Qualcuno una volta disse “grande la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente”.
Ecco, su Destiny 2 c’è solo da capire quale sia il concetto di cielo, perché per il resto con l’arrivo de “L’Eclissi” la confusione è evidente, ma non sono sicuro di quanto sia buona la situazione.
Resa disponibile lo scorso 28 febbraio su PlayStation 4/5, Xbox One/S/X e PC, l’ultima espansione di Destiny 2 prende appunto il nome di “L’Eclissi”, e promette fuoco, fiamme e finalmente uno showdown con due dei nemici più noti dell’universo narrativo del looter shooter di Bungie.
Noi guardiani di Serial Gamer Italia abbiamo preso parte alla battaglia finale, e ora, passato qualche tempo, è ora di tirare le somme.
La storia che viene raccontata in questa nuova espansione prende come al solito il via in medias res, in maniera direttamente conseguente agli avvenimenti narrati con la fine della scorsa Season: la tentata fuga del viaggiatore e il conseguente sacrificio della mente bellica Rasputin, hanno spostato il fulcro del conflitto tra luce e ombra sul pianeta Nettuno, dove neanche a dirlo è situata una città che sopravvive nell’anonimato da prima del crollo: Neomuna. Tra le sue costruzioni futuristiche pare infatti che sia celato il Velo, un’entità paracausale di natura simile al viaggiatore che possiederebbe un potere simile a questo, utilizzabile dal Testimone per scopi poco chiari ma comunque speculabili come nefasti ai fini della sopravvivenza del genere umano.
Se qualcosa è poco chiaro sappiate che è così per tutti. Resta il fatto che la battaglia si sposta dunque su Neomuna, dove i guardiani scendono in campo per trovare il Velo prima del Testimone e difenderlo insieme agli abitanti di Neomuna, che nonostante non siano benedetti dalla luce come i guardiani hanno dalla loro parte un importante arsenale di armi supertecnologiche perfettamente all’altezza di fronteggiare l’esercito delle piramidi oscure, comandato dall’ex imperatore Calus, ora nuovo Discepolo del Testimone e suo braccio armato.
La scacchiera è dunque preparata: le forze della luce combatteranno contro la loro oscura nemesi in questa terra sconosciuta e misteriosa per togliere dalle grinfie del male quella che potrebbe essere l’arma definitiva del conflitto, faranno la conoscenza di nuovi alleati tra gli abitanti di Neomuna e cercheranno di scoprire il mistero relativo alla vera natura del Velo, del Viaggiatore, e del malvagio Testimone. Di carne al fuoco ce n’è: tanto vale buttarsi nella mischia!
Analizzando la campaign mode e la storia narrata in Lightfall, anche noi guardiani di Serial Gamer Italia non abbiamo potuto fare a meno che evidenziare qualche dubbio circa la resa di queste importanti componenti: il procedere nella campagna infatti, che risulta in ogni caso equilibrata nel suo livello di difficoltà proposta in relazione alla necessità di aumentare il punteggio di potere del giocatore, ha come principale difetto quello di farsi avvertire come raffazzonata nel susseguirsi dei suoi avvenimenti; per arrivare a questo punto, soprattutto con l’ultima stagione, avevamo assistito ad un crescendo costante di tensione nei nodi della trama, ma con l’arrivo del momento X, nel quale questi nodi avrebbero dovuto venire al pettine o comunque preesentare un final showdown di buona qualità, il ritmo della narrazione risulta fortemente altalenante, e il susseguirsi degli avvenimenti fin troppo annacquato senza motivo.
Entriamo un po’ nel merito: il Testimone (che di cosa sia Testimone ancora non si è capito) ha portato avanti la sua marcia per arrivare nel sistema Sol, facendo addirittura sparire dei pianeti (!) nel tragitto. Ora è qui e si presenta con il potere di governare una flotta infinita delle stesse navi che hanno avuto la capacità di far sparire i pianeti, ma invece di scendere in campo personalmente, si posiziona di fronte al viaggiatore e sguinzaglia un Calus ridotto ora a galoppino, prima imperatore e ora schiavo del potere. Per tutta la durata della campagna il testimone è fermo. Conscio del fatto che il Velo è a Neomuna lui se ne sta immobile a guardare il viaggiatore tenuto sotto scacco dalla sua immensa flotta. Il nostro guardiano esplora Neomuna, fa cose, incontra pesone, acquista nuovi poteri e fronteggia Calus cercando il velo.
