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Blackhole: quando la gravità cambia, gli astronauti cadono – Recensione

22 Apr 2017 | Recensioni Videogiochi, PC, Recensioni, Speciali

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L’approccio a Blackhole è stato uno dei più duri che abbia mai avuto nei confronti di un videogioco. Attenzione però, non fraintendetemi! Trovo che l’opera di FiolaSoft Studios sia accattivante, nonostante la difficoltà, e sottoponga ogni giocatore ad un elevato grado di sfida man mano che avanza.

Raramente gioco a titoli platform, soprattutto se hanno dinamiche try and error che a lungo andare possono risultare frustanti (visti i miei riflessi pronti e scattanti…). Nonostante ciò, Blackhole si è dimostrato essere un buon titolo, anche per un non intenditore come il sottoscritto. Fin da subito sarà chiaro che non ci si trova di fronte ad un “semplice”  rage game in cui riflessi e coordinazione la fanno da padrone. Nel gioco in questione sarà infatti essenziale una buona dose di acume per portare a termine gli innumerevoli livelli di crescente difficoltà. Ma andiamo a vedere passo passo le varie componenti.

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Il ragazzo del caffè che salvò il mondo

Il giocatore si troverà su di un’astronave spaziale terrestre il cui equipaggio ha un compito ben preciso e fondamentale per la sopravvivenza del genere umano: chiudere buchi neri potenzialmente pericolosi per la Terra. Nel 2121, anno in cui Blackhole è ambientato, sembra infatti che questi rari fenomeni gravitazionali non siano poi così inusuali ma che, al contrario, siano una minaccia costante per il nostro pianeta.

Al comando della nave troviamo il Capitano Jetsen, che con il suo eroico equipaggio ha già provveduto alla chiusura definitiva di ben quindici buchi neri. Ad aiutare questi astronauti troviamo Auriel, intelligenza artificiale preposta al supporto per la gestione della nave stessa. Tra questi eroi del genere umano si nasconde anche il nostro protagonista…il ragazzo del caffè! Non tutti possono essere fondamentali dopotutto…ma non è questo il caso di quest’eroe senza nome.

Durante la chiusura del sedicesimo buco nero qualcosa sembra andare storto. L’anomalia gravitazionale in questione sembra infatti comportarsi in modo bizzarro, conducendo la nave verso quella che sembra essere una fine certa al suo interno. Ma le cose vanno diversamente dal previsto. Invece di essere distrutta, la nave  precipita in un sistema intricato di caverne. Il protagonista sembra essere l’unico superstite, insieme all’IA Auriel, all’incidente catastrofico.

L’unica possibilità di salvezza è nelle mani del ragazzo del caffè! Egli, guidato da Auriel, dovrà raccogliere parti della nave da riparare grazie a dei nanobot (i selfburn), in modo da poter fuggire dalle grotte, ovunque esse si trovino. Più si procederà nel gioco, più si scoprirà la verità che si cela dietro all’incidente. Nonostante l’insieme sia particolarmente intrigante, la difficoltà di alcuni livelli metterà a dura prova la vostra pazienza, tentandovi più volte di gettare la spugna. Vi lascerete andare alla disperazione o vi spingerete fino in fondo?

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“Ma porca di quella…?!” cit

Il titolo di questo paragrafo accompagnerà ogni vostra giocata a Blackhole, parlo per esperienza personale. Questo gioco fonde nel migliore dei modi le dinamiche tipiche di un platform a quelle di un puzzle game, riuscendo a generare dei grattacapi via via sempre più complessi, ma sarebbe più opportuno dire contorti. Ogni nuova zona porterà con sé nuovi elementi che si legheranno all’ambiente di ogni livello nei modi più vari ed imprevedibili.

Una dinamica fondamentale sta però nell’inversione della gravità. Per risolvere ogni livello sarà necessario modificare il proprio punto di vista grazie a piattaforme energetiche atte appunto all’inversione gravitazionale. Cambiare di volta in volta la visuale permette ai giocatori di osservare diversamente ed agire sull’ambiente nei modi più disparati e creativi.

Gli enigmi sono spesso più intricati di quanto sembrino ad una prima occhiata superficiale. Spesso, infatti, il giocatore verrà portato ad effettuare un percorso, sicuro che sia quello che lo condurrà alla vittoria…ritrovandosi invece in un vicolo cieco. Fortunatamente per superare ogni livello basta raccogliere anche un solo selfburn, ma per sbloccare la zona successiva sarà necessario avere determinate risorse.

Blackhole risulta essere molto longevo grazie al suo level design complesso e ben articolato. I livelli sono più di un centinaio, divisi in varie zone sbloccabili solo collezionando abbastanza selfburn e parti della nave.

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Una colonna sonora inaspettata

La componente tecnica ed artistica di Blackhole è ben curata. La grafica del gioco risulta essere pienamente in stile cartoon e dai colori sgargianti, ma non è quello che colpisce di più: ci troviamo infatti di fronte ad un titolo dal comparto sonoro ottimo. La colonna sonora è ricca di tracce che si adattano al meglio all’ambiente circostante ma che spesso richiamano il tema sci-fi del gioco stesso. Nel complesso la musica che accompagna l’avventura spaziale del protagonista è qualitativamente eccezionale, al punto che vi consiglio l’uso delle cuffie per godere al massimo della vostra esperienza. Ci sarebbe anche da notare il doppiaggio ben realizzato, anche se, per ovvi motivi, in un gioco platform-puzzle è poco presente.

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Conclusioni

La pazienza è una delle virtù fondamentali per affrontare Blackhole, visto l’elevato numero di motivi che si hanno per perderla. Nonostante ciò il titolo dimostra di essere un validissimo platform che occuperà piacevolmente le ore degli amanti del genere. Inoltre, per tutti coloro votati al completismo, questo titolo risulterà una sfida a dir poco eccezionale. Terminarlo al 100% collezionando tutti i selfburn, le componenti dell’astronave e le scatole nere richiederà parecchio tempo e tanta fatica anche ai più bravi, ingegnosi e creativi di voi. Che state aspettando? Correte a salvare il mondo, prodi ragazzi del caffè!

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Blackhole

7.8

Gameplay

7.8/10

Grafica

7.3/10

Sonoro

8.0/10

Trama

7.0/10

Longevità

9.0/10

Pro

  • Molto longevo
  • Sfida appagante
  • Colonna sonora valida

Contro

  • Frustrante a tratti

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