Come avrete certamente notato, la nostra redazione si è focalizzata da un po’ sulla serie a fumetti Thief of Thieves, targata Image Comics e Skybound Entertainment e scritta dall’ormai ben noto fumettista Robert Kirkman; questo proprio per via dell’uscita di Thief of Thieves: Season One, gioco indie sviluppato da Rival Games e prodotto dalla stessa Skybound uscito ad episodi su PC(via Steam) e Xbox One a partire dal 16 luglio 2018.
La prima stagione è riuscita a sostenere con solidità l’importante nome che porta, dando il via a quello che potrebbe essere un lungo percorso in grado di impostarsi come un ottimo prequel videoludico di ciò che abbiamo visto per la prima volta nel lontano 2013 con i primi volumi cartacei di Thief of Thieves.
Finora le risorse, sebbene poche, sono state sfruttate notevolmente bene, nonostante il fatto che la trama risulti un po’ troppo fine a sé stessa…ma, ahimè, non è questo il dilemma di tutti i titoli d’apertura delle nuove IP?
Andiamo a vedere nel dettaglio tutto ciò che mi ha convinto di più, sia come videogiocatore sia come fan della serie originale, di Thief of Thieves: Season One.
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Celia in gita scolastica
Conrad Paulson vive da sempre una doppia vita: ufficialmente si guadagna da vivere come consulente per la sicurezza di grandi e famose aziende, ma la verità che si cela dietro questo rinomato individuo dell’alta società è ben più losca. Infatti lui e la sua collega Celia Kovalczyk nascondono un enorme segreto: non sono altro che il miglior ladro sulla faccia della terra, meglio noto al pubblico come Redmond, e allieva! Tutte le ricchezze che possiedono derivano da rapine milionarie orchestrate in modo sopraffino per decenni.
Ma nel 2009, anni prima che la loro storia venisse narrata sulle pagine dell’omonimo fumetto, non tutto filò liscio per la povera Celia; il gioco si apre infatti con un colpo non proprio riuscitissimo nei confronti di Bogdan Losev, noto criminale russo detto “L’Alce”. Per evitare che Celia venga eliminata brutalmente dagli scagnozzi dell’Alce, il Ladro dei Ladri opta per mandarla a Torino in Italia(ammetto che vedere la mia città natale mi ha strappato una lacrimuccia), affinché possa continuare a farsi le ossa nel mestiere aiutando una sua vecchia conoscenza.
Appena giunta all’aeroporto di Caselle trova Damiano Altamura, il contatto di Redmond, ad attenderla per scortarla alla propria base, Villa Altamura nei pressi di Cavoretto, per presentarla al resto della squadra. Riuscirà Celia, per la prima volta nel ruolo da protagonista, ad essere all’altezza delle aspettative che sia Conrad sia Damiano ripongono in lei? Gran parte della risposta risiederà nelle abilità stesse del giocatore che si approccerà a Thief of Thieves: Season One.

Aspettative ampiamente rispettate
A livello di gameplay Thief of Thieves: Season One rispecchia appieno tutto ciò che mi aspettavo da un gioco tratto dall’omonima saga a fumetti. Durante lo svolgimento della storia dovremo organizzare il colpo con la squadra, fare sopralluoghi, creare diversivi, camuffarci, intrufolarci, scassinare e chi più ne ha più ne metta in ambito ladresco! Sebbene il giocatore debba gestire tutto questo, le dinamiche di gameplay, semplici ed intuitive, riusciranno a diventare proprie di chiunque si approcci a Thief of Thieves: Season One nel giro della prima missione.
Il gioco riesce a competere eccellentemente con l’opera a fumetti di provenienza per quanto riguarda i colpi di scena e la spettacolarità scenica di alcuni momenti, il che renderà ancora più avvincente l’esperienza di gioco al suo interno. Il variare delle situazioni e delle ambientazioni garantirà approcci via via diversi(alcuni dei quali addirittura opzionali) con il quale superare le varie situazioni ed imprevisti che Celia incontrerà sulla sua strada nel corso dei quattro volumi(uno dei tanti riferimenti fumettistici) che compongono l’opera.
Unico difetto di tutto il comparto gameplay potrebbe essere la totale assenza dell’uso della violenza, anche se c’è da dire che la scelta si addice allo stile narrativo del fumetto, in cui Redmond ne fa uso solo in casi estremi; purtroppo però lo stesso non vale per Celia, che anche in situazioni di estremo pericolo e difficoltà al limite dell’assurdo si dà allo stealth. Nonostante ciò Thief of Thieves: Season One è un’opera soddisfacente e divertente che ci immerge per la prima volta a livello videoludico nell’universo narrativo creato da Kirkman con gran stile.

Diventare (p)arte integrante della serie a fumetti
Thief of Thieves: Season One mantiene un livello artistico molto simile a tutto ciò che abbiamo visto durante questi anni nella serie a fumetti: una grafica pittorica dai tagli duri e dotata di colori sgargianti e chine pesanti, tutto ciò accompagnato da una sceneggiatura dinamica mozzafiato degna della sua controparte cartacea; questo è dovuto anche grazie alla partecipazione al progetto del disegnatore ufficiale della serie a fumetti, ovvero Shawn Martinbrough, che ha supervisionato a livello artistico il lavoro del team.
Sebbene a livello tecnico non faccia gridare al miracolo e talvolta presenti qualche bug, l’impressione di sentirsi parte e vivere appieno un volume della serie dona al gioco un’attrattiva non da poco a livello artistico, sopperendo quasi a tutti i difetti sopraccitati.
Ad aggiungere carne al fuoco troviamo un ottimo comparto sonoro, anche grazie ad un lavoro di doppiaggio sopraffino dove si possono trovare voci già note ed apprezzate in ambito videoludico.

Conclusioni
Thief of Thieves: Season One è un gioco dotato di parecchio potenziale, sia dal punto di vista narrativo che dal punto di vista tecnico; sebbene qualche sporadico bug e crash è un’esperienza ampiamente godibile sia per quelli che si approcciano al brand per la prima volta, sia per quelli che come me sono fan da anni. Un titolo che soddisferà le aspettative ed automaticamente ne genererà altrettante per il suo seguito, che incredibilmente sto già aspettando con ansia. Prima di consigliarvi l’acquisto è necessario però aprire una parentesi dal punto di vista linguistico, in quanto per Thief of Thieves: Season One non è prevista una localizzazione in italiano, di conseguenza occorrerà una conoscenza non indifferente dell’inglese per districarsi tra i numerosi dialoghi, principalmente dovuto ad un ampio uso di terminologia tecnica e slang. Vi farete rapire anche voi dalla carismatica Celia e dalla sua bizzarra compagnia?







