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Destiny 2: Oltre la Luce – Entropia Rising – Recensione

2 Dic 2020 | Recensioni Videogiochi, PlayStation 4, PlayStation 5, Recensioni, Videogiochi, Xbox One, Xbox Series S, Xbox Series X

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Siamo davanti a una storia che è totalmente trasfigurata dal giorno in cui è iniziata. Uno Spettro ci ha rianimati tra le rovine dell’antica Russia quel giorno, e oggi le cose sono totalmente diverse da come le abbiamo conosciute allora. Tutte le dicotomie principali che definiscono l’universo come lo conosciamo si sgretolano e fanno spazio solo ad un’ultima, inevitabile. Vita o Entropia.

Destiny 2: Oltre la luce ci accompagna a scoprire un ignoto che neanche immaginavamo esistesse, ma che proprio Destiny ci ha sbattuto addosso.

Reso disponibile lo scorso 10 novembre l’aggiornamento annuale dello shooter mmorpg di Bungie prende infatti il nome di Oltre la Luce, a rimarcare il profondo scisma col passato che introduce: dopo la Stagione degli Arrivi, prolungata a causa del rinvio dell’uscita di Beyond the Light, i guardiani della torre si vedono ad accantonare per un attimo la minaccia di una Savathun incipiente per portare la loro attenzione verso qualcosa di altrettanto se non più pericoloso. Tra i caduti è sorta una nuova Kell dei Kell, Eramis, che avendo ricevuto dalle piramidi, incarnazioni dell’oscurità, il terribile potere della stasi (che a schermo si traduce di fatto con l’abilità di manipolare l’elemento ghiaccio) sta radunando un esercito di caduti che a loro volta benedetti con questo potere, minacciano di distruggere la luce in tutto il sistema. La Torre viene messa in guardia da Variks, una nostra vecchia conoscenza che collaborava inizialmente con Eramis e il suo consiglio: la Kell è impazzita per il potere ricevuto ed ora è un reale pericolo. I guardiani saranno dunque chiamati su Europa, un satellite gioviano dove la presa dell’oscurità è molto forte per fermare l’avanzata di Eramis e delle Piramidi e chissà, all’evenienza magari cercare di capire cosa diavolo sta succedendo in un sistema solare che ormai si stenta a riconoscere, martoriato dalle incursioni di forze avverse alla luce.

destiny 2 crux convergence public event Serial Gamer

Appena iniziata la campagna di Oltre la Luce ci viene detto dall’irreprensibile Zavala che Marte, Io e Mercurio sono spariti.

Dei pianeti. Semplicemente spariti, non si trovano più.

In ogni caso Ana Bray, prima di stanza su Marte, dal canto suo gira tranquillamente per la storia principale dell’espansione, ma non si degna di spiegarci dove potrebbe avere appoggiato il suo maledettissimo mondo e continua a ricoprire il suo ruolo in una storyline che ha evidentemente qualche lacuna.

Scissa, troppo, dai precedenti avvenimenti, la campagna dimentica quasi totalmente gli antefatti per disegnare una storia, gradevole ma semplice, che riparte da zero per lasciare pochi elementi nuovi su cui riflettere e tanti interrogativi. Sin dal primo momento ci viene commissionata la caccia ad Eramis e al suo consiglio sulla falsa riga di quanto visto per i Baroni infami di Forsaken, ma onestamente con tutto un altro livello. In ogni caso il procedere della main quest è comunque godibile e l’atmosfera dark e gelida è sempre percepibile.

Ad incrementare in maniera esponenziale la qualità dell’espansione, e si, anche la sopracitata atmosfera dark, è una delle due nuove ambientazioni introdotte.

A fronte infatti dell’aggiunta del vecchio cosmodromo sulla terra che è ora di nuovo esplorabile ma non offre quasi nulla di appetibile o comunque motivazione di riscoprire queste vecchie zone, il fiore all’occhiello del nuovo contenuto è probabilmente Europa.

Il satellite gioviano è infatti un’ambientazione nuova ed evocativa: le sue coltri di neve e ghiaccio sono costellate di rovine vex, avamposti caduti e altri punti di interesse che riescono a rendere il luogo non solo visivamente molto gradevole, ma anche piacevole da esplorare.

