Aporìa è la parola greca che, traducibile con “via non percorribile”, va ad indicare il concetto di impossibilità nel risolvere una situazione problematica perché tutte le soluzioni presentate per uscire dallo stallo in quanto tutte le soluzioni presentate risultano egualmente soddisfacenti per quanto totalmente opposte. Si tratta di una parola quasi inutilizzata sia nel linguaggio scritto che nel parlato, ma il suo significato, trasposto ed adattato alle meccaniche di un videogioco, specie se di questo tipo, potrebbe essere in grado di operare una vera rivoluzione sia a livello concettuale sia a quello di mero gameplay. In questa sede tratteremo l’effettiva riuscita o meno di Aporia: Beyond The Valley nel portare avanti le sue idee e le sue novità.

IN THE VALLEY
Il titolo sviluppato da Investigate North e pubblicato da Green Man Gaming presenta un gameplay che si concretizza in un classico walking simulator con forti elementi tipici dei puzzle game. Le azioni che potrà infatti compiere il nostro inizialmente ignoto avatar saranno il semplice camminare, accovacciarsi, e interagire con diversi oggetti sia manualmente sia grazie all’utilizzo di un curioso manufatto simile ad un cilindro luminoso che andrà “caricato” grazie a delle ampolle contenenti uno strano liquido di color arancione fluorescente che saranno reperibili nel corso dell’avventura.
Le componenti più forti che emergono da questo tipo di comparto sono ovviamente quella esplorativa, resa più intrigante dal continuo bisogno di cercare le suddette ampolle per mantenere operativo al massimo il nostro manufatto e dalla curiosità che nasce in maniera spontanea nell’approcciarsi con le ambientazioni, e quella contemplativa, che derivando direttamente da quella esplorativa permette di godersi in maniera completa le ambientazioni del gioco sia per un fine puramente estetico sia per cercare di capire quale sarà il prossimo passo sul nostro percorso. Inoltre risulta ovviamente fondamentale anche la parte legata alle meccaniche tipiche del puzzle game, che grazie ad i suoi enigmi, il cui livello di difficoltà risulta bilanciato, potrebbe costringere qualche giocatore a ripercorrere i propri passi all’indietro alla ricerca di un particolare precedentemente sfuggito e di cruciale importanza al fine di proseguire.

La storia che Aporia: Beyond The Valley porta con sé si affida totalmente alla narrativa indiretta, metodo ormai comune all’interno del genere walking simulator: in tutta la nostra avventura infatti non ci imbatteremo in alcuna battuta scritta o parlata né tanto meno in un dialogo vero e proprio con chicchessia. Questo tipo di medium narrativo è sapientemente scelto e usato dagli sviluppatori come vero e proprio amplificatore delle emozioni che il porsi delle domande in silenzio e il dover cercare delle risposte senza l’aiuto di nessuno ha sempre creato in maniera naturale. Per avere infatti qualche risposta su cosa stia accadendo (o sia accaduto) nel corso della vicenda dovremo sfruttare la nostra perspicacia e la nostra sensibilità nel tentare di intelleggere brevi sequenze animate che raccontano silenziosamente i fatti precedenti al nostro arrivo oppure interessanti pannelli raffiguranti immagini particolari sparsi per tutto il nostro percorso. Che cosa sia il manufatto che abbiamo in pugno, cosa sia successo ai nostri cari e quali eventi si siano abbattuti sul regno caduto di Ez’rat Qin saranno tutte cose che dovremo scoprire affidandoci solamente alla forza della nostra psiche.

REPLACE ME
Le ambientazioni proposte all’interno di Aporia: Beyond the Valley sono di ottima fattura: esse si mostrano infatti varie e interessanti oltre che esteticamente molto belle e del tutto in grado di rapire lo sguardo di chiunque sia dotato di un minimo di sensibilità per questo genere di scorci. Questi ultimi però sono martoriati dalla presenza di “palloni” rossi recanti l’inquietante scritta “Replace Me” (in italiano “Rimpiazzami”) che sembrano essere frutto della mutazione stessa del magnifico ambiente in qualcosa di malato e mostruoso. Questi elementi di disturbo, simili a delle vere e proprie cellule tumorali, uniti alla totale assenza di esseri viventi fanno percepire il mondo in cui ci troviamo come del tutto incapace di dare sicurezza attraverso una tranquillità mortale e, sebbene bellissimo, terribilmente sbagliato.

Il comparto grafico del gioco è uno dei fiori all’occhiello dell’intero prodotto, sviluppato sfruttando il potenziale del celebre motore grafico CryEngine, che aveva supportato in precedenza saghe del calibro di Crysis. Per questo motore non si tratta comunque della prima comparsa all’interno del genere dei Walking Simulator: era stato infatti utilizzato per completare il progetto di Everybody’s Gone To The Rapture, altro interessantissimo titolo che aveva grandemente giovato dalla grande definizione e nitidezza di CryEngine. Anche per quanto riguarda Aporia: Beyond the Valley infatti il software non si smentisce, e il titolo di Investigate North si mostra con una grafica squisita e un utilizzo di luci, ombre e effetti nebbiosi magistrale e capace di stregare gli occhi.
Parlando del comparto sonoro anche questo si rivela essere totalmente all’altezza di tutta la parte tecnica e artistica del gioco: i brani della colonna sonora infatti sono di ottima qualità e degni dell’ascolto anche come sola musica da camera. Al pari di questa gli effetti ambientali sono resi con grande maestria e riescono perfettamente a rompere il silenzio di Ez’rat Qin per creare delle atmosfere immersive in grado di assorbire totalmente il giocatore all’interno di questo mondo meraviglioso.

In conclusione, per rispondere alla domanda iniziale, Aporia: Beyond the Valley non si dimostra rivoluzionario come ad una prima analisi semantica il nome del progetto potrebbe suggerire: le meccaniche del gameplay sono molto canoniche e vengono perfettamente circoscritte nella definizione di Walking Simulator e Puzzle Game. Ciononostante, gli amanti di questo genere troveranno in ABtV un titolo degno di assurgere a capolavoro nel suo ambito, grazie ad un lavoro cosciente e ottimamente riuscito degli sviluppatori che hanno saputo privilegiare i punti di forza di un videogame che ha davvero molte frecce al suo arco, ognuna delle quali è capace di colpire con grande forza emotiva tutti coloro che sono dotati della sensibilità necessarie per godere di questa splendida opera.






