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The DioField Chronicles: La Guerra non cambia mai – Recensione

11 Nov 2022 | PlayStation 4, PlayStation 5, Recensioni, Recensioni Videogiochi, Videogiochi, Xbox One, Xbox Series S, Xbox Series X

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Siamo abituati da tempo, volenti o nolenti, a vivere in prima persona in un mondo che evolve velocemente, con ritmi proibitivi che spesso ci costringono più a rimanere aggiornati su fatti scissi tra loro come puntate di una serie, piuttosto che renderci conto di essere all’interno del vero e proprio flusso della storia, così organico e spietato.

Le attuali situazioni problematiche di Ucraina, Iran e tante altre di rado vengono interiorizzate in maniera analitica, e rimangono così un pensiero sul retro della nostra testa, il cui contorno è difficile venga davvero capito.

Fa riflettere di per contro, come all’interno dei medium di intrattenimento, situazioni volutamente più artificiose e costruite a tavolino, riescano a venire analizzate in maniera più organica solo in virtù di un punto di vista “esterno” alla realtà che viene narrata.

I Fan in tutto il mondo di questo genere di storie, che siano serie TV, libri o videogiochi, sono tantissimi, e la tipologia di racconti che parlano di geopolitica fantastica, intrighi e spostamenti di equilibri è evoluta nel corso del tempo, sempre con l’ambizione di portare al fruitore qualcosa di nuovo e inaspettato all’interno di un canone che potrà sempre essere paragonato ad una partita a scacchi tra due o più grandi poteri, i quali combatteranno per l’egemonia.

Basta dunque un posto dove non si venga personalmente toccati perché gli appassionati di questo genere di narrazione possano godere appieno del racconto, e il videogioco, come altri medium, offre questa possibilità. Vivere la storia di un continente, vedere i suoi bilanciamenti di potere mutare, capire, prevedere, intelleggere.

Al largo da un mondo reale terribile, The DioField Chronicles ci cala in un’altra terra che si può percepire come viva, e che vedremo muoversi alla ricerca di un suo equilibrio mentre noi impersoniamo i personaggi più importanti della sua storia.

Sviluppato da Lancarse ed edito da Square Enix, The DioField Chronicles è stato reso disponibile su Playstation 4/5, Xbox Series X/S, Nintendo Switch e PC lo scorso 22 settembre dopo essere stato anticipato come un rivoluzionario gioco di strategia in tempo reale capace di portare nuovo lustro al genere: gli obiettivi erano dunque posizionati molto in alto, ma ad oggi, dopo aver vissuto l’esperienza completa portata dal titolo, si può affermare che questi, in buona parte, sono stati raggiunti.

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The DioField Chronicles ci immerge nella storia di un continente immaginario che vede poco al largo dalle sue sponde ergersi proprio l’isola di DioField, che resta disinteressata ai giochi di potere continentali e persevera ad amministrare il suo territorio grazia ad una monarchia secolare supportata da diverse figure chiave quali nobili e ecclesiastici.

Quando però sulla terra ferma scoppia una guerra di conquista portata avanti dall’Impero, che prova a sottomettere tutta la zona, si forma a contrastarlo un Alleanza di Stati, che si scontrano con forza contro gli invasori, fino a raggiungere un sanguinoso stallo. Il Regno di DioField, ancora fuori dal conflitto, osserva i contendenti trucidarsi a pochi passi dai suoi confini, attento e dubbioso su quanto questa situazione di pace precaria possa durare.

Questo finché le navi da guerra dell’impero non vengono avvistate mentre si dirigono verso la costa dell’isola.

Il potenziale bellico dell’impero è infatti basato sull’utilizzo della magia dalle sue truppe che fino a quel momento, anche se in forte svantaggio numerico, hanno sempre saputo fare fronte alle loro battaglie grazie appunto alla messa in campo di apparecchi e armi magiche, che per funzionare attingono il potere da cristalli chiamati Giada, ricchi di energia e reperibili in enormi quantità nelle profonde miniere di DioField, che diventa così un obiettivo militare dello spietato impero.

La situazione sembra sull’orlo di precipitare, ma nel regno sembra che ci sia ancora qualcuno in grado di fare qualcosa per frenare l’invasione.

All’interno del titolo i giocatori vestiranno i panni della compagnia di mercenari delle Blue Foxes, un manipolo di guerrieri che per si trovano fortunosamente (o no?) al servizio di un nobile del regno; capitanato inizialmente dagli amici Andrias Rhondarson, Fredret Lester e Izelair Wigan, il gruppo si allargherà nel corso della storia per fare fronte a sfide sempre più impegnative e poter essere davvero l’ago della bilancia che decreterà il destino di DioField.

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Dal punto di vista del gameplay, il prodotto offre un comparto tipico del gioco di strategia in tempo reale, con però l’aggiunta di qualche dettaglio che permette all’esperienza di essere diversa da molte di quelle proposte nel genere, ma partiamo dal principio.

