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The Elder Scrolls Online: Elsweyr – Fiamme e Ossa – Recensione

19 Giu 2019 | Recensioni Videogiochi, PC, PlayStation 4, Recensioni, Videogiochi, Xbox One

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Tutti sapevamo che stava per succedere qualcosa sotto il caldo sole del sud di Tamriel. Qualcosa di imponente.

La ruota degli eventi aveva iniziato a muoversi tempo fa, inesorabilmente e susseguendo su The Elder Scrolls Online un oscuro presagio dopo l’altro, fino ad arrivare ad oggi, giorno in cui la battaglia per il futuro di tutta Nirn si combatte a Elsweyr.

Sin dall’inizio dell’anno del drago, introdotto col recente DLC Wrathstone, Bethesda e Zenimax avevano cominciato a prepararci a questo showdown: il nobile mago da guerra Abnur Tharn, ex membro dei 5 compagni dell’imperatore Varen Aquilarios, ci aveva in prima battuta accompagnato a recuperare la mistica tavoletta draconica (nota appunto come Wrathstone) e successivamente aveva sciolto i sigilli che rinchiudevano i draghi di Tamriel nella Hall of Colossus, inconsapevole come la volta che provò a creare un Sangue di Drago fittizio con il suo imperatore Aquilarios.

Insomma possiamo dire che il buon Abnur è tanto buono e caro (che poi non è neanche particolarmente vero), ma quando comincia a toccacciare cose che non capisce, specie relative a draghi e divinità, riesce a combinare solo un gran macello. Dovremo tenerne conto per gli eventi a seguire, con tutto il bene che gli vogliamo

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Resta il fatto che comunque le malvagie creature draconiche, esseri di una potenza semidivina e dagli scopi ancora oscuri, ora liberi sotto il comando del potente Kaalgrontiid, si mettono in marcia verso Elsweyr, dove la situazione politica è già precipitata in un baratro di guerre e tragedie.

Nella terra dei Khajiti infatti la sorellastra di Abnur, Euraxia Tharn, è discesa sulla landa a capo di un esercito di mercenari conquistando la città di Rimmen, e ponendo i Kajhiti sotto un giogo di schiavitù e terribili condizioni di vita. A questo punto i felini formano una resistenza armata, guidata dal Mane di Elsweyr e dalla giovane Khamira, guerriera dal coraggio indispensabile sul campo di battaglia e protagonista da una caratterizzazione notevolmente riuscita.

Nel tentativo di liberare Rimmen dalla presa dell’usurpatrice Euraxia, la residenza si troverà però di fronte a degli ostacoli insormontabili: a schierarsi con la falsa regina da Cyrodiil sarà anche un’armata di morti viventi risorti dal negromante Zumog Phoom e soprattutto, per motivazioni ancora ignote all’inizio della trama, i draghi di Kaalgrontiid.

Davanti ad un’oscura alleanza di queste dimensioni, i valenti Khajiti non possono vincere ma, per ora, solo pensare a non essere schiacciati.

Almeno fino a che non si unisce alla loro causa anche il nostro Vestige.

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I misteri però rimangono: quale motivazione comune possono avere i draghi, comunque nobili nella loro malvagità, per allearsi con un invasore come Euraxia? Qual’é il loro vero e ben più diabolico obiettivo? E perché il negromante Zumog Phoom sembra così interessato a Cadwell, il cavaliere di Couldharbour con la pentola in testa?

Sarà proprio in nostro personaggio a dover fronteggiare l’invasione che arriva da Cyrodiil, dall’oltretomba e dai cieli burrascosi, e scoprire i segreti che per troppo tempo hanno riposato sotto le sabbie e tra le oasi di Elsweyr.

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Per quanto la narrazione all’interno di un MMORPG vasto come The Elder Scrolls Online spesso non riesca a trovare un posto di rilievo come invece dovrebbe, in un universo narrativo come quello di TES anche la trama di Elsweyr riesce a tenere incollato il giocatore agli avvenimenti raccontati su schermo.

Nonostante il grande utilizzo di dialogica pesante e scambi di battute che per approfondire le situazioni diventano spesso veri e propri muri di testo, richiedendo grande attenzione da parte del giocatore, la narrativa accompagna tutti gli eroi di Tamriel all’Interno di quella che è una vera e propria epopea guerresca, un’Iliade che pone il suo fulcro sul racconto di un conflitto, arricchito certamente da miriadi di elementi in più che attingono a piene mani dal contesto high fantasy nel quale sono immersi.

Poche volte all’interno di ESO eravamo stati immersi all’interno di una guerra così intensamente, e il racconto dell’invasione di Elsweyr è reso qui in maniera perfetta mostrandosi a metà tra una cronaca vera e propria e un’avventura fantastica.

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Ad essere uno dei due pilastri fondanti che danno senso all’espansione per il prossimo anno è naturalmente la nuova regione esplorabile: è infatti proprio la terra di Elsweyr a dare il nome al nuovo contenuto, con le sue vaste lande desertiche, le sue oasi rigogliose che si ammassano verso il sud e le rovine che costellano sabbie e palme, vestigia di una civiltà Kajhiti che come poche altre vanta una storia antica e una mitologia rigogliosa e ispirata. La mappa di gioco non brilla particolarmente per la varietà di biomi, ma offre una vastità comunque consona ad un’espansione annuale, un numero di quest elevato e l’introduzione di missioni giornaliere in grado di tenere impegnati i giocatori per molto tempo.

