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Exorder: Tattica, minimalismo e fin troppa ripetizione – Recensione

10 Nov 2018 | Recensioni Videogiochi, Nintendo Switch, Recensioni

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Exorder, titolo tattico-isometrico a turni sviluppato da Solid9 Studio ed edito da Fat Dog Games che ha fatto la sua prima apparizione sul panorama videoludico su Linux, Mac e PC(via Steam) questo 19 marzo, è approdato su Nintendo Switch il 16 ottobre, e sono qui proprio per parlarvi di questo porting.

Da sempre annovero il genere videoludico tattico tra i miei preferiti in assoluto, principalmente per la sfida non indifferente che ciascun titolo declina ed evolve a modo suo, spingendomi così a tirare fuori strategie macchinose e complesse che mi possano condurre ad una vittoria schiacciante. Proprio per questo, Exorder ha fin da subito destato in me una certa curiosità, notando in esso una componente interessante legata al farming e alla gestione delle proprie risorse sul campo di battaglia, generando così delle meccaniche di gioco ibride tra il suddetto genere e quello strategico.

Ma non è tutto oro ciò che luccica, in quanto sebbene il titolo in questione abbia un certo fascino ad una prima occhiata, basta andare a scalfire anche solo la superficie con qualche minuto di gioco per notare che qualcosa non quadra. Andiamo quindi a vedere nel dettaglio tutti gli elementi che compongono quest’opera, sia nei suoi limiti che nei suoi non indifferenti pregi.

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Lotta per il potere

Il regno di Cerulea ha perso recentemente il proprio sovrano e tradizione vuole che per guadagnarsi la corona i suoi eredi legittimi, Beyla e Tristano, debbano duellare. Lo scontro dura ben poco e segna l’investitura di Beyla come regina e protagonista indiscussa di Exorder, lasciando Tristano al suo destino da emarginato e disonorato nella terra del misterioso Ordine dei Vermigli.

Ma la crisi è tutt’altro che terminata: il terzo dei regni presenti su questo continente immaginario, un insieme di tribù di uomini-belva chiamato Federazione dei Clan, dichiara improvvisamente guerra ai cerulei; stando a quanto detto dai loro comandanti, questa dichiarazione sarebbe la naturale e legittima risposta alla profanazione del loro tempio sacro da parte dei cerulei stessi.

Beyla, accusata di un crimine mai compiuto, si ritrova costretta a riformare il proprio esercito per difendere il proprio regno ed organizzare una controffensiva nei confronti degli uomini-belva; la consapevolezza che affrontare tutto ciò da sola potrebbe però portare l’intero Cerulea alla rovina porta la regina ad intraprendere una scelta drastica, ovvero ricontattare Tristano per poter stipulare un’alleanza con i Vermigli assicurandosi la vittoria.

Come si può notare, Exorder non brilla certo per la sua narrazione che risulterà fin troppo banale e scontata in ognuna delle sue dodici missioni principali. La trama dell’opera in questione non offre pathos, sorpresa od un qualche personaggio degno di nota, in quanto è fin da subito chiara la sua natura da casual game.

Exorder

Ottime basi…mal sfruttate

Exorder è diverso da molti dei tattici a cui mi sono approcciato nel corso della mia carriera videoludica, in quanto sperimenta un mix quanto mai particolare agli occhi di qualunque videogiocatore: alle ormai consuete dinamiche del tattico a turni, il titolo in questione affianca una componente di gestione delle risorse e delle truppe direttamente sul campo di battaglia, spingendo in questo modo il giocatore non solo all’eliminazione delle unità nemiche ma anche all’accumulo ed alla preservazione di tali risorse.

Exorder presenta la consueta griglia a quadretti di molti suoi predecessori, all’interno del quale le truppe potranno muoversi e combattere; ogni truppa avrà il suo range d’attacco, i suoi HP ed una sola abilità che potranno utilizzare in battaglia. Il tutto, contrariamente a quanto potreste pensare, rende il gameplay più interessante, mantenendo sempre sul chivalà il giocatore che non può permettersi di perdere unità per le quali ha così tanto farmato. Insomma, ci si trova di fronte a dinamiche semplici e minimali, utilissime per rendere il gioco più fruibile e casual, ma, per gli stessi motivi, anche ripetitivo e pedante in quanto non vi è evoluzione alcuna per i personaggi da noi gestiti.