Come si accennava precedentemente il giocatore vestirà i panni della compagnia delle Blue Foxes, vivendo di fatto in quello che sarà il loro quartiere generale: qui impersoneremo sempre Andrias, e potremo parlare con i vari membri del gruppo, aumentando così l’intimità del nostro rapporto con loro, oppure recarci presso l’hub strategico della base, dal quale potremo avviare le varie missioni della campagna così come le secondarie. Una volta che accetteremo una missione saremo chiamati a preparare il party di personaggi da mettere in campo, scegliendoli in base alla classe cui appartengono, le abilità peculiari che possono utilizzare e le tipologie dei nemici che incontreremo durante le battaglie.

Ogni personaggio può inoltre essere equipaggiato con armi, armature e accessori che influiranno sulle loro statistiche, e le sue abilità potenziate grazie a determinati materiali che otterremo completando le missioni e obiettivi particolari all’interno di queste. Così facendo il nostro party diventerà sensibilmente più forte man mano che proseguiremo nel gioco, e le sfide proposteci saranno sempre abbordabili.

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Una volta che il nostro gruppo sarà preparato e armato comincerà la missione vera e propria: ognuna di queste, secondaria o parte della campagna porrà sin da subito una win condition, così come i limiti che ne determineranno il fallimento. il nostro obiettivo sarà dunque quello di procedere verso l’espletamento del compito facendo fronte agli imprevisti che immancabilmente capiteranno e ci imporranno una rilettura strategica della situazione.

Sul campo i personaggi potranno essere mossi in totale libertà, in gruppo o singolarmente, senza sottostare ai limiti di alcuna griglia di movimento, che pur essendo un elemento tipico del genere RTS qui risulta del tutto mancante, andando a creare una grande parte della sensazione di freschezza e novità di cui parlavamo poc’anzi. Questo tipo di approccio libero regala ampi spazi e possibilità di posizionamento dei vari personaggi non facendo comunque perdere gli elementi più “strategici”, grazie anche alla presenza della classica pausa tattica e a diversi modificatori che rendono possibile modificare lo scorrere del tempo fino a 2x.

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In ultima analisi quindi il gameplay di the DioField Chronicles appare del tutto soddisfacente, ponendo da una parte un coefficiente di sfida modulabile grazie alle difficoltà modificabili e comunque sempre equilibrata in virtù delle molte possibilità di potenziamento di party, armamento e abilità. La componente strategica sul campo è presente ma mai opprimente, e l’assenza della griglia di movimento o comunque della meccanica dl combattimento a turni permette di percepire la battaglia sempre in movimento organico e incalzante: una sfida he gli appassionati del genere sapranno cogliere con entusiasmo, e che i neofiti potranno utilizzare per avvicinarsi ad una tipologia di narrativa che può, attraverso questo gameplay, regalare grandi soddisfazioni anche a chi solamente sa apprezzare una bella storia.

 

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Dal punto di vista grafico, The DioField Chronicles non propone un comparto eccezionale durante le battaglie, per quanto comunque soddisfacente e lungi dall’essere insufficiente, ma il comparto si supera nei momenti in cui vengono messi in scena i filmati, grazie ad una cura ed un’espressività dei personaggi molto fine e in grado di coinvolgere il giocatore nei momenti di tensione che vedono protagonisti i nostri personaggi. Nel mezzo delle missioni certamente come si accennava l’occhio ha comunque la sua parte, ma le ambientazioni e le mappe risultano comunque comuni e semplicemente schematiche, chiaramente più volte a essere un campo dove la lettura strategica sia immediata piuttosto che un esercizio di stile e design.

Il comparto sonoro, parimenti a quello grafico, è di buon livello, cedendo il fianco solo in determinati momenti ad una ripetizione ossessiva di linee di dialogo standard dei nemici che vengono sconfitti: nei momenti in cui le Blue Foxes si scontreranno ad esempio con le truppe dell’impero, ad ogni avversario caduto risuonerà un “Long live the empireee” che già alla terza ripetizione risulterà parodistico e indice di una poca cura in questo senso. D’altro canto, trattando la colonna sonora questa sarà perfettamente in grado di accompagnarci durante la campagna, adattando i suoi toni epici ai momenti in cui la narrazione diventa più intensa toccando i suoi apici in un finale sorprendente.

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In conclusione, The DioField Chronicles si impone sul panorama come un prodotto di grande interesse, figlio di un genere sempre immaginato come statico ma che in questa sua incarnazione riesce a stupire per versatilità e leggerezza. Il Gameplay in tempo reale privo di griglie di movimento fanno percepire al giocatore la libertà sul campo di battaglia e la fluidità di un’azione in perenne movimento, che sarà continuamente da leggere e interpretare per trovare la via perfetta verso la vittoria.

Supportato da un comparto grafico e una ost all’altezza del prodotto, il titolo di Lancarse e Square Enix riesce a colpire dove intendeva, lasciando, anche a campagna conclusa la soddisfazione di aver vissuto una storia di geopolitica e guerra intrigante e profondo, costellata di colpi di scena e personaggi interessanti.

Abbiamo, con questo capitolo, visto solo un infinito frammento della storia dell’isola di DioField, e chissà che in futuro potremo tornare in questo regno, forgiato anche dalle nostre imprese…

 

 

 

*Versione testata: PS5, grazie al codice fornito dal publisher

File voto recensioni 22 Serial Gamer

  • Trama/Ambientazione 77% 77%
  • Grafica 70% 70%
  • Gameplay 74% 74%
  • Sonoro 74% 74%
  • Longevità/Multiplayer 70% 70%
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Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

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