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Starfield – Il futuro secondo Bethesda – Recensione

20 Set 2023 | PC, Recensioni, Recensioni Videogiochi, Videogiochi, Xbox Series S, Xbox Series X

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Disponibile dal 6 settembre (dal primo per chi aveva prenotato la Premium Edition), Starfield è la prima nuova IP di Bethesda Softworks da 25 anni.

Dopo averci portato ad esplorare reami fantasy con The Elder Scrolls e le Wasteland americane post-apocalittiche con Fallout, questa volta la meta è lo spazio… Solo il tempo saprà dirci se Starfield riuscirà a ritagliarsi un posto di fianco a due saghe tanto amate dai fan, ma nel frattempo posso dirvi cosa ne penso io dopo oltre 100 ore di gioco.

https://www.youtube.com/watch?v=akIIv6Zelks

Non è un simulatore spaziale, è un gioco di ruolo di Bethesda

 

Non prendete il titolo di questa sezione come negativo, tutt’altro, è che mentre giocavo a Starfield  per scrivere questa recensione non ho potuto evitare di leggere commenti (positivi e negativi) sui social e di confrontarmi con colleghi e amici (anche se non ho letto altre review, solo guardato i voti Metacritic delle prime valutazioni pre-lancio). Starfield è un gioco di ruolo che si prende i suoi tempi (le prime 10 ore servono da tutorial per tutte le “opportunità” che il titolo offre) e non è né un simulatore spaziale alla No Man’s Sky, né uno shooter spaziale come Everspace 2 e nemmeno un action GDR come possono essere Final Fantasy XVI o anche Horizon: Forbidden West e paragonarlo a questi titoli è profondamente sbagliato, secondo me. Se quello che cercate è un clone di uno di questi giochi o un prodotto che raccolga tutte le peculiarità degli altri titoli sopra citati, beh, potete pure non continuare a leggere la recensione perché Starfield probabilmente non fa per voi.

La trama di Starfield è ambientata nel 2330: l’umanità è diventata multi-planetaria e si è avventurata ben oltre al Sistema Solare ed il giocatore inizia in uno sperduto avamposto minerario, come semplice trivellatore. Gli scavi portano a scoprire un misterioso manufatto che entrato in contatto con il protagonista lo fa svenire ed una volta rinsavito, dopo un giusto assaggio di pallottole, deve riportare questo manufatto ai membri di Constellation, un gruppo di filantropi che studia questi reperti che stanno venendo ritrovati in varie parti dell’Universo esplorato.

starfield1 Serial Gamer

Senza voler spoilerare ulteriormente, vi posso dire che la main quest legata a Constellation, le quattro trame delle fazioni principali e la maggior parte delle centinaia di quest secondarie sono ben scritte e appassionanti, con risvolti di trama legati alle scelte fatte e NPC ben studiati e differenziati.

La parte narrativa è quella su cui Bethesda, secondo me, ha apportato le migliorie più significative: la scrittura delle quest, dei dialoghi, le conseguenze delle scelte di trama e i rapporti con gli NPC sono di un livello decisamente superiore rispetto alle produzioni del passato della software house americana.

Le relazioni sentimentali (potrete sbloccarle solo con 4 NPC) sono forse l’unica nota “dolente” della produzione a livello narrativo: si sviluppano troppo velocemente ed in modi anche inaspettati e con centinaia di NPC ben scritti presenti nell’universo, limitare a 4 i possibili “amori” del nostro personaggio è un evidente limite.

Dopo la prima missione è possibile personalizzare il nostro protagonista con un editor molto approfondito, non sarà solo modificabile l’aspetto fisico del personaggio ma anche e soprattutto il suo background. A tal proposito vi segnalo che alcune delle scelte potrebbero sembrarvi incomprensibili ad inizio partita, come per esempio legarsi ad una delle fazioni presenti in gioco senza conoscerne effettivamente la lore, ma tutte le scelte compiute nel tutorial sono facilmente modificabili ad un certo punto della partita e quindi non preoccupatevi troppo di poter sbagliare e di effettuare le scelte che vi sembrano più azzeccate all’inizio della vostra prima run.

starfield2 Serial Gamer

A livello di gameplay, Starfield non si discosta molto dalle precedenti produzioni di Bethesda, si può scegliere di affrontare il gioco in prima persona o in terza con il classico “cambio” immediato dell’inquadratura con la semplice pressione di un tasto. La parte shooting ed esplorativa (parlando di meccaniche di gioco) è perfettamente paragonabile, con qualche miglioria, agli ultimi Fallout e The Elder Scrolls, e chi ha già giocato questi titoli ritroverà subito lo stesso feeling.

