*Recensione già pubblicata a gennaio, ma persa nel trasferimento del sito sul nuovo server.
Pubblicato nel 2023 da Winged Lion Games, Deep Sky Ballad è un gioco di ruolo da tavolo che mescola con sorprendente coerenza le atmosfere polverose del western con le vastità ostili della fantascienza spaziale. Opera autoriale di Marco Calesella e Aurora Torchia, il gioco immerge i giocatori in un futuro decadente e frammentato, dove bande di avventurieri chiamate Posse viaggiano tra stelle morenti, pianeti dimenticati e antiche rovine, alla ricerca di gloria, redenzione o pura sopravvivenza. È un gioco che mette al centro il gruppo, i legami emotivi e le scelte difficili, spingendo verso un’esperienza teatrale e cinematica, mai lineare, eppure sempre coesa, che riesce a differenziarsi anche da GDR dello stesso genere (per esempio Orbital Blues, la nostra recensione qui).

Uno degli aspetti più originali di Deep Sky Ballad è senza dubbio il sistema di gioco: il Blackjack System. Anziché affidarsi ai consueti dadi, questo gioco utilizza mazzi di carte da poker, creando una dinamica di gioco che richiama immediatamente l’immaginario dei saloon, delle partite truccate e dei colpi di fortuna disperati. Ma qui non si tratta solo di atmosfera: la meccanica delle carte è funzionale, elegante e soprattutto coerente con la filosofia del gioco: ogni azione incerta, che sia convincere un mercante sospettoso, disattivare un relitto alieno o sparare a bruciapelo, si traduce in un vero e proprio duello col destino. Il giocatore pesca carte in cerca del valore giusto, bilanciando rischio e abilità, in un gioco psicologico tra prudenza ed audacia, il sistema è pensato per incoraggiare la narrazione emergente: ogni successo sfiorato, ogni fallimento per eccesso di zelo, ogni carta inaspettata diventa un’occasione per approfondire i personaggi e dare nuova linfa alla storia.
A differenza di altri sistemi dove si cerca semplicemente un numero più alto, qui la tensione nasce dal rischio di “sballare”, proprio come in un casinò, il margine tra successo e fallimento non è netto ma sfumato ed i risultati parziali o critici sono una costante che arricchisce la narrazione. Inoltre, la possibilità di potenziare le proprie azioni riducendo volontariamente i margini di sicurezza, una sorta di “all in” narrativo, spinge i giocatori a compiere scelte tematicamente coerenti con l’ambientazione, fatta di cinismo, disperazione e colpi di genio. Non è solo un regolamento ingegnoso, ma un motore narrativo che contribuisce attivamente a costruire il tono dell’universo di gioco.

Il regolamento introduce anche varianti avanzate per chi desidera aggiungere complessità o imprevedibilità, come il reinserimento delle figure del mazzo da poker, ognuna con effetti speciali legati al tema: una Regina che evoca fortuna, un Re che porta complicazioni impreviste o un Jack che ribalta la situazione in modo imprevedibile. Questi elementi narrativi secondari non intaccano la struttura base del gioco, ma offrono spunti drammatici perfetti per chi vuole enfatizzare il lato più pulp o caotico della propria cronaca.
Oltre al sistema, Deep Sky Ballad brilla anche per la costruzione del personaggio. I protagonisti non sono “classi” rigide, ma archetipi sfumati costruiti attraverso Attributi, Abilità, Peculiarità ed un elemento centrale: i Legami Emozionali. Questi ultimi, più di ogni altra cosa, danno al gioco un sapore unico: ogni personaggio inizia con uno o più legami, affetto, rivalità, rancore, fiducia, nei confronti degli altri membri della Posse. Questi sentimenti non sono solo colore, ma influenzano concretamente il gioco, permettendo azioni altrimenti impossibili, sacrifici estremi o reazioni istintive. È un meccanismo narrativo che rende ogni interazione significativa, ogni conflitto personale potenzialmente esplosivo. La Posse non è un party casuale: è un piccolo dramma ambulante, pronto a esplodere da un momento all’altro.

