C’è un eco profondo, come di martelli che battono su incudini dimenticate, che risuona tra le pagine di A Home Reforged. E quel suono non è soltanto quello del ferro che prende forma, ma quello di un’identità che viene riforgiata, un’epopea di popolo che si riappropria del proprio passato, scavando nel buio non per ritrovare solo tesori, ma soprattutto se stessi. A Home Reforged, scritto da Alex Papadakis e Phoevos Kraniotakis e pubblicato come Edge of Mythos, non è solo un gioco di ruolo da tavolo, è un canto epico, un manifesto sociale e un’intima lettera d’amore al concetto di casa perduta. Il gioco è disponibile in edizione digitale su Itch.io e su DriveThruRPG a circa 10€.
Dimenticate i cliché polverosi che da decenni ammorbano i nani nel fantasy classico: avidi, testardi, burberi e sempre secondari. Questo gioco compie una rivoluzione silenziosa e coraggiosa. I suoi nani non sono macchiette etniche o caricature scozzesi dai pugni facili, sono eroi, sono comunità, sono tragedia e speranza intrecciate. Giocare A Home Reforged significa calarsi nei panni di un popolo spezzato che ha scelto di rimettere insieme i pezzi della propria identità—non con la nostalgia cieca, ma con la volontà di costruire qualcosa di nuovo sulle macerie dell’antico.
Il cuore del gioco è un motore meccanico semplice ma raffinato, derivato dal Black Hack 2e. Le meccaniche ruotano attorno a test sugli attributi con un dado a venti facce, con successi critici e fallimenti disastrosi che danno sapore e incertezza ad ogni azione. Ma è il contesto in cui queste regole si muovono che le rende straordinarie. Ogni personaggio è un nano ed ogni giocatore contribuisce alla costruzione del proprio clan, completo di storia, credo, vessillo ed eredità. È un’idea potentissima: non solo si interpreta un individuo, ma si dà voce a un’intera cultura. Questo legame tra giocatore e fiction è raro e prezioso.
La narrazione è profondamente politica, ma mai pedante. Il collasso della civiltà nanica è attribuito non a un destino inevitabile, ma agli errori dell’élite corrotta. La rivoluzione, il rovesciamento dei re e l’instaurazione di un’utopia repubblicana, sono raccontati con sobrietà e partecipazione. Non c’è moralismo, solo il riconoscimento che la storia può essere riscritta dai molti, non dai pochi. Ed è proprio questo spirito che impregna ogni sessione: un’epopea corale dove la fratellanza e l’uguaglianza non sono solo temi, ma strutture di gioco vere e proprie.

Le classi—Forgemaster, Tinkerer, Deepscribe, Defender, Runemason, Alchemist, sono archetipi classici riplasmati con una verve creativa notevole. Ognuna ha abilità evocative e meccaniche uniche, che non solo funzionano sul piano ludico ma rafforzano il mondo narrativo. Il Forgemaster, per esempio, è tanto un chierico del fuoco quanto un leader spirituale; il Runemason incarna la memoria perduta della magia nanica; il Tinkerer è un artigiano del futuro, un ibrido di tecnologia e fede. Ogni personaggio respira profondamente l’aria della sua cultura e ogni loro azione sembra scaturire non solo da un’abilità, ma da una storia, una causa, un destino.
Le meccaniche di viaggio e di gestione della comunità sono il vero gioiello del sistema. L’uso dei “Travel Die” per esplorare le profondità, le regole sull’esaurimento, i campi e le azioni di gruppo infondono un senso di tensione e progresso costante. Non si vaga per dungeon solo per “livellare”: si viaggia per riscoprire le rovine di una civiltà amata, per renderle sicure, per stabilirvi un avamposto, per riportare a casa un’idea. Il mondo è ostile, ma non privo di redenzione. Ogni sito rivendicato, ogni strada aperta tra le profondità, è un passo verso Oldhome, la capitale perduta. E il sistema ti spinge a costruirla davvero, migliorando il tuo insediamento, trasformando la tua storia in pietra viva.
Narrativamente, il tono è profondo e commovente. C’è un lirismo latente anche nei testi più tecnici, e l’introduzione, un saggio straordinario sulla rappresentazione dei nani nella storia del fantasy, eleva realmente il gioco oltre il genere. È una riflessione affilata e appassionata, una dichiarazione d’intenti che colpisce con onestà e finezza. Chi scrive ha amato davvero questi nani e quell’amore si sente, si legge, si gioca.

Non è un gioco perfetto. Alcune sezioni possono risultare dense o troppo tecniche per giocatori alle prime armi, la gestione delle risorse tramite Usage Dice richiede una certa disciplina e potrebbe scoraggiare chi è abituato a sistemi più “narrativi” o indulgenti e la forte focalizzazione sulla razza nanica rende il gioco un’esperienza meno variegata in termini di diversità razziale rispetto ad altri GDR fantasy, ma questo è anche il suo punto di forza: A Home Reforged è un gioco che ha scelto una voce e la segue fino in fondo.
Nel vasto panorama dei giochi di ruolo moderni, A Home Reforged è una gemma rara. Non urla per attirare l’attenzione, non si piega a mode effimere. Sta lì, saldo come una colonna di pietra, offrendo a chi è disposto a scavare a fondo una ricompensa narrativa e ludica di altissimo livello. È un gioco che ti invita a costruire qualcosa con le mani, con la testa, con il cuore, che sia una casa, una memoria o un futuro.Un capolavoro sotterraneo, degno di essere esplorato da chiunque ami il fantasy.
*Copia digitale del manuale fornita dall’editore in cambio di una recensione onesta








