urla degli uomini, ma quando questi camminano su un tetto poco sopra di loro, questi sembrano non notarli. Inoltre nell’analisi della grottesca, scomposta e disturbante corsa dei morti viventi verso la loro preda si può notare che questi abbiano, nel loro stato acquisito un certo senso atletico non proprio di tutti gli uomini, ma che non siano certo particolarmente coriacei, vista la facilità con cui i proiettili del nostro protagonista li costringono a tornarsene nelle loro tombe, questa volta per sempre.

Quello che morto ancora non è

L’ultimo trailer di Days Gone è stato mostrato invece durante l’E3 2017 appena conclusosi nella assolata Los Angeles: il titolo sembra godere di ottima salute e parrebbe arricchito di ulteriori elementi, alcuni di puro gameplay, altri, intellegibili attraverso le scene presentate, in grado di rivelare qualche curiosità in più riguardo a questo interessante universo narrativo tutto da scoprire.

Ciò che ci è stato mostrato in questa ultima sede è sempre ovviamente ambientato in un post apocalisse zombie, ma si è focalizzato più sul personaggio e quelli che sono i suoi intrecci con gli altri sopravvissuti, piuttosto che sulla viscerale marcia dei morti viventi; infatti il nostro brav’uomo, nelle sequenze presentate si trova a fare i conti con la sparizione/rapimento di un suo amico, tenuto vivo e prigioniero presso un campo di predoni e che dunque dovrà venire liberato: per riuscire nell’impresa il protagonista monta perciò in sella alla sua moto, mostrandoci in questo modo un ulteriore scorcio di quelle che sono le possibilità offerte dal comparto di guida, che evidenzia nel dettaglio l’esistenza anche di un “turbo” sul veicolo; dopo essersi avvicinato a sufficienza al luogo dove il bersaglio è custodito, l’eroe della situazione smonta dalla moto e ci presenta quella che probabilmente sarà una delle meccaniche principali del titolo: scatenare la furia folle degli zombie sui nemici senzienti. Posizionando infatti una trappola per orsi in un cespuglio e inducendo un predone a finirci dentro, il personaggio principale riesce ad allertare i morti viventi, facendo loro localizzare rapidamente i predoni grazie alle grida di dolore di quello tra questi ultimi che è rimasto ferito nella trappola, così facendo non solo elimina i suoi nemici ma riesce a passare “all’area successiva” dove stanno banchettando altri mostri; qui riesce a sgattaiolare alle loro spalle (dando forza alla tesi secondo la quale questi zombie non posseggano propriamente degli occhi di lince), entrare in un secondo accampamento di banditi protetto da un muro per impedire ai morti viventi di attaccare, distruggere quest’ultimo muro facendo invadere la zona dai ritornanti e a questo punto muoversi quasi indisturbato verso la zona dove l’ostaggio è tenuto. Il salvataggio del sopracitato ostaggio avviene in maniera eccentrica e non convenzionale, e il trailer finisce con l’avvento di un gigantesco grizzly zombie che ruggisce minaccioso contro i nostri due sfortunati personaggi.

Days Gone

Ciò che da questo video si può dedurre riguardo il comparto tecnico e di gameplay è che non solo la telecamera sarà in qualche maniera dinamica a seconda dello spazio che andremo ad esplorare, ma che saranno anche presenti nel gioco quelle che sembrano essere importanti parti che si rifanno a semplici meccaniche stealth, come l’accovacciarsi, il nascondersi nell’erba e l’attirare l’attenzione tramite il lancio di sassi. Tutto questo sarà supportato da una grafica più nitida di quella vista nel primo trailer, con poligoni più definiti e una gestione delle luci più ispirata e soddisfacente.

Quello su cui invece il video ci induce a speculare riguardo all’universo narrativo si concretizza in pochi elementi ma di fatto fondamentali per quello che sarà il gioco nella sua forma finale: innanzitutto la presenza di un Grizzly alla fine del trailer (dico Grizzly viste le sue dimensioni al di fuori della media degli orsi europei)  fa pensare che la storia possa essere ambientata in America, che siano soggetti all’infezione non solo gli uomini e che la sensibilità ai suoni vari comunque a seconda della specie (uno zombie umano viene allertato da uno sparo, l’orso solo dall’urto con un secchio).

Inoltre, appurata la presenza di organizzazioni più o meno grandi di predoni, banditi e malintenzionati, è confermata anche quella di insediamenti umani “civili” dove vige un ordine, una determinata legge e trova comunque posto la solidarietà.

L’elemento finale su cui riflettere offerto dal trailer del 2017 di Days Gone è il carattere del personaggio principale: se nel 2016 era stato presentato in maniera superficiale e delle poche battute che aveva avuto a disposizione il 90% era dato da uno sterile “oh, c’mon”, in quest’ultimo è stato finalmente mostrato in maniera dettagliata quello che è il suo carattere, coraggioso, irriverente, pragmatico e, perché no, anche un po’ spaccone: una miscela che sono quasi certo che se verrà sviluppata e approfondita nella maniera corretta permetterà al nostro impavido avventuriero a farsi amare proprio da tutti.

https://www.youtube.com/watch?v=6uED22JERB8

Volgendo alla conclusione le pretese che ho riguardo a Days Gone sono poche, ma molto difficili da sostenere: il titolo presenta un impatto visivo maestoso che già di per sé lo rende interessante oltre ogni dire e il genere action/adventure/survival a cui appartiene lo trasforma in qualcosa di ancora più appetibile. Tutto questo però a mio parere non basta a fare di Days Gone il capolavoro che deve essere destinato a diventare; quello che infatti in maniera polemica (ovviamente costruttiva) mi chiedo è: riuscirà questo progetto di SCE Bend Studio ad avere una sua vera personalità e a stupire con una storia veramente nuova, coinvolgente e profonda come sembra voler fare? Oppure si arenerà in maniera fallimentare, diventando semplicemente qualcosa di più piattamente simile ad un minestrone tra il magnifico The Last of Us (per ambientazione fisica e narrativa e gameplay) e la bellissima saga di Uncharted (per caratterizzazione personaggio e sempre gameplay)?

Gli ingredienti sono sul tavolo, e sono i medesimi per raggiungere l’uno o l’altro risultato. Sta dunque agli sviluppatori armeggiare con essi per creare qualcosa in grado di ammaliare tutti noi, e di spiegarci nuovamente perché ancora si parla di Zombie nel 2017.

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Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

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