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Destiny 2: La recensione cosciente e matura

3 Nov 2017 | Recensioni, PC, PlayStation 4, Recensioni Videogiochi, Videogiochi, Xbox One

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A ormai quasi due mesi dall’uscita di Destiny 2 e a poco più di una settimana dell’approdo per la prima volta della saga su PC (via Battle.net) ecco finalmente arrivare anche la nostra relativa e personale recensione, elaborata nel momento idealmente perfetto dopo una lunga degustazione delle possibilità offerte dall’ottimo progetto di Bungie, che con questa insolita formula legata alla proposta di un vero e proprio sequel per un MMORPG, si avventura su terreni poco battuti e, per quanto assai pericolosi, molto fertili in fatto di novità.

Se siano riusciti gli sviluppatori a creare le giuste basi per un’esperienza in grado di accompagnare soddisfacentemente i giocatori per i prossimi anni, lo vedremo proprio ora, in questa recensione.

destiny 2 savathuns song boss Serial Gamer

Homecoming

La storia narrata all’interno di Destiny 2 riprende gli eventi esattamente dove si erano interrotti con l’ultimo DLC di Destiny: i Signori del Ferro: sventata la minaccia dei tecnosimbionti e della SIVA, la Torre sta vivendo un momento di relativa pace, fino al momento in cui i Cabal della Legione Rossa attaccano l’ultima città, spezzando le difese dei guardiani e “rapendo” il Viaggiatore per carpirne il potere delle Luce. I guardiani si trovano dunque privati delle abilità che permettevano loro di difendere la popolazione superstite della terra e vengono decimati dalle forze della Legione, capitanata da Dominus Ghaul, ma l’ultima parola è ben lungi dall’essere detta, e la controffensiva, a questo punto poco più di una chimera, sarà resa possibile attraverso l’azione del solo superstite (impersonato ovviamente dal giocatore) che, riacquistati i poteri della luce, si caricherà sulle spalle il destino dell’intero sistema solare, e forse non solo, per andare a sfidare Ghaul e impedirgli di usurpare il potere del Viaggiatore per instaurare una tirannia sia sull’impero Cabal che su tutto l’universo.

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La narrazione in questo secondo capitolo dello Shooter di Bungie appare sensibilmente più curata e avvincente di quanto visto in precedenza, priva forse di un “effetto sorpresa” presentando di fatti una grande quantità di personaggi già conosciuti (come è giusto che sia in un sequel), ma assai più avvincente grazie alla grande quantità di cut scene cinematiche, e coinvolgente oltre ogni dire, per meritò della maggiore complessità e lunghezza delle missioni principali.

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Guardiano di guardia

Una delle due principali componenti che, conclusa la storia principale, ha il compito mantenere vivo e longevo il titolo, è di sicuro quella delle attività PvE: queste appaiono in misura maggiore su Destiny 2 rispetto al primo capitolo, affiancando alle solite pattuglie e missioni giornaliere e settimanali anche delle inedite “Avventure”, delle vere e proprie missioni secondarie che condurranno il giocatore attraverso aventi di enorme interesse loristico, verso più pragmatiche ricompense in ambito di equipaggiamento.

Gli assalti, presenti in numero per ora esiguo, sono anch’essi frutto di uno studio più curato e approfondito, e appaiono dunque mediamente più lunghi, intricati e ispirati, con forse meno mini-boss sulla strada per il completamento, ma con stage e meccaniche sicuramente più accattivanti che in Destiny.

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Quello che ad’oggi è l’apice di queste attività PvE è incarnato dal Raid “Il Leviatano”, per ora unico contenuto di gioco pensato per un team di 6 giocatori: all’interno di questo i guardiani saranno sfidati da niente meno che Calus, l’imperatore dei Cabal, che per “ricompensarci” per aver fermato l’ascesa del dissidente Ghaul, ci inviterà sulla sua astronave corazzata, proponendoci i suoi giochi al fine di guadagnare un udienza presso la Sua Signoria.

Alla prova dei fatti questo raid viene purtroppo avvertito come un collage forzato di stage troppo scissi tra loro per essere collegati in maniera soddisfacente, e il level design delle ambientazioni dell’attività, che prevede alla fine della fiera cinque semplici arene scisse, per quanto visivamente maestose, viene mantenuto a galla da un lavoro certosino svolto dagli sviluppatori che ha portato alla creazione degli intricati tunnel sottostanti gli spazi in cui si tengono le battaglie che, se ben conosciuti, potranno portare i giocatori in qualunque zona della corazzata dell’imperatore.

Le meccaniche previste per il completamento di ogni parte del raid non sono particolarmente complicate o difficili da intuire, ma richiedono “solamente” una enorme coordinazione a livello di team e una conoscenza approfondita dei compagni di squadra tale da rendere performante una qualsiasi azione cooperativa, e di conseguenza rendere ancora più dolce la vittoria, proprio perché più che mai condivisa.