Ma fortunatamente sono i punti di interesse presenti sulla mappa a diversificare lievemente le minimali dinamiche di gameplay, in quanto essi potranno generare profitto(le case), curare le unità adiacenti(le fontane), reclutare truppe e/o mercenari(castelli e locande) o più semplicemente dare un supporto in battaglia(le baliste). Se spesso nel genere di riferimento la disposizione delle proprie truppe nella mappa è puramente votata alla battaglia, in Exorder una buona gestione di tali edifici può decretare la differenza tra una vittoria schiacciante ed un’eclatante sconfitta.

Per rendere il gioco più longevo e meno ripetitivo, si possono provare modalità diverse dalla Campagna all’interno di Exorder ovvero: Sfide, all’interno delle quali verremo messi alla prova con prove di difficoltà crescente; Multigiocatore, nel quale potremmo cimentarci in battaglie all’ultimo sangue con giocatori provenienti da tutto il mondo, e nel caso lo volessimo anche con gli amici in locale grazie alla modalità Schermaglia. Tutto ciò però non basta a risollevare Exorder dal profondo baratro della noia che si verrà a creare già dopo ben poche missioni: tutto è troppo scontato e ripetitivo anche solo per suscitare qualcosa di più di un semplice sbadiglio nel giocatore, incapace persino di provare empatia per i propri personaggi, del tutto spersonalizzati(la bestemmia più grande in ambito videoludico!.

Insomma, un titolo che aveva tutte le carte in regola per lasciare il segno, ma che, non volendo osare, si perde nella sua eccessiva ripetitività e monotonia(cosa estenuata soprattutto dalla componente tecnica di cui mi accingo a parlare).

Exorder

Grafica e sonoro…

…o meglio: modelli ripetuti ed un’unica traccia musicale ripetuta in loop.

Purtroppo tutto ciò che si vede e si ascolta nella prima schermata di gioco corrisponde alla (quasi) totalità del comparto tecnico di Exorder; c’è da dire che si tratta della produzione di uno studio indipendente, e quindi tutto ciò è comprensibilissimo…se non che questo amplifichi all’ennesima potenza la ripetitività del titolo, perdendo così molta della sua attrattiva.

A livello grafico, infatti, il titolo fa il suo dovere, e questo c’è da dirlo, ma non vi è alcun tipo di diversificazione sia per quanto riguarda le unità che per quanto riguarda e ambientazioni. Inutile quindi dirvi che purtroppo i modelli grafici dei nemici sono gli stessi della nostra fazione tinti in modo diverso a seconda del proprio schieramento.

Il comparto sonoro è composto di una sola traccia musicale che viene ripetuta incessantemente durante tutta la durata dell’avventura, spingendomi addirittura a mettere in modalità muto la mia console per l’esasperazione raggiunta.

Exorder

Conclusioni

Exorder è un’occasione mancata, un insieme di buone idee che si scontrano drasticamente con il tipico budget ridotto dei titoli indie. Un gioco che manca di personalità e carisma ma che, nel suo piccolo ed a suo modo, può regalarvi qualche momento d’intrattenimento; questo perché, nonostante tutti i problemi analizzati in precedenza, Exorder offre un grado sfida non indifferente, proponendo di tanto in tanto sfide intriganti che vi spingeranno a pensare “Sta finalmente prendendo ritmo?”…fino alla natural conclusione degli eventi che, molto probabilmente, sancirà il vostro divorzio con Exorder, visto la sua replicabilità pressocchè nulla.

Bisogna però affermare che il passaggio sulla console ibrida Nintendo è ben riuscito, sia a livello tecnico(sebbene vi sia qualche problema nel gestire il cursore) che a livello di giocabilità, in quanto viene mostrata e sfruttata appieno la natura casual del titolo grazie alla portatilità.

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Exorder

5.8

Trama

5.0/10

Gameplay

7.0/10

Grafica

6.0/10

Sonoro

4.5/10

Longevità

6.0/10

Qualità del porting

6.5/10

Pro

  • Interessante mix tra tattico e strategico

Contro

  • Trama banale e scontata
  • Eccessiva ripetitività, sia a livello di gameplay che a livello tecnico

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