Introdotti con Elsweyr sono stati anche i draghi, discesi sulle lande assetati del sangue tanto dei teneri mici quanto di tutti i vestige sui megaserver. Questi possenti nemici potranno essere affrontati nelle sequenze di free roaming per la regione come dei veri e propri boss pubblici, e richiederanno la cooperazione di diversi eroi per essere abbattuti. Una sfida in più per tutti gli avventurieri che vorranno confrontarsi con queste creature ancestrali.

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L’altro punto focale dell’espansione è l’introduzione della nuova classe del Negromante.

Attesa con trepidazione sin dal suo primo annuncio, la nuova classe giocabile introdotta con Elsweyr è stata accolta dalla fan base da subito con un calore veramente notevole, andando a riempire i finder per qualsiasi attività di persone poco raccomandabili col brutto vizio di lanciare teschi, evocare servi spettrali e soggiogare scheletri al loro potere, costringendoli a spammare attacchi leggeri contro i malcapitati avversari in pvp e nemici in pve.

Giocare da negromante è davvero divertente: dotato di un kit variegato che si rifà a tre skill line da evolvere a seconda del ruolo che si vuole assumere all’interno del team, il nuovo pg può fungere sia da dps (sviluppando il ramo di abilità Grave Lord), sia da tank (sviluppando Bone Tyrant), sia da healer (Living Death).

Come al solito sarà il tempo a dirci quale impiego sarà il migliore per il nostro solleva cadaveri, resta però il fatto che l’introduzione delle nuove meccaniche (tipiche della classe anche in altri rpg) che vanno a potenziare le abilità del set facendo uso dei cadaveri dei nemici nelle vicinanze è un’implementazione davvero divertente e riuscita, oltre che, per quanto ho avuto modo di vedere nei panni da healer, assolutamente efficiente e alternativa alle soluzioni più classiche e assodate nelle loro performance.

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L’assalto dei draghi non si ferma solo alla città di Rimmen e al free roam per la landa di Elsweyr: con l’introduzione del nuovo aggiornamento annuale infatti fa la sua comparsa anche una nuova trial. Prendendo il nome di Sunspire la nuova attività pensata per gruppi di 12 giocatori si pone come ultima sfida per i giocatori.

Nel sud-est della regione si è infatti stabilito un temibile nemico e i suoi sottoposti: liberato con i suoi fratelli dalla hall of Colossus, il drago dorato Nahviintas ha occupato il tempio di Sunspire, dove le leggende dicono che Alkosh stesso avesse scatenato la sua ira. Qui Nahviintas è riuscito a convincere alcuni monaci di essere egli stesso l’avatar del Dio Drago del tempo, e ora governa come una divinità insieme ai due draghi Yolnakhriin e Lokkestiiz.

Spetterà dunque al Vestige e ai suoi compagni farsi strada attraverso i lacchè e le fiamme draconiche per abbattere il falso dio, che con il suo potere è riuscito a irretire la terra e il cielo.

Procedere tra gli step della nuova trial è magnifico: le ambientazioni sono stimolanti e le meccaniche chiare e non proibitive permettono di godersi appieno questa caccia al drago.

Da una parte la sfida ad abbattere un così potente ed elegante nemico, dall’altra il rendersi conto di stare camminando tra le mitologie khajiti e quella comune a tutta Tamriel, resa in maniera così coerente: Sunspire è veramente un gioiello di contenuto PvE competitivo.

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Quindi chi vince alla fine, nella guerra sotto il sole di Elsweyr per assicurarsi il futuro?

Non vince Kaalgrontiid, né Zumog Phoom, né Euraxia, né Khamira o i buoni.

Vinciamo noi.

Vince Pido l’Argoniano. Vince il tizio che abbiamo carriato malamente nella pledge giornaliera. Vince il marcantonio che ancora oggi, nel 2019, ci ha shottato in pvp con un colpo di overload.

Vincono tutti i giocatori di ESO, che ancora per un altro anno avranno una bella infornata di contenuti in grado di dare longevità e freschezza ad un titolo che sembra capace di invecchiare, ma solo di maturare in maniera sublime.

Certo, forse le ambientazioni desertiche di elsweyr non saranno ispirate come quelle di Summerset, o varie come quelle di Morrowind, ma portando su The Elder Scrolls Online elementi come il ritorno dei Draghi e l’introduzione della classe del Negromante, gli sviluppatori sfondano una porta aperta, regalando ai giocatori esattamente quello di cui avevano bisogno per continuare a vivere l’avventura più bella della loro vita.

*Versione testata: PS4, grazie al codice fornito dal publisher

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The Elder Scrolls Online: Elsweyr

8

Trama

8.0/10

Gameplay

9.0/10

Grafica

7.6/10

Sonoro

7.0/10

Longevità

8.4/10

Pro

  • Draghi e Negromanti introdotti
  • Ottima narrativa
  • Trial soddisfacente e ispirata

Contro

  • ambientazione forse meno ispirata che in precedenza

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

Pietro "Pido" Ferri

Deputy Editor di Serial Gamer, viaggia per i Videogames, si guarda in giro, fa foto, respira l'aria. È un po' come un turista, ma nel senso buono. Si interessa con dedizione all'approfondimento di qualunque forma d'arte che riesca a trasmettergli emozioni

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