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Where the Heart Leads – Ciò che Conta – Recensione

12 Lug 2021 | Recensioni Videogiochi, PlayStation 4, PlayStation 5, Recensioni

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La vita, per ognuno di noi, è fatta di alti e bassi. Dall’inizio alla fine ogni uomo è destinato a tentare salite eroiche verso una luce che sa di obiettivi raggiunti, come ad affrontare discese in voragini ignote. La cosa più particolare di Where the Heart Leads, è che vivremo tutto ciò a bordo di una vasca da bagno.

Sviluppato da Armature Studio, Where the Heart Leads è in uscita il prossimo 13 luglio su PlayStation 4, dove si fa attendere da circa un anno essendo stato annunciato nel 2020 da un team di nomi di tutto rispetto, impegnati precedentemente in progetti del calibro di Metroid e God of War.

E’ un progetto singolare, più basato sul concetto di esperienza che di vera e propria proposta ludica. Dal primo momento saremo chiamati a conoscere la famiglia Anderson, e impersonare Whit, marito di René e padre di Alex e Kate.

Quando in una notte di tempesta si apre una voragine nella terra della tenuta di famiglia e il cane Casey vi cade all’interno, Whit si muove per salvare l’amica a quattro zampe. Le cose però non andranno per il meglio, e il padre di famiglia si ritroverà a cadere, a bordo di un rudimentale ascensore dato da una vasca da bagno e un sistema di carrucole, nella voragine che ben presto scopriremo non essere una presenza solo fisica, ma anche un accesso ad un piano spirituale, che metterà with di fronte alla sua intera vita, da quando era bambino fino alle sue ultime ore.

È un viaggio che ogni essere umano fa con la sua esistenza, e proprio per questo sempre unico. With, per tutta la sua vita, sarà chiamato a fare delle scelte per definire e difendere le sue priorità, proteggere suo fratello maggiore da un mondo che non sembra sempre capirlo, coltivare il suo matrimonio con René, e favorire la costruzione di una vita soddisfacente per i suoi figli.

Saranno di fatto le scelte del giocatore a favorire questi compiti, mentre la vita di With continuerà a scorrere fluida verso il raggiungimento dei suoi obiettivi o la sua rovina.

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A livello di Gameplay Where the Heart Leads propone un comparto tipico dell’avventura narrativa, dove per lunghe frazioni della storia saremo chiamati a osservare lo svolgimento della vita del protagonista, con la possibilità di agire personalmente prendendo decisioni nostre solo in alcuni nodi specifici. Abbiamo modo, nel corso della narrazione, di muoverci liberamente per le ambientazioni, e i benefici del farlo sono principalmente quelli di approfondire la nostra conoscenza della storia e acquisire i mezzi e le nozioni per farla muovere secondo le nostre volontà nei momenti in cui ci sarà data l’occasione di indirizzare gli eventi.

Alla prova dei fatti questo si traduce di fatto nella responsabilità per il giocatore di trovarsi di fronte a muri di testo veramente enormi, figli di una narrativa che certamente si prende il suo tempo, ma che riesce d’altra parte a presentare in maniera curata e approfondita i vari personaggi, facendoli interagire tra di loro. Si tratta certo a schermo di una resa non certo leggera, che richiede una attenzione costante e ripaga veramente poco l’occhio in termini di impatto e animazioni, in quanto queste sono pressochè assenti, ma una volta che il giocatore sarà entrato nell’ottica di essere spettatore di una vita, accetterà senza problemi il fatto che questa può essere magnifica e avvincente senza per forza dover essere ricca di colpi di scena, sparatorie e esplosioni pirotecniche.

Where the Heart Leads è una celebrazione dell’esistenza umana nella sua semplicità, nelle sue difficoltà e della resilienza che ognuno di noi deve avere per poter dire, alla fine, di aver assaporato davvero tutto quello che la sua vita gli ha offerto.

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Una componente per la quale il titolo di Armature Games colpisce fin dal primo momento è il comparto artistico. Sin dall’inizio della narrazione, infatti, veniamo investiti da un apparato grafico colorato ed evocativo, per quanto tecnicamente semplice, che viene però ulteriormente impreziosito da una colonna sonora di ottima fattura in grado di esaltare l’immersività delle atmosfere del titolo e accompagnare il giocatore per tutta la durata dell’opera. I poligoni che vengono proposti a schermo sono davvero semplici, e le animazioni dei personaggi, come dicevamo, sono praticamente inesistenti, e vedono questi muoversi per lo schermo come piccole finestre di pop up o forse, ricordi cristallizzati nella memoria di With.

Quella che però è una scelta stilistica definita lascia spazio ad un colpo d’occhio complessivo davvero gradevole: le atmosfere che si respirano sono sempre rese con una maestria da non sottovalutare, grazie alla ost e alle ambientazioni ricche di elementi, che regalano degli scorci veramente gradevoli.

La tavolozza cromatica spazia da colori più leggeri ad arie più opprimenti, ma le tonalità pastello che sono praticamente sempre presenti ci ricordano di come stiamo vivendo praticamente dentro un sogno e ci offrono sensazioni serene e quasi di un ovattata invulnerabilità alle difficoltà che altresì sono presenti all’interno della narrazione, e con le quali il nostro protagonista dovrà fare i conti.

Il nostro progredire attraverso la vita di With dunque è un’esperienza toccante, e la storia che Where the Heart Leads ci racconta è supportata da delle scelte di design del tutto adeguate e capaci di valorizzarla.

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In conclusione, le sensazioni che trasmette l’ultima fatica di Armature games sono dunque positive, e il progetto dimostra di essere di una fattura ottima e curata. Semplice dal punto di vista tecnico ma solidissimo nel suo apparato artistico evocativo e coinvolgente, Where the Heart Leads mira a trascinare il giocatore all’interno di una narrativa che non offre molti compromessi e può dunque risultare anche pesante in alcuni momenti, ma regalando anche d’altra parte molti spunti interessanti e una profondità generale di personaggi e tematiche, così umane e allo stesso tempo complesse, il prodotto riesce a porsi all’interno del panorama videoludico in maniera definita, come un’opera cosciente, ferma e fortemente introspettiva e toccante.

Non è davvero la vita di With a entrarci nel cuore una volta concluso il nostro playthrough, e non è neanche la peculiarità di una vasca da bagno lanciata a bomba in una voragine verso il centro della terra: quello che Where the Heart Leads ci regala è un’esperienza, e gli strumenti per vivere questa e tutte le prossime in modo pulito e fresco. Non si vedeva da un po’ un titolo con una definizione di questo genere, e il prodotto confezionato di Armature Studio rimarra nella mente degli appassionati del genere per molto tempo, mentre questo continuerà a maturare nei ricordi di ognuno di noi, cristallizzando come una delle figure che costellano le memorie di With Anderson.

*Versione testata: PS4, grazie al codice fornito dagli sviluppatori

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Where the Heart Leads

7.7

Trama / Ambientazione

7.5/10

Gameplay

7.0/10

Grafica

8.0/10

Sonoro

8.5/10

Longevità

7.7/10

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

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