Il Testimone, per tutto il tempo di questa battaglia finale, non si muove.
Abbiamo esplorato Neomuna e abbiamo cercato di carpirne i segreti, abbiamo fronteggiato le tenebre e abbiamo arginato la loro avanzata, ma mentre facevamo da baluardo al male senza alcuna economia di proiettili non abbiamo potuto fare a meno di interrogarci circa una storia che, pur ruotando intorno a cardini idealmente solidi sembrava in ultima analisi raffazzonata, flagellata da un ritmo goffo.
I personaggi che hanno provato a tenerla in piedi erano facce vecchie e nuove, ma le prime si sono dimostrate molto meno brillanti di quello che avrebbero dovuto, e le seconde, ad oggi, poco fascinose.
Il risultato è stato una campagna insipida, che prova a smuoversi dal suo piattume senza riuscirci davvero, e che, stavolta davvero in ultima analisi, non è riuscita a regalare ai giocatori il sapore di una vera battaglia finale tra luce e oscurità.
Certo, quello di Lightfall era solo l’ultimo passo in attesa della prossima fase narrativa dell’universo di Destiny, ma a maggior ragione quello che ci serve per il futuro è un deciso cambio di rotta.
D’altra parte, in maniera totalmente opposta alla scarsa qualità che abbiamo riscontrato nell’impianto narrativo di Lightfall, la nuova ambientazione di Neomuna si è dimostrata il vero fiore all’occhiello dell’intera espansione.
La città nascosta su Nettuno da prima del crollo si presenta come una vera e propria metropoli cyberpunk, caratterizzata da luci al neon, ampie piazze e vicoli tortuosi tutti da percorrere.
La sua esplorazione è come al solito costellata dalla scoperta di settori perduti, pattuglie ed eventi pubblici, tra cui spicca la nuova attività “Sovraccarico Terminale” che metterà di fronte a nutriti gruppi di guardiani miriadi di nemici agguerriti, varie fasi con diversi obiettivi, e potenti boss.
Agli ambienti più “nativi” Neomuna accosta anche altre componenti dell’universo narrativo di Destiny, come la profonda nave della Legione Ombra dei Cabal, che unisce concept tipici del vecchio Leviatano ad architetture più caratteristiche delle Piramidi, oppure spazi di rete Vex, che abbiamo avuto modo di esplorare con la ormai passata stagione del Tecnosimbionte. Il risultato è un’ambientazione interessante e comunque varia, ricca di punti di interesse, attività e un respiro davvero nuovo nel mondo dello shooter di bungie.
Neomuna è con ogni probabilità, in pochissime parole, quello per cui ci ricorderemo con piacere di Lightfall.
Per quanto riguarda il gameplay, Destiny 2: L’Eclissi mantiene le sue solide basi nella formula looter shooter cooperativa di Bungie, cercando sempre di migliorarla e apportando significative migliorie alla quality of life del titolo: in attesa infatti del promesso matchmaking in game, che verrà aggiunto più avanti, gli sviluppatori introducono sin da subito la possibilità di salvare i loadout in fase di building del personaggio: si tratta forse di un’implementazione semplice sulla carta, ma comunque apprezzatissima e in grado di semplificare una delle componenti più meccaniche del titolo.
L’aggiunta però certamente più importante è quella della nuova sottoclasse. Chiamata Telascura, questa è la seconda sottoclasse legata all’oscurità, e quindi non direttamente connessa alla luce del viaggiatore: Stregoni, Cacciatori e Titani avranno modo di sbloccarla completando la campagna di Lightfall e potenziarla esplorando Neomuna e facendo pratica con le sue abilità.
