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Torment: Tides of Numenera, degno erede di un classico che ha più di vent’anni – Recensione

26 Mar 2017 | Recensioni Videogiochi, PC, PlayStation 4, Recensioni, Speciali, Videogiochi, Xbox One

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Torment: Tides of Numenera eredita lo spirito del suo predecessore e si colloca al suo fianco come un classico.

Già, poiché raggiungere il valore di Planescape: Torment, classico di fine anni ’90 che ha mostrato un approccio nuovo nei confronti del genere RPG, non è qualcosa di facilmente realizzabile.

Ciononostante, Torment: Tides of Numenera, sviluppato da inXile Entertainment e distribuito da Techland Publishing, riesce magnificamente a ritagliarsi uno spazio accanto al precedente titolo come suo degno erede spirituale, e cercherò di spiegarvi il perché in questa nostra recensione.

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Ambientazione ricca e viva e l’importanza del testo nella narrazione

Ci troviamo nel Nono Mondo, un luogo che richiama fortemente l’aspetto medievale, in cui umani ed altre creature vivono circondati da relitti appartenenti alle precedenti otto ere. Questi sono chiamati Numenera, ed il loro funzionamento supera ogni umana comprensione. Su questo mondo domina un’entità conosciuta come “Last Castoff”, l’ultimo recipiente di un volubile umano chiamato “The Changing God”, un uomo che raggiunse una sorta d’immortalità lasciando il suo vecchio corpo, solo per rinascere in un nuovo contenitore. Quando l’uomo lascia un recipiente, questo inizia a sviluppare una propria coscienza. Inizialmente, venivano trattati come bambini, poi l’uomo cambiò ed inizio a considerarli come strumenti, scartandoli se fossero divenuti inutili. Come se questo non fosse abbastanza, le sue azioni risvegliarono “The Sorrow”, il cui scopo è eliminare The Changing God e le sue creazioni. Ora, il Last Castoff dovrà confrontarsi con The Sorrow, che al momento ha invaso la sua coscienza. Solo The Changing God potrà aiutarlo a rompere le catene imposte dalla creatura misteriosa. Il viaggio del Last Castoff ci porterà a fare diversi incontri e ad influenzare moltissime persone, tanto da cambiare per sempre le regole del mondo di gioco.

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Per chi non lo sapesse, Planescape: Torment era uno degli RPG con più testo in assoluto. Come sequel spirituale, Torment: Tides of Numenera si fa rispettare anche da questo punto di vista. È possibile interagire con buona parte degli NPC, molti dei quali possono dare consigli, fornire nuove missioni oppure semplicemente un po’ di lore del Nono Mondo. La superba narrativa fa capire come gli sceneggiatori si siano impegnati a caratterizzare i loro personaggi, creando anche toni di dialogo distinti allo scopo di evidenziare la loro unicità. La capacità di far immedesimare il videogiocatore è uno dei punti forti della narrativa, in grado di invogliare a proseguire. Perfino le missioni secondarie sono così ben scritte da potervi far dimenticare la trama principale fino a quando non deciderete di tornare sui vostri passi. Molte di queste sono scritte anche allo scopo di far riflettere il giocatore sul tema che ognuna presenta. Un ottimo lavoro da parte degli sceneggiatori che riescono a mantenere una storia avvincente anche quando si passa agli elementi secondari della trame, sfruttando al meglio la caratteristica del multiverso su cui Numenera, come il suo predecessore, è basato.

Sebbene da un lato tutto ciò si possa considerare positivo, alcuni potrebbero trovare l’eccesso di testo un po’ invadente, in quanto ogni semplice azione è spiegata nei minimi dettagli con capienti blocchi testuali. Parlando di contenuto, c’è decisamente più da leggere che da fare, cosa che non a tutti può piacere. Sebbene non sia esattamente un male per certi giocatori, abbiamo a che fare con un finale forse un po’ troppo improvviso. Tante, troppe rivelazioni sono praticamente tutte concentrate nelle ultime ore di gioco, rendendo difficile mettere in ordine le idee per formare un filo logico, cosa che si sarebbe potuta evitare se fossero state meglio distribuite lungo tutto l’arco della storia.

Ma ciò che rende davvero speciale Torment: Tides of Numenera sono le “Tides”, forze invisibili che influenzano ogni abitante del mondo di gioco. Che direzione prenderanno, dipenderà dalle scelte che faremo in game, presenti in lunga parte della nostra avventura e che ci potrebbero portare, con un colpo di coda, a cambiare il destino di intere comunità. Come il suo predecessore, le Tides non bloccano l’avanzamento del protagonista semplicemente in base alla caratterizzazione delineata dalle nostre scelte. L’unica vera differenza sta nel come gli NPC si rapporteranno nei nostri confronti. Certe scelte di dialogo sono disponibili solo con specifiche Tides, ma questo non impedisce al giocatore di completare una missione od ottenere il necessario per intraprenderla. Alcune scelte dipendono anche dalle statistiche, meccanica che fa da nucleo allo sviluppo del personaggio, ed infatti anche fallire una missione porta ad effetti differenti, cosa che rende impossibile scoprire ogni possibilità nascosta di questo gioco in una sola partita. Per dovere di cronaca, la longevità complessiva delle “run”, per quanto ovviamente molto soggettiva, può variare dalle 12-15 ore ad una ventina di ore totali.

