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Jusant: una scalata ambientalista – Recensione

12 Gen 2024 | News, Nintendo Switch, PC, PlayStation 5, Recensioni, Recensioni Videogiochi, Steam, Xbox Series S, Xbox Series X

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Il mondo indie è sempre affascinante e spesso sforna alcuni progetti che con un budget limitato riescono a colpire i videogiocatori.
Chi di produzioni indipendenti se ne intende è di sicuro la compagnia francese DON’T NOD, il team dietro titoli come Life is Strange, Vampyr e Harmony: The Fall of Reverie, la quale prosegue nel suo lavoro dando vita a Jusant, un adventure incentrato sulle scalate che punta a comunicare diversi messaggi mettendo in risalto anche delle problematiche globali. Vediamo dunque se questo messaggio e un gameplay particolare basterà per dar vita ad un titolo interessante.

Una scalata in cerca dell’acqua

Jusant è un termine francese relativo al mondo nautico per definire la marea che si ritira ed è proprio con questo che il titolo di DON’T NOD incomincia mostrandoci una distesa di sabbia immensa divenuta un triste cimitero di imbarcazioni piena di relitti e desolazione. Questa tragedia è dovuta alla siccità che non intende fermarsi, richiamando un tema più che attuale anche nei giorni nostri con l’impatto dell’uomo sul mondo sta causando infinite problematiche, con l’acqua che oramai è un lontano ricordo per la tribù di cui fa parte il protagonista. Quest’ultimi non hanno molte alternative infatti ben presto capiremo che l’unica possibilità rimasta è quella di andare alla ricerca di acqua scalando l’imponente torre che si staglia sul malinconico deserto, una struttura che un tempo era la fonte principale d’acqua della zona.
E’ così che parte la nostra avventura con il solo obiettivo di scalare la Torre sperando di trovare un barlume di speranza per salvare la tribù trovando una fonte o, in ogni caso, la vera motivazione di questa catastrofe. Nel viaggio silenzioso a cui prenderemo parte non ci saranno cutscene narrative, non troveremo personaggi ma solo una narrazione ambientale dettata da tutta una serie di testimonianze riportate in diari e lettere che troveremo nel corso dell’esplorazione passando per piccoli villaggi abbandonati.
Proprio questa è una delle tematiche che affronta il gioco dando molto risalto alle conseguenze che ha portato questo cambiamento climatico con tutta una serie di villaggi disabitati con gli abitanti che sono stati costretti, per forza di cose, ad abbandonare le loro case, le loro abitudini per sfuggire ad un apocalisse e a delle prospettive tragiche. Tra queste testimonianze troviamo per esempio le lettere di Bianca, un abitante della Torre che ha deciso di prender parte ad una spedizione proprio per salvare la sua casa, percorrendo in anticipo i passi del protagonista, accompagnandolo per tutte le tre/quattro ore utili ad arrivare ai titoli di coda.

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Una mano dopo l’altra

L’opera di DON’T NOD concentra il suo gameplay nell’esplorazione e nelle scalate consegnando nella mani dei giocatori un titolo basato esclusivamente sull’utilizzo dei grilletti, che corrispondono alle mani del protagonista, e a due tasti uno dedicato al salto e l’altro adibito al posizionamento di un appiglio utile per recuperare la stamina o posizionarsi al meglio per dondolarsi e arrivare in punti difficilmente accessibili. Tutta la scalata si basa poi sulla resistenza, che è il fattore determinante che influenzerà quello che possiamo fare e non fare, se possiamo continuare a scalare o saremo costretti a fermarci qualche istante per rifiatare. Le varie scalate, sia in verticale che in orizzontale, sono aiutate e facilitate dall’utilizzo della classica corda di supporto che permette ai giocatori di avere sempre una “salvezza” in caso si finisca la stamina o si vada a vuoto su un appiglio. Per tutta la durata del gioco la difficoltà sarà sempre tarata verso il basso con il team di sviluppo che ha voluto premiare più il viaggio ed il suo significato spargendo qua e la diversi collezionabili tra cui conchiglie per riassaporare l’acqua che scendeva dalla Torre, oppure i già citati diari utili per capire sempre più della trama.

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Scalata animata

Per quanto riguarda l’aspetto grafico e artistico dell’opera Jusant si basa molto su uno stile simile ai film d’animazione che riesce a mettere in risalto benissimo l’ambientazione principale della Torre con i suoi luoghi desolati e le sue pareti da scalare. In alcuni casi è possibile trovare qualche superficie meno dettagliata ma sicuramente il colpo d’occhio generale è di buonissimo valore.
Purtroppo per quanto riguarda l’aspetto tecnico del gioco è presente qualche bug di troppo soprattutto nelle fasi a piedi nelle quali il protagonista potrebbe rimanere “incagliato” tra i sassi obbligando i giocatori a riavviare dall’ultimo salvataggio.
Parlando invece della colonna sonora bisogna dire che tutti i brani presenti calzano a pennello con le situazioni di gioco andando ad enfatizzare i vari momenti clou dell’avventura lasciando poi spazio al silenzio nelle sezioni più desolate.

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Un’opera da apprezzare

Jusant è un’opera indipendente che prova a lasciare il segno incentrando l’avventura più che sul gameplay sul messaggio che vuole dare e sull’esperienza da far vivere ai giocatori. Scalando la Torre l’obiettivo è quello di riflettere sulle tematiche ambientaliste che spesso la fanno da padrone al mondo d’oggi, cercando di dare diversi spunti offrendo un’esperienza di qualità.

*Versione Testata: PS5, grazie al codice fornitoci dal publisher

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Jurant

7.7

Trama

7.0/10

Gameplay

8.0/10

Grafica

8.5/10

Sonoro

8.5/10

Longevità

6.5/10

Pro

  • Ambientazioni ottime
  • Scalate fluide e piacevoli

Contro

  • Qualche bug di troppo nelle sezioni a piedi
  • Perdere qualche diario ostacola la comprensione dellastoria

Alessandro Reppucci

Senior Editor e responsabile YouTube di Serial Gamer, da sempre innamorato follemente dei videogames, dai 5/6 anni in poi ha macinato giochi su giochi di ogni genere.

Alessandro Reppucci

Senior Editor e responsabile YouTube di Serial Gamer, da sempre innamorato follemente dei videogames, dai 5/6 anni in poi ha macinato giochi su giochi di ogni genere.

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