La nave interstellare condivisa dai personaggi è l’altro grande simbolo dell’identità collettiva. Non è solo un mezzo di trasporto, ma un’estensione della Posse: ha statistiche proprie, può essere migliorata, danneggiata o personalizzata. È il focolare mobile che accompagna i personaggi tra mondi alieni ed insediamenti decadenti e anch’essa può essere teatro di conflitti, momenti di intimità o decisioni difficili. Il combattimento tra astronavi è trattato con regole snelle, ma in grado di coinvolgere tutti i membri del gruppo, evitando il rischio che solo il pilota diventi protagonista di queste fasi.
L’universo narrativo di Deep Sky Ballad è una delle sue componenti più affascinanti e tragiche. Non si tratta semplicemente di un futuro in cui l’umanità ha colonizzato le stelle: è un futuro post-catastrofico, lacerato da guerre, errori fatali e un collasso tecnologico epocale. Secoli prima dell’inizio del gioco, l’umanità aveva raggiunto un apice di espansione grazie a una tecnologia straordinaria: il motore gravitonico, che rendeva possibili viaggi interstellari a costi ridotti. Questa impennata di progresso diede origine alla Galassia Unita, una federazione di mondi tanto estesa quanto fragile. Il crollo arrivò con il Tumore: un insieme di intelligenze artificiali semi-senzienti che infettò la Rete, il sistema informatico galattico, annientando in poche settimane l’intera infrastruttura digitale dell’universo conosciuto. Quasi tutta la conoscenza dell’umanità, conservata in forma digitale, andò perduta. Le città si spensero, i sistemi si ribellarono e il caos divorò interi pianeti.
Il risultato fu un ritorno forzato a tecnologie analogiche, all’autarchia, alla superstizione. I mondi superstiti si chiusero su sé stessi, rigettando ogni forma di cooperazione interplanetaria. È in questo scenario frammentato e anarchico che nasce la Nuova Frontiera, l’era attuale del gioco: una galassia di sopravvissuti, pionieri, predoni, missionari e sognatori, dove ogni pianeta è una micro-società, spesso ostile, e l’ignoto si annida tanto nello spazio quanto nella memoria collettiva. In questo contesto, le Posse – gruppi autonomi di vagabondi con un’astronave – diventano l’ultima speranza di connessione tra i mondi, e il gioco si alimenta proprio di questa tensione tra libertà e isolamento, tra ricostruzione e decadenza. Le rovine aliene, i frammenti della civiltà perduta e le misteriose tracce di entità come i “G.E.” aggiungono un ulteriore strato di mistero, facendo dell’universo di DSB un luogo narrativamente fertile e pieno di segreti da scoprire.

Il manuale, di oltre 150 pagine, è ricco di ambientazione e strumenti per il Game Master. Una delle sue gemme è Saloon Requiem, l’avventura introduttiva. Senza entrare nel merito della trama, si può dire che essa è un esempio perfetto di come Deep Sky Ballad interpreti l’idea di avventura: quello che inizia come un incarico semplice e remunerativo, accompagnare dei passeggeri, si trasforma rapidamente in un mosaico di sospetti, verità celate e conflitti morali. Il GM viene supportato con suggerimenti su come gestire le rivelazioni, gli snodi narrativi e le reazioni del gruppo, ma senza mai soffocare l’autonomia creativa. Il tono della missione è ambiguo: la verità non è mai netta, le scelte hanno un peso e l’interazione tra i personaggi può essere tanto pericolosa quanto quella con gli esterni. Il vero cuore dell’avventura non è tanto ciò che succede, ma come la Posse reagisce e quali legami si rafforzano o si spezzano lungo il cammino.
Saloon Requiem non è solo un tutorial, ma un microcosmo del gioco stesso: presenta un po’ di tutto: interazione sociale, esplorazione, combattimento, decisioni morali, colpi di scena, ed è facilmente espandibile in una campagna più ampia. Il suo ritmo è ben calibrato, e permette di testare concretamente tutte le meccaniche del gioco, dalle più basilari alle più drammatiche. È anche un ottimo banco di prova per il Blackjack System, mostrando come esso possa trasformare ogni confronto in una scena memorabile, che si tratti di un tiro andato male o di un 21 perfetto ottenuto all’ultimo.

In definitiva, Deep Sky Ballad è molto più di un esercizio di stile tra western e fantascienza. È un gioco robusto, profondo, e consapevole di sé. Ogni elemento, dalla creazione del personaggio al sistema delle carte, dall’ambientazione frammentaria alla costruzione emotiva del gruppo, è al servizio di un’esperienza di gioco coesa e appagante. Non è un prodotto adatto a chi cerca numeri e potenziamenti rapidi: è un gioco per chi vuole raccontare storie umane, drammatiche, imprevedibili, ambientate tra i relitti del sogno umano di conquista delle stelle.
Chi accetta la sfida, non troverà solo un sistema di gioco originale, ma un invito a esplorare i confini dell’interpretazione, a vivere l’avventura con il cuore prima che con la spada ed a scoprire che nel vuoto interstellare, la vera battaglia si svolge tra le anime e con qualche carta, ovviamente, ben giocata.
*Versioni fisica e digitale del manuale fornite dall’editore in cambio di una recensione onesta