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Oninaki: Oltre il Velo – Recensione

2 Set 2019 | Recensioni, Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, Recensioni Videogiochi, Videogiochi

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Oninaki è uno di quei titoli che in prima battuta si godono, e solo successivamente si capisce il perché ci siano piaciuti.

Sono produzioni strane, che ci interessano sin da subito e che riescono, una volta che ci mettiamo le mani sopra, a mandarci in fissa almeno per un po’ e chiuderci nel loro mondo: solo dopo qualche tempo e dopo aver fatto piena esperienza dell’opera, riusciamo ad alzare la testa e a capire che cosa abbiamo veramente davanti e a articolare un’analisi prima personale e poi più oggettiva possibile.

È questo che proveremo a fare qui di seguito.

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Sviluppato da Tokyo RPG Factory ed edito da Square Enix, Oninaki è il terzogenito dello studio di sviluppo, ed arriva dopo le ottime esperienze di I Am Setsuna e Lost Sphear, andando a compiere un altro importante passo sul percorso di maturazione della software house che pur mantenendo sempre coerente la propria anima, non rinuncia a sperimentare in ogni occasione qualcosa di nuovo.

La narrazione del titolo, che scopriremo profonda e delicata allo stesso tempo, ci mette sin da subito nei panni di Kagachi, un ragazzo rimasto orfano fin da piccolo e membro dell’ordine dei watcher, guardiani e regolatori dei vivi e dei morti.

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Andando per gradi, la tematica della morte è molto presente all’interno del titolo: nell’universo narrativo di Oninaki infatti viene data come dottrina l’idea della reincarnazione, per la quale alla fine del ciclo vitale di una persona, la sua anima si spoglia di tutti i ricordi, le sensazioni belle e quelle brutte, per andare a migrare in un altro corpo, disegnando un ciclo definito sul quale sono appunto i watcher a dover vegliare. Può infatti accadere che un’anima, gravata da emozioni negative, rimanga intrappolata oltre il velo, e non riesca a reincarnarsi, rischiando inoltre di trasformarsi in un mostro e minacciare non solo le altre anime, ma anche i vivi.

Kagachi e gli altri guardiani però hanno la capacità di viaggiare tra il mondo dei viventi e il velo, e sarà dunque suo compito quello di difendere entrambe queste realtà. Per farlo si affiderà ai suoi Daemon, particolari spiriti in grado di possedere i watcher per mettere a loro disposizione le loro abilità in battaglia.

Soffia infatti un vento nefasto per il regno, e pare che nè i governanti nè il popolo siano in grado di fermare l’avanzata dei demoni che le voci nell’aria aizzano su quella che una volta era una terra benedetta.

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Il gameplay di Oninaki, componente che maggiormente distacca l’opera dalle precedenti produzioni di Tokyo Rpg Factory, propone una formula fresca e divertente che si appoggia fortemente all’action JRPG. Messe da parte infatti le velleità di strategia in tempo reale presenti in Lost Sphear, gli sviluppatori mettono sul tavolo un sistema di combattimento dinamico e vivido incentrato sulle abilità dei Daemon, ognuno recante con se un determinato concept di gioco, mosse uniche, punti di forza e debolezze.

Una visuale isometrica ci porta infatti nel mezzo della battaglia, che inizia organicamente man mano che esploriamo le aree di gioco e incontriamo i nemici.

A rafforzare ulteriormente la componente RPG, già delineata dalle differenti figure dei Daemon, sono gli alberi delle abilità di questi: utilizzando infatti un determinato spirito in battaglia avremo la possibilità di guadagnare delle “Stones”, spendibili sui loro skill tree per sbloccare abilità passive e attive, in modo da rendere il nostro compagno sempre più efficiente. Importante per definire un Daemon di prima qualità sarà anche l’equipaggiamento che andremo ad assegnargli, sia per quanto riguarda l’arma vera e propria che gli faremo brandire, sia per quanto concerne la possibilità di potenziare quest’ultima con le così chiamate Shadestones, piccole pietre che è possibile incastonare in alcune armi (che prevedono degli slot appositi) e che permetteranno al nostro Daemon di acquisire capacità ancora maggiori.

