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World to the West: la bellezza della semplicità – Recensione

6 Mag 2017 | Speciali, PC, PlayStation 4, Recensioni Videogiochi, Xbox One

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World to the West è la seconda fatica di Rain Games, team di sviluppo conosciuto precedentemente per Teslagrad. Voglio rivelarvi sin da subito un piccolo retroscena: dopo i primissimi minuti di gioco, la mia reazione è stata

“C***o Leo, speriamo ci sia qualcosa di stravolgente perchè voglio dargli un buon voto!”

Le premesse, a pelle, c’erano tutte, ma andando avanti qualcosa è cambiato… cosa? Scopriamolo insieme!

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Una panoramica isometrica

In World to the West controlleremo ben quattro personaggi, di cui parleremo meglio poco più avanti. Prima, lasciatemi invece fare una piccola premessa: NON parlerò della trama, odio farlo, per qualunque gioco, per due semplici motivi: il primo, è che anche lo spoiler più piccolo può rovinare l’esperienza al giocatore più appassionato; il secondo è che, uno dei dettagli che più mi è piaciuto, si trova nei primissimi minuti di gioco. Nella descrizione dei personaggi e del background, quindi, cercherò di essere il più vago possibile. Detto questo, cominciamo proprio coi protagonisti:

  • Lumina: membro dei teslamanti, si ritrova catapultata in mezzo all’azione in seguito ad un incidente con un teletrasporto. Le sue abilità iniziali comprendono uno scatto orizzontale, la possibilità di attivare congegni elettrici e di attaccare col suo bastone i nemici.
  • Knaus: bambino costretto al lavoro in miniera, sulla luna, da ragazzi più grandi. Ma sulla luna crescono gli alberi? Mistero. Per quanto riguarda le sue abilità, Knaus, può creare buche nel terreno morbido con la sua vanga, ficcarcisi dentro e percorrere metri e metri in stile Bugs Bunny. Data la sua minuta corporatura, può passare attraverso fori e affini, ma gli attacchi con la vanga si limiteranno a stordire temporaneamente i nemici, anziché infliggere loro danno.
  • Miss Teri: avventuriera al soldo di Mr Tychoon. La sua missione è quella di recuperare un antico manufatto in un tempio immerso nella giungla più fitta. Come ogni avventuriera che si rispetti, Teri sarà più veloce e agile degli altri personaggi. Inoltre, grazie alla sua sciarpa (utilizzabile tra l’altro come rampino), può stordire i nemici, o, dopo aver raccolto degli occhiali speciali, prenderne letteralmente il controllo.
  • Lord Clonington: nobile forzuto dalle misteriose origini, viaggia per il mondo per compiere imprese titaniche. È il personaggio che si ritroverà a menare le mani più frequentemente, con la possibilità di eseguire poderosi scatti per travolgere i nemici. Inoltre può flettere i muscoli senza alcun motivo e fare pose sexy dopo devastanti elbow drop: se pensate che quest’ultime non siano abilità degne di essere menzionate, sappiate che potremmo non diventare mai essere amici.

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Ad adunare i nostri simpatici eroi c’è la svitatissima strega blu, anziana signora che, con l’avanzare dei capitoli, ci spiegherà qual è il destino che accomuna i quattro protagonisti. La trama scorre in maniera lineare, senza però essere avara di colpi di scena. Il gioco è diviso in capitoli, e per la quasi totalità, saranno legati ad uno o due specifici personaggi. Il sistema di narrazione è legato a pop-up testuali, in puro stile fumetto, con dialoghi sempre sagaci e divertenti, che ci coinvolgeranno strappandoci un sorriso di volta in volta. Il mondo di gioco è popolato da NPC più o meno secondari, con cui sarà possibile dialogare e scoprire qualcosa di più sul luogo in cui ci troviamo, sui personaggi stessi, o sulla trama in generale.

La metamorfosi

A livello di gameplay, World to the west si presenta come un puzzle game con visuale isometrica. Dovremo far uso delle specifiche abilità dei personaggi, combinandole tra di loro, per risolvere gli enigmi ambientali che il gioco ci propone. Il livello di questi è medio-basso, e rende quindi il gioco accessibile anche ai meno esperti. A incastrarsi con la fase di puzzle-solving, c’è quella action, che suddividerei in due parti: platforming e combattimento. Entrambe si strutturano su meccaniche piuttosto semplici, senza far però mancare momenti in cui la sfida si fa più ardua, aumentando di conseguenza il livello di difficoltà. Di solito, queste meccaniche più “action”, capiteranno con Lumina e Lord Clonington, mentre con Knaus e Miss Teri ci ritroveremo ad usare molto più spesso la materia grigia anziché la forza bruta.