La Telascura è una sottoclasse molto valida e versatile: le sue abilità corpo a corpo, le sue granate e la sua suprema sono molto utili sia sui grandi gruppi di nemici sia sui boss, potendo infatti vantare una buona capacità di burst grazie in primis alla ultimate e un poderoso “effetto valanga” che si innesca utilizzando le altre sue peculiarità sulle miriadi di avversari grazie alla capacità di generare sciami di quelli che possiamo semplificare in piccoli proiettili a ricerca, in grado di soverchiare intere legioni di sventurati cabal e freddi vex.
L’ultima implementazione legata strettamente all’espansione è quella del nuovo raid. Questo prende il nome di Radice degli incubi, e ci porterà all’interno di una delle piramidi del Testimone attaccate dal raggio terraformatore del Viaggiatore durante l’opening di Lightfall. All’interno di questa, infatti, l’azione dell’entità paracausale della luce ha risvegliato un essere che già avevamo avuto modo di conoscere esplorando le leggende di Destiny 2: Nezarec.
Poco si sapeva di Nezarec fino ad oggi: nominato solo in alcuni passi di lore, in qualche descrizione di oggetti in giro per il mondo e comunque di sfuggita durante la scorsa Stagione Dei Tesori, questo essere è sempre stato associato ad una profonda aura oscura, e incontrandolo come boss finale del Raid sotto il nome di Divinità Ultima del Dolore, si potrebbe dire che le speculazioni ci avevano visto abbastanza giusto.
Il Raid, pensato come al solito per gruppi di sei guardiani, presenta due step principali, seguiti poi da un boss e solo infine da Nezarec, il nostro scontro finale. La diversità delle attività proposte durante la progressione è apprezzabile e i combattimenti contro i boss potranno sembrare inizialmente caratterizzati da meccaniche complesse, ma il procedere attraverso la piramide sarà assolutamente sufficiente a impararle e sfruttarle per avere ragione dei nostri nemici.
Le parole chiave per la vittoria sono come al solito affiatamento, coordinazione e gruppi variegati tra classi e sottoclassi: questi ingredienti sono sempre stati fondamentali nel mondo di Destiny non solo per fronteggiare l’oscurità, ma soprattutto per cementare solide amicizie e creare esperienze che verranno davvero ricordate nella nostra carriera di videogiocatori.
In conclusione, similmente alla disfida tra le entità paracausali di cui racconta, Destiny 2 L’Eclissi vive di luci e ombre.
Pur non avendo di fronte un contenuto narrativamente di qualità come è stato l’ultima espansione, The Witch Queen, Lightfall riesce in ogni caso a imporsi come un contenuto di qualità per quanto questa sia altalenante.
La sensazione è che il brand di Destiny sia ormai talmente ben strutturato e solido nei suoi punti di forza, che basta davvero poco per creare un contenuto che risulti più che sufficiente, anche a fronte di rocambolesche mancanze di cura in fase di storytelling.
La campagna ricorda una brutta scena di combattimento in un film d’azione di serie B, nella quale gli eroi si sperticano in azioni pirotecniche mentre i nemici li guardano falcidiare le loro schiere un soldato alla volta, mentre ciascuno aspetta di essere preso a schiaffi.
Sull’altro piatto della bilancia, le migliorie al gameplay e l’implementazione della nuova sottoclasse della Telascura che si dimostra dinamica e divertente riescono a tenere perfettamente in piedi l’espansione nel suo complesso, che viene confermata grazie alla nuova ambientazione di Neomuna, vibrante, interessante ed evocativa.
Siamo davanti dunque ad un mezzo passo falso, non tanto per quello che Lightfall è quanto per quello che avrebbe dovuto essere: una battuta d’arresto in un climax che ci stava preparando a qualcosa di granddioso, il quale però ad ora ha mancato di arrivare.
Per consacrare questa eclissi sarà necessario un supporto post lancio adeguato, con season recanti contenuti davvero interessanti, sempre rimanendo in attesa della prossima vera espansione, già attesa per l’anno venturo e foriera di ancora nuove promesse.
La luce provvederà?
*Versione testata: PS5, grazie al codice fornito dal publisher
Destiny 2: L’Eclissi
- Trama 50%
- Ambientazione 80%
- Gameplay 80%
- Sonoro 70%
- Longevità/Multiplayer 85%