C’è stato un tempo in cui bastava un mouse, un pizzico di logica contorta e una buona dose di ironia per vivere avventure straordinarie. Parliamo dell’epoca d’oro delle avventure punta e clicca, quella di Monkey Island, Day of the Tentacle e, naturalmente, Simon the Sorcerer.
A oltre trent’anni di distanza dal debutto dell’iconico maghetto in tunica rossa, Simon the Sorcerer: Origins riporta in vita quel mondo colorato e caotico, con un prequel che punta a riconquistare sia i nostalgici dell’Amiga sia chi scopre oggi il fascino del genere.
Un ritorno alle origini (letteralmente)
Sviluppato da Smallthing Studios e pubblicato da Leonardo Interactive, Simon the Sorcerer: Origins si propone come prequel ufficiale del titolo del 1993, raccontando come il giovane Simon sia diventato il sarcastico stregone che ricordiamo.
Dimenticatevi Hogwarts e i drammi adolescenziali alla Harry Potter: qui la magia è più vicina al caos di Terry Pratchett che all’eleganza di Silente. Tra profezie antiche, grimori scomparsi e maghi megalomani da ridimensionare, il tono resta quello di una commedia fantasy pungente, capace di strizzare l’occhio ai classici ma con una scrittura moderna e autoironica.

Punta, clicca e… ridacchia
Fin dal primo avvio si respira aria di anni ’90. La grafica disegnata a mano sprizza personalità da ogni pixel, mentre la colonna sonora retrò — con tanto di citazioni musicali di Rick Astley, accompagna un’introduzione che sembra uscita da un cartone del sabato mattina.
Il gameplay, naturalmente, rimane quello delle avventure grafiche classiche: esplorare, raccogliere oggetti improbabili, combinarli in modi ancora più improbabili e risolvere enigmi con la logica del “prova tutto con tutto”.
Il sistema di controllo, però, è stato adattato con intelligenza ai controller moderni: si muove Simon con lo stick sinistro, si interagisce con il tasto A e si può evidenziare rapidamente gli oggetti d’interesse con i trigger. L’interfaccia è pulita e completamente personalizzabile, con opzioni di accessibilità e modalità “content creator” pensata per streamer e youtuber, un tocco davvero apprezzabile.

Un mondo che vive (e parla tanto)
Uno dei punti forti del gioco resta la scrittura: i dialoghi brillano di humor britannico e metariferimenti, con Simon che rompe spesso la quarta parete per rivolgersi direttamente al giocatore.
Il doppiaggio è di altissimo livello, grazie al ritorno di Chris Barrie, storico interprete del protagonista, che dona ancora una volta voce e sarcasmo al giovane apprendista mago. Qualche disallineamento tra labiale e audio tradito dal multilingua può farsi notare, ma non rovina l’esperienza.
I personaggi secondari sono un caleidoscopio di eccentricità: troll depressi, maghi boriosi, locandieri troppo zelanti e un’infinità di battute meta che rendono ogni incontro un piccolo sketch.
Il tutto è impreziosito da un mondo coloratissimo, pieno di piccoli dettagli e animazioni curate, che restituiscono quella sensazione di “cartone animato giocabile” tanto amata dai fan storici.

Accessibile ma non banale
Le puzzle sono ingegnose e mai frustranti, anche se qualche volta si scivola nel classico “clicka ovunque finché qualcosa succede”. Gli oggetti inutili vengono automaticamente rimossi dall’inventario, una scelta moderna che alleggerisce il ritmo, ed il sistema di autosalvataggio evita spiacevoli perdite di progressi.
Il tutto senza mai rinunciare alla filosofia originale: niente game over, solo ironici avvertimenti e battute taglienti di Simon quando le cose vanno storte.

Conclusione
Simon the Sorcerer: Origins è un riuscitissimo ritorno alle origini, capace di ricatturare la magia delle avventure punta e clicca senza restare prigioniero della nostalgia.
La cura artistica, il doppiaggio d’autore e la quantità di opzioni moderne lo rendono una delle sorprese più piacevoli per chi ama il genere.
Non rivoluziona nulla, ma ci ricorda perché abbiamo amato Simon: per la sua lingua tagliente, il suo mondo assurdo e quel modo tutto britannico di non prendersi mai troppo sul serio.
Se vi mancano le avventure “da cliccare e ridere”, questa è la pozione giusta da bere fino in fondo.
*Versione testata: Xbox Series X grazie ad un codice fornito dal publisher