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Peculiarità del gioco sono i totem, raffiguranti i volti dei quattro protagonisti. Oltre ad essere la prova tangibile di un destino comune, essi fungono da save-point, switch-point e da punto di spostamento rapido: ogni personaggio può viaggiare rapidamente verso un totem che ha precedentemente visitato. Come si può dedurre, dunque, oltre al puzzle-solving, al platforming ed al combattimento, si inserisce la meccanica di esplorazione. Avere a disposizione un sistema di spostamento rapido, implica però la possibilità o, come in questo caso, la necessità di effettuare una massiccia dose di backtracking. Se a questo aggiungiamo che i personaggi otterranno, con l’avanzare dei capitoli, nuove abilità che permetteranno loro di raggiungere zone prima inaccessibili, beh, mi sembra palese che ci troviamo a parlare di un… metroidvania? Ok, fatemi ricapitolare il tutto:
World to the west è un “puzzle-action-fighting-metroidvania-sandbox-freeroaming-adventure-game”. Farebbe attorcigliare la lingua anche a Mary Poppins, ma il risultato mi sembra piuttosto accurato.

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Acqua e sapone

Il comparto grafico di World to the West è molto semplice. Badate bene a non cadere in banali errori: ho detto molto, non troppo! Il gioco infatti gode di un colpo d’occhio eccezionale senza dover ricorrere a fantastilioni di poligoni a schermo. A primo impatto, lo stile grafico ricorda molto quello dei classici della Nintendo, di cui troverete qualche citazione a livello di gameplay. La palette cromatica è fantastica, poiché rende il gioco colorato e piacevole senza far apparire il tutto innaturale: i colori non sono mai né troppo caldi, né troppo freddi, né smorti ma nemmeno forzatamente brillanti. I modelli poligonali dei protagonisti e degli NPC seguono uno stile ben preciso e affascinante, ma a spiccare di più sono le animazioni: sono veramente pochissimi i giochi che riescono, attraverso una semplice animazione, a “descrivere” un personaggio. La caratterizzazione è infatti un punto forte di tutto il titolo: nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio, è lasciato al caso. Di tutta questa “artistica semplicità”, beneficia anche il comparto tecnico: i 60 fps, su PC, sono granitici, e la bellezza del titolo non viene inficiata dal minimo aliasing, stuttering, tearing o quant’altro, rendendo il tutto una gioia per gli occhi; comode anche le sessioni di gioco più lunghe.

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Anche le orecchie non se la passano affatto male, con una colonna sonora fresca e accattivante, che vi porterà a fischiettare i vari motivetti sotto la doccia, tra un’insaponata d’ascella e l’altra. Molto curato, inoltre, tutto ciò che fa parte del contorno, come menù, mappa di gioco, baloon e quant’altro.

Conclusioni

Come ho detto in apertura, in World to the West cercavo qualcosa di stravolgente… che non ho trovato. Male? No, assolutamente no! Ho trovato in realtà ciò che forse non cercavo, ovvero armonia, semplicità e divertimento. Gli enigmi sono appaganti, l’esplorazione è divertente, i combattimenti semplici ma stimolanti. I personaggi sono carismatici, e, come non mi succedeva ormai da Child of Light, ti fanno venir voglia di essere parte del gruppo, di essere loro amico (Lumina dammi il tuo WhatsApp, grazie…). L’esperienza piacevole è accompagnata da una storia degna dei JRPG vecchio stampo, di quelle tutto sommato semplici ma che, con un po’ di pepe sparso qui e li, sapevano sempre tenerti incollato allo schermo. L’incredibile miscuglio di generi, inoltre, unito alla semplicità del gameplay in generale, lo rende consigliabile praticamente ad ogni tipo di Gamer. Quelli veri però.

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Morale della favola: se cercate un titolo stravolgente, prepotente e con un comparto tecnico da capogiro, questo non è il gioco che fa per voi. World to the West non è la ragazza col push-up e il vestito provocante, non è una facilona rifatta, e non è nemmeno quella che dopo una secchiata d’acqua in faccia si trasforma peggio dei Gremlins. Questo titolo è un po’ come la ragazza semplice, un po’ nerd, seduta all’angolo lontano del bar: ha un maglione largo, un bel sorriso e sta leggendo qualcosa di interessante. Offritele un caffè (vi costerà 16,99-19,99€, su Steam), scoprirete che l’occhio ha spesso difficoltà a percepire il bello. Fortunatamente, il cuore, quello da gamer, se gli si dà la possibilità, non sbaglia mai un colpo.

“Eih World to the West tu mi piaci, ed io ti piaccio?”
“[  ] SI”
“[  ] NO”

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World to the West

8.4

Gameplay

7.9/10

Grafica

8.3/10

Sonoro

8.8/10

Longevità

8.7/10

Trama

8.3/10

Pro

  • Personaggi carismatici
  • Mappa di gioco bilanciata
  • Gameplay ben diversificato

Contro

  • In alcuni casi può risultare macchinoso
  • Le meccaniche metroidvania potrebbero spiazzare i più

Leonardo Scarfò

Appassionato di videogiochi da una vita, li considera la massima forma d'arte e di intrattenimento. Come un bambino che smonta i suoi giocattoli, cerca sempre di capire cosa c'è dietro la magia che avviene a schermo.

Leonardo Scarfò

Appassionato di videogiochi da una vita, li considera la massima forma d'arte e di intrattenimento. Come un bambino che smonta i suoi giocattoli, cerca sempre di capire cosa c'è dietro la magia che avviene a schermo.

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