La main quest si svolge principalmente su questo mondo e grazie a questa, coi suoi ritmi e i suoi climax, avremo modo di conoscere a fondo Europa; così facendo sono certo che avremo qualcosa per cui ricordarci Beyond the Light anche nei prossimi anni.

everything leaving destiny 2 with beyond light Serial Gamer

In termini di Gameplay la più grande novità introdotta con Oltre la luce è la nuova sottoclasse per i guardiani: La Stasi. Come prima tra le sottoclassi dell’oscurità questa nuova introduzione è legata come già anticipato ai poteri del ghiaccio, per congelare i nostri avversari e spezzarli come cristalleria. In PVE sembra che i nuovi poteri siano assai versatili, ma questi danno il loro meglio in PvP dove vengono maggiormente usati. L’introduzione della nuova sottoclasse porta una vera aria di nuovo, e starà ai giocatori stessi trovare un suo impiego per le sfide che verranno, anche grazie ai nuovi pezzi di equipaggiamento che dovranno essere inseriti nel sandbox per supportare il suo utilizzo in battaglia. Certo rimane che vincolare i poteri delle ombre è genuinamente divertente e, non ce ne voglia il Viaggiatore, è uno dei motivi per i quali beyond the Light è ad ora un prodotto su cui vale la pena mettere le mani se vogliamo dirci dei veri Guardiani.

destiny 2 stasis Serial Gamer

Un altro elemento che viene introdotto con Oltre la Luce è il raid da 6 giocatori, la Cripta di Pietrafonda, nel quale a partire dal complesso di ricerca Bray presente su Europa una squadra di 6 guardiani dovranno fare luce sugli oscuri misteri legati alla ricerca di Clovis Bray sul potere dell’oscurità, che ha portato a terrificanti risvolti ora portati alla luce dall’avvento delle piramidi. L’ambientazione del Raid è soddisfacente ed evocativa, spaziando dai laboratori Bray alle distese gelate: abbiamo le nostre bossfight, le nostre sequenze sugli astori e il nostro combattimento finale, che presenta una piccola sorpresa che coloro i quali cercavano qualche input nuovo e fresco di certo non apprezzeranno. Certamente il Raid è un buon contenuto, in grado di fidare i gruppi di veterani e risultare comunque accessibile anche ai neofiti, ai quali Beyond the Light grandemente si rivolge.

Con l’arrivo di Oltre la luce inizia poi la Stagione della Caccia, altro contenuto che, come tutta l’espansione, presenta enormi pregi e grandi difetti: ad accompagnare il ritorno (di nuovo) di una vecchia conoscenza, ora pg di riferimento per le attività stagionali, la season of the Hunt propone un lungo periodo di gioco di nuovo legato quasi esclusivamente ad una precisa attività, con le relative ricompense.  Come visto con precedenti stagioni (Arrivi, Alba et similia) alla lunga la proposta diventa stantia, e se non verrà introdotta qualche novità, anche piccola, un periodo lungo come quello di un’intera season affidato solo al cacciare dei bestioni in giro per il sistema potrebbe non risultare abbastanza per rendere la proposta del tutto soddisfacente.

Serial Gamer

Nel complesso dunque Destiny 2: Beyond the Light risulta un buon prodotto sulla falsariga di Shadowkeep. Siamo davanti ad un capitolo standalone che va a introdurre un nuovo anno nell’universo di Bungie con tante novità e non senza qualche zona d’ombra, dovuta spesso a mancanze di cura in fase di scrittura. La nuova sottoclasse è interessante e speriamo sia solo l’inizio di un ciclo di grandi implementazioni in questo senso. La stagione della caccia inizia un capitolo totalmente nuovo per il mondo di Destiny 2 e le basi per dare svolte importanti a trama e gameplay ci sono tutte: starà a Bungie con i prossimi aggiornamenti rendere l’MMORPG ancora vivo e fiorente di novità e pepe. Noi sulla Torre guardiamo sempre l’orizzonte in attesa di ciò che verrà, questa volta anche oltre a quell’ingombrante pallone e oltre la sua luce.

*Versione testata: PS4, grazie al codice fornito dagli sviluppatori

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Destiny 2: Oltre la Luce

7.6

Trama/Ambientazione

8.0/10

Gameplay

8.0/10

Grafica

7.5/10

Sonoro

7.7/10

Longevità

7.0/10

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

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