Se non conoscessimo Impact Winter, e lo sentissimo nominare per la prima volta, in molti non sapremmo bene cosa aspettarci; dal semplice titolo si può certamente immaginare che avremo a che fare con una stagione fredda, ma in ben pochi indovineremmo davvero cosa abbiamo per le mani. Il gioco ci butta nel mezzo di una tormenta, ma non è solo la vita del nostro personaggio ad essere in pericolo all’interno del flusso del vento artico, anche la sua umanità è minacciata, il suo modo di sentire, di approcciarsi al prossimo, la sua anima; tutti elementi che vengono analizzati all’interno del gioco e che saranno messi duramente alla prova quando subiranno il catastrofico impatto dell’inverno.
L’inverno sta arrivando
Il gameplay del titolo, sviluppato da Mojo Bones e pubblicato da Bandai Namco Entertainment si concretizza dunque in quello che è un mix di generi composto principalmente da un Survival fresco e incapace di annoiare e una forte componente gestionale in grado di regalare alcune venature inaspettate a meccaniche di gioco che sarebbero rimaste, senza queste ultime, probabilmente insipide, o comunque già viste.
Oltre infatti le più classiche feature presenti nei giochi di sopravvivenza, come la possibilità di esplorare l’ambiente alla ricerca di materiali che potranno risultare utili per mantenere in vita i nostri personaggi o semplicemente facilitargli alcuni compiti precisi grazie alle ormai note meccaniche di rafting, saranno presenti anche varie linee di dialoghi uniche con molti altri PG, ognuno dei quali avrà delle abilità speciali e specifiche che potremo sfruttare per mantenere in buono stato quella che di fatto si troverà ad essere una comunità di sopravvissuti in mezzo ad una perenne tempesta di neve.
Per fare questo dovremo tenere d’occhio e mantenere in maniera migliore possibile tutte le barre di stato che ognuno di loro avrà, dando in questo modo anche una forte sfumatura gestionale a tutta l’esperienza di gioco, poiché dovremo di fatto amministrare sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista coordinativo tutti i membri del nostro gruppo.

Facendo un passo indietro, la storia di Impact Winter narra le vicende di Jason, un uomo che si trova a vivere su una terra irriconoscibile: un asteroide ha infatti colpito il pianeta, innalzando nell’atmosfera un denso strato di gas e polveri che impediscono alla luce del sole di raggiungere il suolo.
Questo porta la temperatura globale a scendere di molti gradi sotto lo zero, costringendo all’estinzione molte specie di esseri viventi e rendendo la sopravvivenza alle altre tutt’altro che semplice. In questa cornice Jason viaggia attraverso la tormenta per raggiungere una chiesa abbandonata nella quale sono rifugiati altri sopravvissuti come lui, dovrà dunque prendere a carico l’intero gruppo e riuscire ad assicurarne la salvezza fino al momento dell’arrivo dei soccorsi, attesi entro un mese dalla scoperta della chiesa.

Trenta lunghissimi giorni sotto la neve
Le ambientazioni nelle quali ci troveremo a vivere la nostra “avventura” sono curate, certamente non varie a causa della situazione narrativa, ma comunque immersive: se infatti la neve sarà sempre neve, e camminare attraverso la bufera non sarà esattamente un percorso panoramico su un belvedere, sarà l’atmosfera creata a giovarne, diventando molto presto oppressiva e claustrofobica coerentemente con quello che chiunque di noi proverebbe in un ambiente simile.
A rendere comunque molto apprezzabile un tipo di luoghi così inizialmente sterile è il comparto grafico, che riesce attraverso le scelte artistiche operate sul design dei personaggi e dei modelli a fare di Impact Winter un prodotto veramente godibile dal punto di vista visivo.
Le ombre che vengono create dai radi falò che troveremo nelle nostre peregrinazioni sono infatti emblema di tutto il percorso narrativo che il gioco vuole proporre: un gioco di scatole cinesi dove nella più grande dimensione di una tormenta che simboleggia la disperazione, i piccoli fuochi vanno a disegnare una flebile speranza scossa dal vento, che a sua volta crea lunghe ombre che possono essere identificate come la grande fatica e la sofferenza dei nostri personaggi.
Dal punto di vista tecnico il titolo risulta ben poco attaccabile: il framerate è ben solido e la modellazione poligonale semplice, scelta per caratterizzare gli ambienti si presta ottimamente per rendere l’esperienza di gioco stabile e senza interruzioni dovute a problemi di natura tecnica.

“La genialità è dire cose profonde in maniera semplice” (Cit.)
In conclusione Impact Winter è ad un primo sguardo un gioco semplice come ce ne sono milioni, creati spremendo un’ormai arida idea di survival sterile e portato avanti da alcuni titoli che sono riusciti a far grande fortuna grazie ad esso. Guardando più da vicino però scopriamo che si tratta di un prodotto molto più profondo dal punto di vista del gameplay e più impegnativo da quello delle tematiche, che ci mettono in prima persona nei panni di qualcuno la cui situazione non vorremmo mai vivere, e costringendoci a riflettere in senso lato sul concetto di umanità come specie e come singolo.
Il trucco è sempre lo stesso: levarsi la brina dagli occhialoni, mettersi una mano sulla fronte e provare a scrutare a fondo nella tormenta per vedere ciò che davvero conta, ciò che ha retto, e sempre reggerà all’impatto dell’inverno.







