La ciurma di pirati più famosa di sempre torna in questo quinto capitolo, Pirati dei Caraibi : La vendetta di Salazar, diretto da Joachim Ronning e Espen Sandberg, che avevano precedentemente ricevuto una candidatura all’Oscar per il film Kon Tiki. Nonostante gli ottimi incassi, già il capitolo precedente Oltre i confini del mare era stato accolto negativamente sia dalla critica che dai fan; il compito dei due registi perciò era quello di risollevare le sorti di una delle saghe più redditizie di sempre.

Gli storici personaggi della saga hanno perso di incisività, sono oramai l’ombra di se stessi; primo fra tutti lo stesso Jack Sparrow (Jhonny Depp), che vediamo sbronzo per quasi l’intera durata della pellicola, e intento solamente a fare battute di cattivo gusto oltre che, come suo solito, a salvarsi la pelle. Il suo è un ruolo sì da protagonista, ma poco funzionale alla trama, non compie nessuna azione che possa definirsi utile.
Javier Bardem nei panni del villain Salazar riesce a dare la giusta interpretazione del personaggio, il quale però risulta essere per lo più macchiettistico e privo di spessore; lontano anni luce dai carismatici cattivi a cui la saga ci ha abituato. Similmente a quanto avveniva per Davy Jones, anche Salazar è stato colpito da una maledizione e giura vendetta contro Jack (che novità!) ma il tutto viene trattato in maniera troppo superficiale e raffazzonata.
Apprezzabile è invece il personaggio di Carina (Kaya Scodelario), donna di scienza forte e intraprendente, il suo ruolo sarà indispensabile per il proseguimento della vicenda. Allo stesso modo Henry Turner (Brenton Thwaites) è un personaggio che funziona, ma che risulta poco caratterizzato nonostante sia il figlio di uno dei protagonisti da sempre più amati della saga: Will, che in questa pellicola purtroppo (o per fortuna?) risulta quasi totalmente assente. Anche Barbossa (Geoffrey Rush) da sempre tra i personaggi più carismatici della saga, non riesce in Pirati dei Caraibi : La vendetta di Salazar ad esprimere a pieno il suo potenziale, nonostante l’epicità della scena che lo vede protagonista nel finale. Condivisibile è l’intento registico di dare nuova linfa vitale alla serie inserendo nuovi personaggi, ma esattamente come era avvenuto nel quarto capitolo, questo non può certo risollevare le sorti del film.

A livello visivo Pirati dei Caraibi : La vendetta di Salazar risulta piuttosto coinvolgente, dalle figure dei villain, fatte quasi interamente in computer grafica, alla spettacolare ed epica battaglia nel finale; ma non basta di certo qualche effetto speciale per fare di un film un buon titolo. Le musiche di Geoff Zanelli non possono certo reggere il confronto con quelle di Hans Zimmer che caratterizzavano i primi capitoli.
Le basi per un buon film c’erano tutte, ma è oramai chiaro che alla saga rimane ben poco da dire; siamo lontani dallo splendore dei primi capitoli. Quando si ha che fare con franchise cinematografici così redditizi è comprensibile l’intento di voler sfruttare il brand il più possibile, ma giunti a questo punto non avrebbe senso continuare oltre, anche se, come ben sappiamo, sono gli incassi a decidere il futuro di una saga. I personaggi storici che ci avevano fatto sognare nei primi capitoli, sono in questo film caratterizzati male, e interpretati peggio!

La mancanza della regia di Verbinski (che aveva diretto i primi tre capitoli) si fa sentire, ma probabilmente nemmeno lui avrebbe potuto salvare la saga giunti a questo quinto capitolo. Sarebbe stato opportuno concludere il franchise con la prima trilogia, che sarebbe rimasta per sempre nell’immaginario collettivo tra le migliori del genere fantasy, ma con gli ultimi due capitoli tutta la magia della saga è ormai svanita, a riprova del fatto che non sempre gli incassi sono indice di un buon film.