Le armi da fuoco e da corpo a corpo sono ben differenziate e nelle fasi più avanzate del gioco sarà utilissimo scegliere le giuste armi (in base al tipo di munizione e agli effetti) per superare agevolmente le missioni, anche qui non mancano riferimenti, easter egg e simpatiche trovate.

I combattimenti spaziali invece sono veloci e frenetici ed offrono un’esperienza molto “arcade”, come è anche giusto che sia, visto che come già ripetuto più volte Starfield non è un simulatore spaziale. Con il migliorare dell’armamentario della nostra nave i combattimenti diventano ancora più appaganti con scontri che coinvolgono molti più nemici.

L’IA, sia delle astronavi che nei combattimenti a terra non è nulla che faccia gridare al miracolo, ma ogni tipologia di creatura aliena e ogni fazione ha dinamiche specifiche ben caratterizzate, per farvi un esempio semplice: alcune specie di animali alieni attaccano a testa bassa senza farsi problemi appena vi avvicinerete mentre altre usano soluzioni più tattiche, per esempio raggruppandosi o nascondendosi prima di attaccare.

Anche i compagni, ovvero gli NPC che potremo assoldare perché ci accompagnino come membri dell’equipaggio (e uno volendo lo si può portare come supporto durante le quest) non hanno un’IA particolarmente degna di nota ma generalmente fanno il loro dovere attirando l’attenzione e i colpi dei nemici. Avremmo forse voluto vedere una maggiore interazione con gli NPC che ci seguono, magari con la possibilità di chiedere fuoco di copertura o qualche possibile azione coordinata, invece che vederli semplicemente imitare le nostre azioni.

L’universo di gioco è diviso in 120 sistemi stellari con un migliaio di pianeti, di cui la buona parte completamente esplorabili (ovviamente non saranno visitabili stelle e pianeti gassosi). Non sarà però possibile esplorare l’universo in tempo reale navigando con la propria astronave: sarà possibile pilotare la propria nave nell’orbita di tutti i pianeti e tecnicamente anche per spostarsi manualmente in tutti i sistemi solari, ma tenete conto che con le velocità raggiunte dalle astronavi del gioco, ci vorranno ore di navigazione per raggiungere un punto facilmente raggiungibile in pochi secondi con il viaggio rapido. Ogni pianeta è un istanza a parte nel gioco e quindi l’atterraggio, che sia in un punto casuale della mappa o in uno dei punti di interesse già disponibili, sarà effettuato con un filmato che serve ovviamente a “mascherare” i caricamenti della location che ci troviamo ad esplorare. Il viaggio tra sistemi solari invece è vincolato al “Gravisalto”, inizialmente con le astronavi di inizio gioco sarà possibile “saltare” solo verso sistemi solari vicini, potenziando le navi e arrivando a poter pilotare quelle di livello superiore, invece, la portata del gravimotore aumenta e ci permette di viaggiare a maggiori distanze senza dover passare dall’esplorazione dei sistemi solari intermedi alla nostra destinazione.

 

starfield3 Serial Gamer

Non tutti i pianeti sono abitati da coloni e fauna e flora aliena e in alcuni ci sono pochi punti di interesse, ma il tutto è bilanciato e proprio durante l’esplorazione casuale troverete i migliori easter egg, le migliori quest secondarie, tonnellate di lore e non solo pianeti spogli da esplorare a piedi (e con il jet pack). Nelle poche occasioni in cui esplorerete a vuoto un pianeta o una luna, avrete comunque la possibilità di creare voi stessi un avamposto, che sia per appropriarvi delle preziose risorse del luogo o semplicemente per avere un deposito in più per le risorse e i materiali raccolti.

Ovviamente non mancano il classico albero di abilità in cui far progredire il nostro personaggio, diviso in cinque rami principali: Fisico, Sociale, Combattimento, Scienza e Tecnologia. Ogni ramo ha 4 livelli e ogni abilità 4 gradi, utilizzando abbastanza punti in un ramo si sbloccano i livelli successivi, mentre per le abilità ogni grado ha una sfida da superare per sbloccare quello successivo.