Nel complesso il gameplay va dunque a delineare una proposta fresca e magnificamente fruibile, che anche attraverso i suoi diversi gradi di difficoltà invoglia il giocatore a migliorare sempre di più la potenza di Kagachi e dei suoi spiriti, per fronteggiare imprese sempre più difficili. O semplicemente per un desiderio di completismo che è gradevolmente premiato all’interno del titolo.

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Dal punto di vista grafico, Oninaki è magnifico: il comparto messo in campo da Tokyo RPG Factory, fondato sulle tradizionali figure Chibi degli avatar che useremo durante le fasi di gioco, si arricchisce con ambientazioni curate e immersive, sia nella loro versione nel mondo reale, che in quella oltre il velo: la differenza visiva tra le due varianti è data dalla tavolozza dei colori, delicata e pastellata nel primo caso, violenta e contrastante nel secondo.

L’utilizzo sapiente del Cel shading riesce a dare un impatto fresco e in grado di non stancare lo sguardo, ma anche a fronte di mappe non vastissime, mantenere l’interesse vivo del giocatore.

Le animazioni dei personaggi, sebbene limitate sul piano delle espressioni facciali, sono gradevolissime in combattimento: ogni colpo dato con tutte le armi, e ogni abilità utilizzata esalta il combattimento, rendendolo spettacolare come in uno shonen.

Ulteriore nota di merito va alle illustrazioni in game, che accompagnano il comparto caratterizzato dai Chibi: Le splash art di ogni personaggio, di ogni Daemon e ogni icona sono rese in uno stile grafico di qualità ancora superiore a quella vista nei giochi precedenti degli sviluppatori: degno di essere valorizzato forse più di quanto effettivamente succeda, questo lato del comparto è sicuramente un valore aggiunto a tutta l’opera.

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Quello per cui ricorderemo Oninaki però, (perché lo ricorderemo) è il modo delicato e allo stesso tempo forte che ha per trattare le tematiche a cui si avvicina.

Tokyo RPG Factory ci ha ormai abituati molto bene al tipo di narrativa diretta e pacata che contraddistingue i suoi titoli, e anche questa volta i fan non sono stati delusi: la morte, la reincarnazione e l’idea del ciclo di sentimenti positivi e negativi sono tutti temi molto interessanti, che potevano essere facilmente buttati in quella che in gergo si dice “Cacionata” dando vita ad una produzione superficiale. Così non è stato.

Trattati in maniera discreta, e senza essere mai proposti in una visione univoca o stringente,  tutti gli approfondimenti legati ai topos narrativi sono solo imbeccati, e permettono quindi ad ogni giocatore una riflessione sempre personale su ogni aspetto, mai invadente o oppressiva, e sempre gradevole.

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In conclusione Oninaki si mostra, in produzione videoludica, come una perfetta amalgama tra delicatezza e potenza. Forte di un gameplay dinamico, fresco e divertente e arricchito da forti tinte RPG, il titolo di Tokyo RPG Factory propone una narrazione tanto gradevole quanto profonda, capace di ritagliarsi un posticino nel cuore di tutti i giocatori, che si ricorderanno dell’opera ancora per molto tempo come di una perla magnifica e delicata.

*versione testata: PS4, grazie al codice fornito dal publisher

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Oninaki

8.2

Ambientazione/Trama

8.5/10

Gameplay

8.7/10

Grafica

8.2/10

Sonoro

8.0/10

Longevità

7.5/10

Pro

  • Gameplay fresco e divertente
  • Comparto grafico curato
  • Trama ricca di spunti di riflessione

Contro

  • Longevità limitata

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

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