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Resident Evil Village – Ethan Winters e le molte facce dell’horror – Recensione

13 Mag 2021 | Videogiochi, Google Stadia, PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Recensioni, Recensioni Videogiochi, Xbox One, Xbox Series S, Xbox Series X

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Disponibile dallo scorso 7 maggio 2021, Resident Evil Village è il sequel diretto del settimo capitolo della saga horror di Capcom e ha nuovamente come protagonista Ethan Winters; il titolo è uscito su PC, Google Stadia, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X|S. Scopriamo insieme quali orrori ci aspettano in Resident Evil Village, nella nostra recensione approfondita.

Di cosa è capace un padre per salvare sua figlia?

La storia di Resident Evil Village prende il via circa tre anni dopo gli avvenimenti di Resident Evil 7, Ethan Winters si è trasferito in Romania dove vive serenamente con Mia e la figlia Rosemary, quando una sera Chris Redfield e la sua squadra fanno irruzione nella loro abitazione uccidendo Mia e rapendo il nostro protagonista e la piccola figlioletta. Ethan dopo aver perso conoscenza si risveglia sulla neve, a fianco di un furgone ribaltato da un incidente e ai cadaveri di alcuni soldati morti. Cercando di raggiungere un luogo sicuro, lo sfortunato personaggio principale trova un villaggio, dove ad attenderlo non trova un caloroso benvenuto, ma dei Lycan (ovvero delle specie di licantropi/lupi mannari) che cercano di uccidere lui e gli abitanti del villaggio finora sopravvissuti. Alla fine del prologo, Ethan viene rapito dalla misteriosa Madre Miranda e dai suoi quattro luogotenenti: Alcina Dimitrescu, Donna Beneviento, Salvatore Moreau e Karl Heisenberg.

Da qui, senza spoilerare più la trama, prende il via la sofferente ricerca del protagonista di sua figlia Rose, cercando di sopravvivere e di sconfiggere i quattro accoliti di Madre Miranda e mettendo pian piano in luce tutto ciò che sta accadendo nel (poco) simpatico e pittoresco villaggio dell’est Europa e nelle sue vicinanze, fino ad arrivare ad un sorprendente finale, per cui serviranno circa 10 ore di gioco per la prima run.

La narrazione mantiene un livello altissimo ed è ricca, anzi ricchissima, di colpi di scena continui e nonostante l’intreccio sia abbastanza in linea con i precedenti capitoli della saga, la lore è impreziosita da una quantità di documenti ed oggetti ancora maggiore rispetto al passato. Vi consigliamo infatti di prestare attenzione a tutti i testi, le registrazioni e gli oggetti che troverete nelle varie location per ottenere un quadro completo arrivati al finale del gioco.

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L’ambientazione, la più open world finora dell’intero franchise è variegata e ci farà passare, oltre che dal villaggio che funziona anche da hub centrale del gioco (seppur con nemici, pericoli, e tanti rifornimenti e collezionabili) da cui dovremo passare e ripassare più volte nel corso dell’avventura, anche da un pittoresco castello e dalle altre location in cui saremo chiamati ad affrontare i villain di Resident Evil Village. Questo permette di avere più tipologie di nemici, con pattern e caratteristiche diverse, numerose boss fight con i nemici principali e alcuni loro sottoposti e soprattutto diverse tipologie di orrore da affrontare con Ethan Winters.

Nonostante il feeling sia, ancor più di quanto visto nel settimo capitolo, maggiormente action e meno survival horror dei capitoli più classici di questo brand, infatti, ci troveremo di fronte, grazie alla diversità delle location e dei luogotenenti di Madre Miranda, di fronte a situazioni molto diverse, partendo dalle similitudini d’atmosfera con Resident Evil 4 che il villaggio trasmette ad ispirazioni che variano da diverse opere horror non solo videoludiche, che vi lasciamo il piacere di scoprire durante il gioco ma che possiamo assolutamente dire che mantengono costantemente in tensione il giocatore per tutta la durata dell’avventura.

A livello di gameplay, Resident Evil Village riprende molte delle dinamiche viste nel suo predecessore, a partire dalla visuale in prima persona e dal feeling con le armi da fuoco e del coltello. L’inventario è strutturato come in Resident Evil 4 e avremo spazio limitato per armi, cure, grimaldelli e munizioni, mentre gli oggetti chiave ed i tesori non occuperanno slot ma saranno accumulati a parte.

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Ad arricchire le possibilità di personalizzazione del nutritissimo arsenale a disposizione di Ethan, nel gioco sarà presente un bizzarro mercante, Il Duca, che ci permetterà, tramite la valuta locale (i Lei) di acquistare oggetti, armi e componenti (sbloccati man mano che progrediremo nella storia), potenziare le armi (anche qui in maniera progressiva), vendere i tesori accumulati e cucinare alcune ricette: portando infatti gli ingredienti al mercante, ottenibili cacciando animali presenti nel villaggio e nelle sue vicinanze, potremo mangiare alcune pietanze che avranno effetti diversi, che vanno dall’aumentare la salute del nostro protagonista a dare dei benefici alla resistenza e così via. Ovviamente moltissimi componenti saranno sbloccabili invece trovandoli in maniera classica nelle varie location, con la classica dinamica che molti oggetti ci permetteranno di ottenere, tornando ad esplorare parti di mappa già scoperte, cose e aree opzionali a cui prima non era possibile accedere.