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Combattere, negoziare e sfruttare l’ambiente circostante

Vediamo ora come le meccaniche RPG di Torment: Tides of Numenera si interfacciano con la narrativa: innanzitutto avremo modo di delineare la personalità di base del protagonista rispondendo a diverse domande, dopodiché sceglieremo la classe tra cui i Nani, i Sorcerer, i Glaives, i Warrior ed i Jack (una sorta di tutto-fare). Purtroppo, la creazione del personaggio è molto limitata, con una nota positiva, ovvero il fatto che è possibile modificare alcune risposte prima di finalizzare il tutto. Una volta catapultati nel Nono Mondo, faremo uso delle nostre statistiche (o Stats Pools) sia in battaglia che durante l’esplorazione, grazie alla quale potremo attivare abilità, migliorare la precisione di attacchi normali ed incrementare i danni inflitti, oltre ad accrescere il successo di diversi compiti.

Un altro punto di forza di questa produzione è l’approccio al combattimento, davvero unico nel suo genere. Molte, se non quasi tutte le battaglie, possono essere evitate negoziando coi nemici, facendo uso dell’ambiente ed anche in altri modi. Idealmente, è meglio negoziare con l’avversario, in quanto determinate scelte ci ricompenseranno con punti esperienza. Il combattimento vero è proprio non è nulla di nuovo, in quanto si tratta del classico fight a turni, che alla lunga non può che rivelarsi piuttosto ripetitivo.

Nonostante questo sistema sia alquanto basilare, possiede comunque quel pizzico di “pepe” che riesce a renderlo interessante. Durante il proprio turno, il giocatore farà muovere il suo personaggio e potrà anche fargli compiere un’azione. Poiché ognuno possiede il proprio set di abilità, che possono essere potenziate per aggiungere nuovi o migliori effetti, è possibile creare un party equilibrato, adeguato ad ogni tipo di situazione. Un’altra caratteristica sono i “Cypher”, relitti provenienti da ere passate proprio come i Numenera, che si possono attivare senza consumare le proprie statistiche. Poiché molti Cypher sono tanto potenti da poter cambiare le sorti di uno scontro, è imposto un limite al numero che un singolo personaggio può avere con sé senza subire gravi penalità.

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Non solo Torment: Tides of Numenera presenta un’ottima narrativa ed un buon gameplay, variegato da più elementi, ma si mostra anche bene d’aspetto. Ci troviamo di fronte a sfondi 2D molto ben dettagliati, addobbati con diversi elementi animati che danno vita al mondo. Anche i personaggi sono ben dettagliati, specialmente quelli che andremo a reclutare, che si distinguono dagli NPC per i loro tratti somatici. Infine la colonna sonora ed il doppiaggio aiutano tantissimo, creando un livello d’immersione davvero profondo. Non siamo di certo davanti ad un capolavoro di tecnica o ad un “miracolo” di grafica, ma inXile ha fatto egregiamente il suo lavoro anche nel comparto tecnico.

Torment: Tides of Numenera è una perla unica nel suo genere, paragonabile solamente al suo predecessore in termini di narrativa e di gameplay. Il team di sviluppo è riuscito a portare l’originalità di Planescape: Torment ai giorni nostri, presentandoci un mondo intricato, una storia avvincente ed un gameplay alquanto innovativo nella sua comunque “non originalità”.

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Conclusioni

Torment: Tides of Numenera è un RPG unico come se ne vedono pochi, che concede una piena libertà di approccio per ogni situazione, offrendo al giocatore la possibilità di svincolarsi dalle battaglie, che rischierebbero altrimenti di diventare tediose a lungo andare. Un’ottima narrazione, un mondo colorato e pieno di vita, trama e personaggi accattivanti, con solide meccaniche di gioco. Queste caratteristiche rendono il titolo sviluppato da inXile un must per tutti coloro che amano immedesimarsi in mondi fantastici. Il team riesce a far giustizia al predecessore, compito arduo che sono riusciti a portare a termine davvero a testa alta. Se l’assenza di sottotitoli italiani non vi spaventa, ed amate i GDR di questo genere, non fatevi per nessun motivo scappare questo piccolo capolavoro.

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Torment: Tides of Numenera

8.9

Gameplay

9.5/10

Grafica

8.0/10

Sonoro

9.0/10

Trama

9.5/10

Longevità

8.5/10

Pro

  • Ottima sceneggiatura
  • Ambientazioni convincenti
  • Storia accattivante
  • Approccio unico alla battaglia...

Contro

  • Creazione del personaggio molto limitata
  • Troppe rivelazioni concentrate nel finale della storia

Paolo Lorenzini

Dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia, dopo anni a girovagare per le redazioni di settore ha deciso di costruirsi una “casa” su misura che gli permettesse di offrire un’informazione libera, priva di clickbait e gestita in maniera equa e meritocratica.

Paolo Lorenzini

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