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Invincible Episodi 01-03: Il miglior supereroe della Terra – Recensione

26 Mar 2021 | Recensioni, Recensioni Serie TV, Serie TV

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Tratta dalla serie a fumetti omonima creata dal genio di Robert Kirkman (The Walking Dead), Invincible è una serie animata in uscita oggi, 26 marzo, su Amazon Prime Video, ed opera dello stesso sceneggiatore statunitense (che è anche produttore) e prodotta da Simon Racioppa, David Alpert, Catherine Winder e Maude Lewis. Sulla piattaforma streaming di Amazon sono disponibili i primi tre episodi, di 45 minuti circa mentre i restanti cinque che comporranno la prima stagione arriveranno a cadenza settimanale, per concludere questo primo ciclo di episodi il prossimo 30 aprile. Dopo aver guardato i primi tre episodi tutti d’un fiato, eccovi la nostra recensione spoiler free della trasposizione animata delle avventure di Mark Grayson e dell’universo supereroistico di cui fa parte.

Poche chiacchiere, tanta azione!

La trama di Invincible parla di Mark Grayson, adolescente figlio di un’umana e del supereroe più forte della Terra, Omni-Man, che è un alieno vitrumita arrivato sul nostro pianeta, capace di volare e dotato di super forza e velocità sovraumana. Al giovane Mark compariranno i poteri, simili a quelli di suo padre, proprio all’inizio del primo episodio ed il ragazzo dovrà imparare ad usare questi nuovi doni per diventare a sua volte un supereroe seguendo l’esempio del suo baffuto genitore, prendendo il nome di Invincible.

A differenza del fumetto, che aveva una lunga premessa introduttiva in cui Mark/Invincible cominciava ad imparare a volare e a combattere i super criminali pian piano, la serie animata velocizza gli eventi condensandoli in una manciata di scene durante il primo episodio per poi partire rapidamente con quella che sarà la trama principale di questa stagione.

Già nelle scene post-credits del primo episodio, infatti, si inizia a capire perché Invincible non è la solita storia di supereroi e perché la serie a fumetti ha avuto un meritatissimo successo sia negli USA, dove è stata pubblicata da Image Comics sia in Italia, dove invece è stata pubblicata da saldaPress in 73 albi spillati (la metà di quelli americani, visto che contengono due numeri USA cadauno) e 25 volumi brossurati.

La trama scorre veloce anche nel secondo e terzo episodio, presentandoci sì i protagonisti principali e secondari delle vicende ma senza avere pause o scene inutili. Sono presenti tutti gli elementi che hanno reso meravigliosa l’opera cartacea di Kirkman, che rappresenta un mondo reale con morti, tanto sangue ed effetti collaterali dell’uso dei superpoteri e degli scontri con super criminali, alieni e così via e che fa dei colpi di scena e degli eventi inaspettati il proprio punto di forza. Se non conoscete il fumetto, non aspettatevi una serie classica sui supereroi perché l’universo immaginato dal geniale autore americano, a parte qualche omaggio nelle fattezze e nei poteri ad eroi famosi di Marvel e DC, è quanto di più lontano ci possa essere da quello a cui ci hanno abituato le due case editrici più “mainstream” degli Stati Uniti.

Quello che possiamo dire ancora, senza incorrere in fastidiosi spoiler, dell’ambito narrativo, è che Kirkman e soci sono riusciti già in questi primi tre episodi ad inserire piccole differenze tra il prodotto originale e la serie animata che non snaturano l’opera ma la rendono interessante tanto per chi è ancora sfortunatamente vergine di quest’opera quanto per chi invece conosce a menadito le pagine del comics da cui è tratto.

Un cast eccezionale, un mix di tecniche tradizionali e 3D di animazioni e una colonna sonora rockeggiante

Per parlare della parte più tecnica di questa produzione non possiamo che cominciare dal cast stellare di attori che prestano la voce, in lingua originale, ai personaggi di Invincible: da Steven Yeun (The Walking Dead) per Mark Grayson a J.K. Simmons per Omni-Man passando per Sandra Oh, Mark Hamill, Seth Rogen, Zachary Quinto, Lauren Cohan, Sonequa Martin Green e decine di altri di questo calibro. Il mio consiglio è, se siete abbastanza pratici dell’inglese, di guardare gli episodi in lingua originale sottotitolati in italiano, altrimenti anche il doppiaggio nella nostra lingua è disponibile e di ottima fattura, con molti doppiatori che già si sono occupati di sostituire le proprie voci in precedenti opere a quelli del cast originale.

Le animazioni sono un mix di tecniche tradizionali con quelle tecnologicamente più all’avanguardia in 3D, che unite alla collaborazione per quanto riguarda il character design dei due disegnatori originali del fumetto, Cory Walker e Ryan Ottley, rendono davvero in maniera convincente sia per quanto riguarda le scene d’azione che quelle della vita “normale” dei protagonisti e che non differiscono (per la maggior parte dei casi) troppo dalle caratterizzazioni della versione cartacea.

La colonna sonora infine, creata da John Paesano, riesce ad enfatizzare i momenti clou degli episodi con toni rockeggianti e musiche davvero ispirate.

In conclusione, questi primi tre episodi della serie animata di Invincible sono davvero convincenti e dissipano ogni dubbio potesse esserci sulla qualità di questa trasposizione televisiva del fumetto di Robert Kirkman e Cory Walker/Ryan Ottley. Gli episodi di 45 minuti scorrono velocissimi con una moltitudine di colpi di scena che non permettono allo spettatore di perdere l’attenzione e con la giusta dose di cliffhanger che creano hype ed attesa per i prossimi cinque episodi. Le differenze con il fumetto non snaturano l’opera e la rendono ancora più interessante ed accattivante anche per chi già ha letto le avventure di Mark Grayson e accontentano tutti coloro che aspettavano con ansia questa trasposizione per tornare a vivere l’universo narrativo di Invincible dopo la fine del comics USA.

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Invincible

9.5

Voto Serial Gamer

9.5/10

Paolo Lorenzini

Dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia, dopo anni a girovagare per le redazioni di settore ha deciso di costruirsi una “casa” su misura che gli permettesse di offrire un’informazione libera, priva di clickbait e gestita in maniera equa e meritocratica.

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