Durante il gioco inoltre saranno disponibili postazioni per le modifiche delle tute spaziali, delle armi, delle risorse mediche e anche cucinare piatti elaborati, oltre ovviamente a poter modificare del tutto la propria astronave con nuovi moduli che si sbloccano man mano che progrediamo ed upgrade disponibili dai tecnici navali disponibili in tantissime location (tutte le città e i principali avamposti attivi). L’editor della personalizzazione della nave è davvero molto profondo e una volta presa dimestichezza anche molto soddisfacente.

 

Descrivervi tutte le feature disponibili e tutto ciò che troverete in Starfield è davvero difficile, perché vi priverebbe del piacere della scoperta e come detto all’inizio di questa recensione, solo dopo le prime 10 ore (anche senza progredire troppo nelle missioni principali) si ha un’idea oggettiva di tutto quello che Starfield ha da offrire. Potete mettervi a contrabbandare merci, assaltare le navi nemiche e conquistarle attraccando una volta “abbassato” gli scudi a cannonate, buttandovi all’arrembaggio come veri pirati spaziali oppure giocare un’intera run senza commettere azioni illegali divertendovi ugualmente e trovando lo stesso decine e decine di attività divertenti.

starfield4 Serial Gamer

La maestosità dell’universo

 

Tecnicamente Starfield è senza dubbio la miglior produzione Bethesda: graficamente il colpo d’occhio è davvero ottimo, nonostante gli evidenti limiti del Creation Engine utilizzato da Bethesda da oltre 10 anni le cui possibilità ovviamente non sono comparabili alla più recente versione di Unreal Engine o il Decima Engine di Guerrilla: l’illuminazione diretta è di altissimo livello mentre rispetto ai precedenti lavori sono nettamente migliorati i volti degli NPC (non paragonabili a quelli di Horizon Forbidden West o produzioni simili, visto che qui gli NPC sono centinaia e l’animazione è creata direttamente dal motore grafico).

Su Xbox Series X le prestazioni rimangono ancorate ai 30fps stabilmente e nel corso delle oltre 100 ore passate su Starfield ho riscontrato solamente una manciata di bug, di cui solo un paio mi hanno costretto a riprendere un salvataggio precedente, segno che anche da questo punto di vista le promesse di Bethesda dopo l’ultimo rinvio del gioco hanno avuto un seguito nei fatti.

Il comparto audio è caratterizzato da ottimi campionamenti ed effetti, un buonissimo doppiaggio inglese ed una colonna sonora funzionale e appassionante, che riesce a dare enfasi alle diverse fasi di gioco.

La localizzazione in italiano (menu e sottotitoli) è parsa ben curata e priva di grandi errori, a parte il guanciale alieno ed il prezzemolo che si possono trovare nella carbonara spaziale, che farà storcere il naso ai “puritani”, anche se perlomeno hanno usato il guanciale e non la pancetta, seppur alieno.

In conclusione, Starfield è un’opera enorme, maestosa e che riuscirà ad appagare sicuramente tutti gli amanti dei GDR di Bethesda e i fan delle avventure sci-fi. La quantità di contenuti presenti al lancio è davvero smisurata e probabilmente ci vorranno anni perché vengano scoperti tutti gli easter-egg e i dettagli di lore inseriti dagli sviluppatori. Starfield offre ai giocatori un profondo senso di libertà, tale che è possibile giocare decine e decine di ore senza avanzare nelle quest principali e solo esplorando le migliaia di location e attività disponibili. Al netto di alcuni difetti, mi sento di consigliare a tutti di dare una possibilità a questo titolo, anche perché è disponibile sul Game Pass sia per PC che per Xbox Series X|S e quindi permette a tutti/e di provarlo senza acquistare il gioco a prezzo completo. Ovviamente, essendo un GDR molto lento e che si prende i suoi tempi per fare assimilare ai giocatori tutte le principali funzionalità in game, non è un gioco consigliato per chi vuole un titolo immediato e veloce, visto che anche solo per portare a termine le quest principali occorrono 30-40 ore.

*Versione testata: Xbox Series X, grazie ad un codice fornito dal publisher

Starfield

starfield Serial Gamer

  • Trama/Ambientazione 95% 95%
  • Grafica 85% 85%
  • Gameplay 90% 90%
  • Sonoro 95% 95%
  • Longevità 100% 100%
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Paolo Lorenzini

Dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia, dopo anni a girovagare per le redazioni di settore ha deciso di costruirsi una “casa” su misura che gli permettesse di offrire un’informazione libera, priva di clickbait e gestita in maniera equa e meritocratica.

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