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La falange del prossimo futuro

L’altro comparto che manterrà popolati i server di Destiny 2 è quello amato e odiato del PvP: in linea con la scelta degli sviluppatori, le nuove avventure all’interno del Crogiolo, che vedranno i guardiani darsi impietosa battaglia tra di loro, verranno vissute dai contendenti in maniera un po’ diversa rispetto a quella a cui eravamo abituati nel primo capitolo.

Il pesante nerf alle granate, alla spallata caricata del titano e ai tempi di ricarica delle abilità sono infatti solo alcune delle modifiche al gameplay per le quali l’esperienza tra le arene del Crogiolo sarà vissuta in maniera innovativa, richiedendo di fatti ai giocatori di nuovo una maggiore coordinazione come team per avere una copertura strategica del territorio migliore e far fronte alle avanzate compatte delle squadre nemiche che in maniera del tutto lecita, per quanto odiata da molti giocatori, si affidano al temuto teamshot per “meltare” gli incursori solitari.

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Sguardo allo spazio profondo

Il comparto grafico di Destiny 2 è, come prevedibile, poco meno di un capolavoro: i più maliziosi affermeranno che le ambientazioni ricordano un po’ troppo quelle già viste su venere nel primo capitolo e che alla fine dei conti, la Zona Morta Europea altro non è che l’ampliamento di una mappa PvP sempre del primo Destiny, ma la qualità con cui sono stati resi i nuovi pianeti, la percezione della profondità nello scrutarne gli orizzonti e i magnifici sfondi che questi offrono, metterà certamente a tacere tutti i malparlieri ancora in possesso di un minimo di onestà intellettuale. I colori che i mondi di gioco sono brillanti, gli effetti particellari notevolmente migliorato e le luci sono sempre evocative: ogni scorcio proposto dal gioco non sfigurerebbe come wallpaper su un qualunque schermo.

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Dal punto di vista tecnico d’altra parte, il titolo è altrettanto maturo e soddisfacente: i poligoni di ogni oggetto a schermo sono pressoché perfetti, le animazioni molto migliorate rispetto a Destiny 1 e i server sempre stabili. Specifico che non mi sono assolutamente dimenticato dell’esistenza di qualche bug o glitch grafico e tecnico all’interno del titolo, ma penso che soffermarmi a parlare di questi in sede di recensione sia inutile: abbiamo infatti in analisi un MMORPG che verrà continuamente aggiornato da qui ad almeno altri tre anni, e questo genere di difetti verranno sempre tenuti d’occhio e corretti dagli sviluppatori appena possibile, e quando se ne presenteranno di nuovi, come è naturale che succeda, Bungie sarà ancora certamente pronta a tutelare e migliorare il suo prodotto, dimostrando in questo modo che Destiny 2 è ancora un titolo fortemente supportato.

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Per ultima, la colonna sonora: la soundtrack del gioco è semplicemente sublime, talmente curata e maestosa da risultare addirittura fuori luogo: più di una volta passeggiando per il rifugio mi sono chiesto cosa avesse spinto gli sviluppatori a collocare un aria così delicata e splendida all’interno di un comune Hub di gioco, senza trovare risposta e solo capace di godere appieno di quella che senza dubbio è arte allo stato puro.

Anche il doppiaggio in italiano, come al solito è di prim’ordine e prevede dialoghi e battute sempre interessanti, interpretate dagli attori in maniera ineccepibile.

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Prima di concludere, chi nega la totale validità di Destiny 2 o è un disonesto o semplicemente non ha ben chiara la situazione. Siamo infatti alle prese con una cosa insolita come un sequel di un MMO, che di fatto non significa che abbiamo a che fare con un “Destiny Anno 4”, ma davvero con un “secondo anno 1”. Alla luce di questo, perdono di valore tutte le lamentele che evidenziavano una carenza di contenuti di Destiny 2 (con due mesi di vita) rispetto al primo (tre anni): Bungie non ha mai lesinato sul portare novità e motivi per giocare al suo titolo, e stiamo pur certi che il progetto si arricchirà sempre di più col passare del tempo, come era successo con il suo primo capitolo. Io già non vedo l’ora.

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In conclusione, Destiny 2 si carica sulle spalle le sorti dell’intera saga dei Guardiani, e mostra sin da subito di avere le carte in regola per renderla ancora più maestosa. Con una storia tutta nuova e più avvincente che mai, il supporto di un comparto tecnico e grafico di prima qualità e un vasto ventaglio di attività PvE e PvP già presenti da ora e in grado di assicurare grande longevità al titolo, questo sequel raccoglie con disinvoltura il guanto della sfida di rendere realtà l’utopia di un gioco immortale, magnifico e eternamente giovane.

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Destiny 2

9.1

Gameplay

9.0/10

Grafica

9.0/10

Sonoro

9.8/10

Ambientazione/Trama

8.5/10

Longevità

9.0/10

Pro

  • Storia Migliorata
  • Attività più curate
  • Colonna sonora

Contro

  • Raid non del tutto soddisfacente

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

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