Il gunplay è forse la parte più curata dell’intera esperienza, con una diversificazione di ogni arma netta e ben bilanciata, che viene impreziosita ancora di più su PlayStation 5 con sensazioni diverse per ogni bocca da fuoco grazie all’implementazione, forse una delle migliori finora di questa next-gen, dei grilletti adattivi del DualSense. Ogni arma ha un diverso peso percepibile e offre sensazioni completamente differenti nello sparare e nel muoversi equipaggiandola in mano. Anche su PlayStation 4 comunque l’esperienza è godibilissima grazie ad un’ottimizzazione ben fatta e che richiederà l’uso oculato dell’arma giusta nelle diverse situazioni e con le tipologie di nemici che ci si pareranno davanti.

L’intelligenza artificiale dei nemici è di ottima fattura così come appunto le diversificazioni dei loro comportamenti: i Lycan sono veloci, agili ed imprevedibili, altri nemici sono più lenti ma tendono ad accerchiare il povero Ethan e le boss fight sono davvero ispirate, così come le diverse meccaniche di gioco. Gli enigmi sono tutti piuttosto semplici e difficilmente bloccheranno il progredire dell’avventura, cosa che potrebbe far storcere il naso ai puristi del survival horror ma che sono giustificabili, visto che servono a mantenere altissimo il ritmo incalzante della storia e la fretta che ha Ethan di ritrovare la piccola figlia.

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Una volta terminato il gioco sarà sbloccabile la modalità Mercenari, con cui affrontare orde di nemici a tempo (con implementate le funzionalità degli acquisti dal Duca e l’accumulo dei soldi di gioco) ed un negozio extra in cui, completando delle sfide, otterremo valuta con cui sbloccare vantaggi per le armi trovate in game, nuove bocche da fuoco e armi corpo a corpo (anche esotiche e particolari), bozzetti e altro ancora.

La modalità Mercenari si basa sulle combo, ottenibili concatenando le uccisioni dei nemici e dalle abilità, sbloccabili durante l’esperienza, e tutto sommato si rivela un divertente riempitivo che permette di allungare la longevità del titolo e soprattutto di ottenere punti che si potranno utilizzare per sbloccare, come detto sopra, oggetti dal negozio extra, utili per le run successive della storia principale.

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Le meraviglie del RE Engine

Sia sulle console old-gen che sulle console next-gen, Resident Evil Village è tecnicamente un titolo molto valido e gli sviluppatori hanno sfruttato in maniera egregia l’ottimo motore grafico RE Engine. Il level design è vario e ben strutturato ed ispirato ad alcuni precedenti capitoli, con l’aggiunta di una certa verticalità che permette di usare un po’ più di strategia affrontando tipologie diverse di nemici che non sono più solo i classici zombie.

Le ambientazioni sono ricche di dettagli, sia gli interni che gli esterni (anche se questi forse un po’ meno curati) sono ben diversificati e ben strutturati, offrendo un bel colpo d’occhio sia su PS4 che su PS5.

I modelli poligonali, le espressioni e le animazioni dei personaggi principali sono davvero di altissimo livello e se proprio dobbiamo trovare una pecca nel lavoro di Capcom è una minor cura nei dettagli dei personaggi secondari ed una certa ripetitività nei nemici comuni.

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Durante la nostra prova il titolo si è dimostrato stabilissimo nel framerate sia su PlayStation 4 Pro che su PlayStation 5 e su quest’ultima è ancorato a 60 fps.

Il comparto sonoro è di ottima qualità per quanto riguarda le musiche, che esaltano ogni fase di gioco, gli effetti sonori sono ben sopra la media delle altre produzioni AAA a parte la parte delle armi che ci è sembrata, in alcuni frangenti, un po’ sottotono. Buono il doppiaggio italiano e ottimo quello inglese così come la localizzazione ed i sottotitoli che non presentano errori e propongono un ottimo adattamento.

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In conclusione, Resident Evil Village è un titolo che continua le migliorie e gli ammodernamenti che il brand ha “subito” con il settimo capitolo ed è un titolo imprescindibile sia per gli amanti della saga (anche se la deriva action e meno survival è forse più evidente che nel 7) che per chi invece ha iniziato a giocare a Biohazard solo con il precedente episodio e magari ha recuperato i remake del secondo e terzo e la remastered del primo. Il titolo è ugualmente fruibile anche da chi non dovesse aver giocato Resident Evil 7, grazie ad un breve ma esauriente recap disponibile prima di iniziare l’avventura. Con una narrazione validissima con un ritmo incalzante ed una storia ricca di colpi di scena ed un gameplay solido e coadiuvato da un gunplay vario e dalla maggiore quantità di tipologie di nemici e di boss fight dell’intera saga, Resident Evil Village è per noi uno dei titoli più consigliati di questa prima metà del 2021.

*Recensione effettuata su PS4 Pro e PS5 grazie ad un codice digitale fornito dal publisher

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Resident Evil Village

€ 69,99
8.7

Trama

9.0/10

Grafica

9.5/10

Gameplay

8.5/10

Sonoro

8.5/10

Longevità

8.0/10

Pro

  • Ottima trama, ritmo incalzante e tanti colpi di scena
  • Gunplay vario e ben strutturato
  • Tante tipologie di nemici e di atmosfere differenti

Contro

  • Ancora più action e meno survival-horror del precedente capitolo

Paolo Lorenzini

Dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia, dopo anni a girovagare per le redazioni di settore ha deciso di costruirsi una “casa” su misura che gli permettesse di offrire un’informazione libera, priva di clickbait e gestita in maniera equa e meritocratica.

Paolo Lorenzini

Dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia, dopo anni a girovagare per le redazioni di settore ha deciso di costruirsi una “casa” su misura che gli permettesse di offrire un’informazione libera, priva di clickbait e gestita in maniera equa e meritocratica.

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